Il grande amore di Cavour e la figlia illegittima di D’Azeglio
Che Camillo Benso conte di Cavour fosse un appassionato di belle donne (molte delle quali sposate), e per di più incostante in amore, lo avevo appreso dal bellissimo libro di Paolo Pinto L’amante segreta di Cavour, rieditato con il titolo Nina pazza per amore: il conte di Cavour e la marchesa Giustiniani (ed. Solfanelli).
Ma che Massimo D’Azeglio avesse avuto una figlia illegittima con una signora di Albano – dico bene: Albano Laziale, città al centro dei Castelli Romani, che D’Azeglio frequentò in gioventù – l’ho saputo dalla viva voce di Pinto, durante una recente conferenza che ha tenuto insieme ad Aldo Onorati nel Museo Civico della cittadina albana. Ma procediamo con ordine.
Si sta svolgendo, quest’anno, la decima edizione del Circolo Letterario della Biblioteca di Albano, intitolata ‘Vite celebri di ieri e di oggi’, curata da Onorati con la collaborazione di Francesca Ginestra. Il successo è crescente, poiché le serate si strutturano in modo vivace e coinvolgono i lettori in un dibattito interessante e fruttuoso. Ospite di una di queste ultime occasioni è stato Paolo Pinto, autore, giornalista e letterato che ha pubblicato tra l’altro biografie storiche su Carlo Alberto, Vittorio Emanuele II e Umberto I. È stato nel corso di questa simpatica serata che sono stati trattati due temi piuttosto originali che, per motivi di spazio, mi limito soltanto a enunciare. Il primo è che Cavour non prese moglie perché le donne per lui erano come il gioco e altri svaghi. Ogni altra cosa era in secondo piano rispetto alla passione politica: una passione altissima, esemplare, costruttiva.
Il secondo è che D’Azeglio, pur non amando profondamente la donna di Albano, da gentiluomo qual era voleva ‘onorare’ l’avventura avuta con lei. La signora tuttavia non accettò di seguire l’affascinante giovane, il quale, pur convolando a nozze con la figlia di Alessandro Manzoni – da cui ebbe una bambina – portò con sé la figliola nata in quelle circostanze, amandola sempre con dolcezza paterna.
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