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Il Governo Renzi rottama il Paese

Il Governo Renzi rottama il Paese
Novembre 17
16:00 2014

15-A-Vignetta-colori-di-VauIl Decreto Legge ‘Sblocca Italia’, varato ufficialmente per mettere in moto la crescita economica, è stato molto criticato da vari esperti, che hanno scritto il dossier ‘Rottama Italia’ (scaricabile gratuitamente dal sito www.altreconomia.it). Per tutti è preoccupante questo nuovo modo di concepire lo sviluppo: non come bene comune che migliora la qualità della vita, bensì come interesse di pochi.

Così si potranno realizzare velocemente trivelle in mare, cemento sulla terra, inceneritori, fabbriche di pesticidi, antenne e ripetitori tv ovunque, persino su beni storici o scuole. E pazienza se ciò nuoce alla salute e alla sicurezza dei cittadini, o devasta il paesaggio!
Il suddetto Decreto ha pensato a tutto, anche ad azzerare la partecipazione dei cittadini e dei sindaci pur di imporre le opere più contestate. Infatti, con la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera progettata, si potrà partire velocemente con gli espropri e ogni opposizione sarà resa difficile. Comitati e comitatini non potranno bloccare, infatti, questo nuovo modello di sviluppo. Basta con le manifestazioni di dissenso, che sarà azzittito con l’intervento della celere, come in Val di Susa. Basta pure con le denunce al Tar. Perché, secondo Renzi, sono proprio i tribunali ad avere la responsabilità di tenere fermi i cantieri. E se le gare pubbliche sono truccate? E se c’è stata corruzione o concussione? E se si sta costruendo in aree protette da vincoli paesaggistici, storici, archeologici e idrogeologici? Si va avanti lo stesso, i cantieri si aprono ugualmente, o continuano a lavorare se sono già aperti; poi si discute!

L’abolizione del controllo pubblico
Per il ministro delle Infrastrutture Lupi la concessione edilizia potrà essere sostituita da una certificazione autonoma del privato cittadino, il quale stabilisce da solo se è stato violato o meno l’interesse pubblico, e garantisce lui stesso che il suo cemento non reca danno altrui.
Dice lo storico dell’arte Salvatore Settis che il decreto ‘Sblocca Italia’ traveste i costruttori in commissari delle grandi opere pubbliche e nella sostanza elimina ogni forma di controllo pubblico. Ogni richiesta, infatti, si intenderà accolta dalle Soprintendenze e dagli enti locali con la formula del ‘silenzio-assenso’. Ma si fa notare che da anni vari Governi hanno tagliato i fondi e il personale agli uffici dei soprintendenti, che non sono più in grado di rispondere nei tempi canonici, e pertanto è ingiusto dare la colpa a loro delle lungaggini burocratiche. Ma Renzi l’aveva detto: la parola soprintendente è una brutta parola, da togliere dal dizionario. Il nuovo ordine di scuderia è: deregulation. E appare ovvio che il premier nomini quale commissario per il disastro idrogeologico una persona non proprio competente in materia: il laureato in psicologia Erasmo D’Angelis. I geologi non vanno più di moda! Eppure Genova dovrebbe aver insegnato quali siano gli effetti di una concezione del cemento inteso come sviluppo.

Lo scardinamento del sistema di tutele
Fa notare il deputato Pd Massimo Bray (sostituito da Dario Franceschini come ministro dei Beni culturali e del turismo) che «così si scardina un intero sistema di tutele della salute dei cittadini, del territorio e del paesaggio. Con un decreto urgente è stata minacciata la democrazia, perché si va a stravolgere l’intero ordinamento normativo». Con lo ‘Sblocca Italia’ saltano gli standard minimi di servizi previsti dal DM n.1444/68. Saltano le conquiste degli ultimi decenni in materia urbanistica: risparmio del consumo del suolo, tutela idrogeologica, salvaguardia della bellezza e del paesaggio. Anche per l’ex-Presidente del Consiglio Giuliano Amato il suddetto Decreto sarebbe incostituzionale, non tenendo in debito conto i precetti costituzionali.

Maggiori rischi di corruzione
Non sono state zitte sull’argomento neanche le Autorità Garanti e la Banca d’Italia, per le quali «il ricorso a meccanismi derogatori alle norme ordinarie, allo scopo di ridurre i tempi delle gare, porterà a rischi di corruzione, oltre a ripercussioni negative sui tempi e sui costi nella successiva fase di esecuzione dell’opera». Più rischi di corruzione, dunque. Il burocrate di turno che deve dare il parere potrà oggi, più facilmente che in passato, essere convinto a stare zitto, dovendo valere il ‘silenzio-assenso’, là dove prima la non-risposta comportava una sanzione.
In conclusione il Governo Renzi, anziché cambiare verso mettendo freni all’attività edilizia abusiva e in nero, che soprattutto in questi ultimi anni di crisi economica ha devastato il territorio italiano, ha pensato bene di incoraggiare a continuare come prima, legalizzando quanto è stato fatto. Non dobbiamo dimenticare che le attività illegali, come già droga e prostituzione, costituiscono Pil (Prodotto interno lordo). E Renzi, che è furbo, deve aver pensato che presto potrà mostrare di aver raggiunto il pareggio di bilancio, facendo emergere l’attività edilizia abusiva di questi ultimi anni.

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