IL “GHIACCIAIO” DEL GRAN SASSO
Campo Imperatore (Abruzzo), così chiamato dall’imperatore del Sacro Romano Impero Federico II, comprende: stazione sciistica, Funivia del Gran Sasso, Osservatorio Astronomico, Giardino Botanico, Stazione Ornitologica d’Alta Quota di C. Imperatore, Albergo (rosso) dove fu tenuto prigioniero Mussolini nel 1943 -l’Hotel inaugurato nel 1934, stile razionalista (corrente sviluppata nel ventennio che si ispira alla classicità della struttura architettonica) è posto a oltre 2100 metri di altitudine, appartenente al Comune dell’Aquila, a seguito della deliberazione di sfiducia del Gran Consiglio del ’43 e l’arresto di Mussolini avvenuto a villa Savoia, trasferito, per sicurezza, il 12 settembre in tale struttura, fu ivi liberato dai tedeschi per via aerea e Renzo De Felice, nella “Breve storia del fascismo”, riporta che “Nel blitz ideato dal generale Kurt Student e condotto dal maggiore Hans Mors, del tutto marginale sarebbe stato il ruolo del capitano delle ss Otto Skorzeny, autoaccreditatosi in seguito come liberatore del Duce. “-, Ostello, Stazione Metereologica (Mondiale), Chiesa della Madonna della Neve, percorsi che conducono al Gran Sasso (Corno Piccolo e Corno Grande dove quest’ultimo può essere raggiunto in due modi: percorso standard e direttissima). Luogo di pascolo (greggi e mandrie), è stato oggetto anche di scene per film (es. Lo chiamavano Trinità.) Si formano dei “laghetti” dove gli animali si abbeverano. Il Gran Sasso (Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga) è la cima più alta degli Appennini, dove l’altitudine del Corno grande raggiunge i 2912 metri (Croce), presenta il Traforo del Gran Sasso (autostrada Roma-L’ Aquila- Teramo) che ha una lunghezza di 10 km (terza galleria in Italia per lunghezza) ed è presente l’Istituto INFN (Istituto Nazionale Fisica Nucleare). Presenti i nevai (deposito di neve che permane oltre la stagione) e il “ghiacciaio” del Calderone ma anche inghiottitoi (punti d’ingresso dell’acqua). In realtà, Il Calderone è formato da due glacionevati, ha visto, oltre la declassificazione da ghiacciaio a glacionevato, e la separazione in due glacionevati, la sua riduzione da decenni in estensione e spessore. Unico “ghiacciaio” dell’Appennino a settentrione ed esposto a nord, ha pertanto iniziato il ritiro e presentava anche crepacci (spaccatura di roccia o ghiaccio) e seracchi (parti di “rottura” del ghiacciaio a forma di cima o blocchi) ma oggi scomparsi. I nevai sono posti in diversi luoghi e altitudini (placche di neve, piccoli nevai, bacini di raccolta di pareti rocciose e piani), si generano con neve ed eventuali valanghe e si misurano in larghezza e profondità (es. il nevaio della “Conca degli Invalidi”, ultimo tratto per salire in cima alla vetta del Corno Grande). Gli effetti dei cambiamenti climatici interagiscono negativamente: caldo, siccità, poche nevicate, zero termico a quote più elevate (altitudine dove la temperatura raggiunge zero gradi). In generale, il ghiaccio si stacca dalla roccia a seguito del corso dell’acqua che si forma tra esso e la roccia (volume di ghiaccio che dallo stato solido passa per fusione allo stato liquido a causa del riscaldamento della roccia e genera anche torrenti e laghi che ne minano la stabilità della calotta e formano anche grotte di roccia e ghiaccio). Unico “ghiacciaio” dell’Appennino che da decenni ha iniziato il ritiro, i ghiacciai sono importanti perché, ad esempio, tramite i carotaggi si possono avere informazioni climatico-ambientali del passato. Oggi il Calderone si presenta come cima di massi e pietre con qualche “chiazza di neve”: i glacionevati. I ghiacciai, in generale, sono importanti perché generano acqua potabile per il pianeta, laghi, fiumi, torrenti e alimentano le falde. In Italia, i ghiacciai nel totale hanno qualche centinaio di km di estensione e sono in riduzione (metri cubi in meno). Il “ghiacciaio” del Calderone è il più meridionale d’Europa e il Gran Sasso la cima più alta del centro-sud Italia. Per affrontare la montagna, bisogna avere preparazione fisica e attrezzatura adeguata (cartina GPS, bussola, scarponi- suola vibram, impermeabili e traspiranti-, zaino, giacca antivento, pile, calze, occhiali -con lenti polarizzate e protettive-, cappello, borraccia, coppia bastoni, pronto soccorso, etc. e vestirsi a “cipolla” per affrontare lo sbalzo termico), rispettare la segnaletica (pannelli, tabella, segnavia, ometto, picchetto, altri segni), considerare rifugi o ricovero di pastori in caso di avversità, condizioni climatiche idonee per affrontare il dislivello, la lunghezza del percorso (pietraie, ghiaioni, pascoli, boschi, mulattiere, sentieri, canaloni, etc.), orientamento e saper leggere il paesaggio. Rispettare la Natura.
Lungo il percorso, una targa commemorativa che recita: <<La montagna non è un mostro che uccide. Le vite perdute lungo il suo dorso sono una sua ferita e vengono restituite con “salvezze offerte” ad altri che decidono di scalarla>>.
Foto: “Ghiacciaio” del Calderone, Corno Grande, Gran Sasso
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento