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IL FUTURO VISTO DAI GIOVANI

IL FUTURO VISTO DAI GIOVANI
Novembre 22
14:13 2021

Come sarà il mondo nel 2030? Quali cambiamenti ci aspettano? BNP Paribas Cardif, in collaborazione con Eumetra MR, lo ha chiesto ai giovani tra i 15 e i 30 anni con la ricerca Next Gen 2030. Ne emerge una visione ottimista – è certo che la tecnologia farà ulteriori balzi in avanti andando a trasformare tutti gli aspetti delle nostre vite, ma i giovani sognano una società tecnologica che sia più a “misura d’uomo”. Molti gli aspetti trattati, dal lavoro all’ambiente, dalla scuola alla salute, dalla casa all’intrattenimento, con risultati, a volte sorprendenti, vista la bassa età media del campione oggetto dell’indagine.

Al fine di creare un legame emozionale con i giovani a cui l’indagine è rivolta, BNP Paribas Cardif ha scelto di raccontare i risultati anche attraverso un video, strumento che più si avvicina al loro linguaggio, con uno storytelling con protagonisti tre ragazzi appartenenti alla Next Gen. Il video è improntato su una logica di gaming dove i tre giovani, riuniti attorno a un touch table si divertono a “toccare il futuro” con mano, provando a indovinare come sarà il mondo nel 2030.

Il video è disponibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=0LMWuGTf4mE

Secondo gli intervistati, i giovani immaginano un 2030 in cui le nuove tecnologie rivoluzioneranno il mondo del lavoro, con PC intelligenti, assistenti vocali e sistemi di monitoraggio della salute e del benessere del lavoratore (32%) e dove lo smartworking sarà per il 52% alternato con la presenza in ufficio, se non addirittura preponderante (34%). La digitalizzazione porterà anche a una riduzione dell’orario di lavoro, che per tanti intervistati (44%) diventerà di 5 ore al giorno. Ma in tutto questo mondo tecnologico, i ragazzi sono convinti che vivremo in una società in cui le discriminazioni di genere saranno pressoché superate (35%), l’aspetto fisico non sarà più fondamentale nelle relazioni sociali (32%) e avere una donna alla Presidenza della Repubblica o del Consiglio (26%) sarà la normalità.

Per i giovani, un’evoluzione in positivo della società sembra, quindi, essere quasi inevitabile, con un impatto anche sull’organizzazione delle città, che dovranno diventare più a misura d’uomo, soprattutto della popolazione con esigenze specifiche come mamme, anziani, disabili (33%), e sulla mobilità, con un’intelligenza artificiale che gestirà il traffico anche tramite semafori intelligenti (24%). Lo stesso ottimismo non si riscontra sempre per l’ambiente. Se da una parte molti immaginano la scoperta di nuove tecniche per riciclare e riutilizzare i prodotti (41%), non mancano, dall’altra, i pessimisti che prevedono un peggioramento del riscaldamento globale e dell’inquinamento (31%).

Per quanto riguarda il mondo dei social, dell’intrattenimento e della casa, cosa succederà nel 2030? Secondo quasi un terzo dei giovani intervistati (32%) i social attuali non esisteranno più e saranno sostituiti da altri, ed è ancora più avveniristica la visione di chi crede che ognuno avrà il suo social, impostato come desidera, da condividere con gli amici. In casa si immaginano, inoltre, TV più grandi, più sottili da stendere e srotolare sul muro. Ma c’è di più. Secondo i ragazzi le nostre abitazioni diventeranno tecnologiche, grazie alla domotica, presente in tutte le case (43%), salubri, con sistemi di purificazione dell’aria e di riduzione del rumore (37%) e sostenibili, alimentate esclusivamente da energie rinnovabili (36%).

In riferimento a questo contesto, Donatella Maisto, su Libero Tecnologia aggiunge: “Se è positivo che i giovani avvertano la necessità di cambiamenti e vedano il futuro smart e tecnologico, è necessario che a questa sensibilità si accompagni costantemente il coraggio di andare in profondità, di anticipare le tendenze, di partecipare invece di chiudersi, imparando a prendere decisioni incisive. È necessario che vengano forniti loro strumenti utili per non “subire” il futuro, ma per agire consapevolmente, per guidarlo, modificarlo, viverlo, colmando i più disparati gap: di opportunità, di genere, di competenze, di infrastrutture. Solo l’accesso alla conoscenza genera altra conoscenza.”

Per passare dalle intenzioni ai fatti, una mano la può dare una visita al Festival delle Scienze di Roma, 22-28 Novembre, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale link: https://www.auditorium.com/festivaldellescienze/

Nel 2006, la Scienza è entrata nella cornice dell’Auditorium Parco della Musica, un luogo dedicato alla musica e a tutte le sue connessioni con l’arte, il teatro e la letteratura, con l’intento di promuovere lo sviluppo della divulgazione e della diffusione della cultura in tutte le sue forme. L’idea centrale e‘ quella di incoraggiare una divulgazione scientifica come forma di educazione culturale.

L’edizione 2021 del Festival delle Scienze di Roma è dedicata al ruolo della scienza di fronte alle sfide globali. Un tema che sta particolarmente a cuore al Festival è quello della formazione e dell’aggiornamento degli insegnanti: anche l’edizione 2021 prevede un programma di webinar e laboratori a cura dei partner scientifici e culturali, dedicati al mondo della scuola. 

Il premio Nobel per la fisica 2021 è stato assegnato all’italiano Giorgio Parisi, ma in quanti hanno veramente compreso l’importanza del suo lavoro? E’ disponibile su Youtube un video-fumetto per spiegarlo, un format del tutto diverso dai tanti articoli e trasmissioni che ne hanno parlato in queste settimane, spesso senza la necessaria preparazione. Un modo simpatico e leggero, soprattutto per i più piccoli, di fare divulgazione scientifica, link: https://www.youtube.com/watch?v=XLa9dE11cx0
E a proposito di divulgazione scientifica, per saperne di più sulla teoria dei sistemi complessi si suggerisce di leggere il recente libro di Giorgio Parisi  “In un volo di storni”.

Sperando che la Scienza prima o poi possa entrare nella cornice delle Case della Cultura e degli Auditorium di ogni dove, prendendo in prestito il titolo del recente festival organizzato a Genova lo scorso 19 – 21 Novembre dalla rivista Limes, Velletri 2030 augura a tutti una buona Riscoperta del Futuro. Occorre generare dibattiti informati sui temi divisivi della transizione verso un futuro sostenibile. Occorre incoraggiare la divulgazione scientifica come forma di educazione culturale. Una caratteristica deleteria di tanti di noi italiani è quella di tendere a mantenere in vita le vecchie “due culture”, quella umanistica e quella scientifica.  Evidentemente l’establishment culturale italiano pensa ancora che ci sia una cultura di serie A (quella umanistica) e una di serie B (quella scientifica). Ma potete mai pensare che degli eventi che raccontano la biodiversità del pianeta, la formazione dell’universo, dei sistemi solari e della nostra stessa terra, l’origine dell’uomo, l’evoluzione della conoscenza scientifica, l’innovazione tecnologica, la transizione energetica verso un futuro sostenibile, possano essere considerati di serie B?  
 

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