Il Falco Pellegrino. Un importante indicatore ambientale
Dove sono presenti predatori apicali sono necessariamente presenti anche le loro prede a testimonianza di un ecosistema in salute. Un’affermazione semplice e rigorosa dal punto di vista scientifico che si può applicare al territorio del Parco Valle del Treja, nelle cui forre sono già state avvistate due coppie di questo magnifico rapace impegnate nella nidificazione. Al Treja siamo abbastanza lontani da grossi centri abitati, ci sono pareti a picco adattissime per fare i nidi e le prede non mancano.
Quindi la presenza del Pellegrino non è inaspettata, ma è comunque un motivo di soddisfazione, perché è la testimonianza concreta che le azioni di tutela del parco hanno contribuito alla salvaguardia dell’ambiente.
Nella lista rossa regionale la specie è ancora indicata come potenzialmente minacciata per la persistenza di alcuni fattori di rischio che suggeriscono cautela; tuttavia il Pellegrino sembra aver superato il periodo di crisi che lo aveva spinto sull’orlo dell’estinzione, risultando oggi generalmente in espansione nel nostro Paese.
La carta di identità
Il falco pellegrino è uno dei più formidabili predatori dell’aria, appartiene alla famiglia dei falconidi e di questa è una delle specie di maggiori dimensioni, è un rapace diurno con una nicchia ecologica particolarmente specializzata, alimentandosi esclusivamente di uccelli catturati in volo con una tecnica spettacolare. La femmina è più grande del maschio di circa un terzo: nella parte superiore è di un bel griglio-blu ardesia; la parte inferiore è chiara con delle piccole barrature orizzontali. È stanziale in Italia e vive in tutta Europa, dal Mediterraneo alla Lapponia. Nidifica in cavità rocciose a picco su coste marine, laghi, o nelle forre, come nel caso del Treja, a circa due terzi d’altezza dalla superfice. La stagione riproduttiva inizia a gennaio con i voli di corteggiamento del maschio e le battute di caccia in coppia. Il falco ha un volo potente e veloce, sa sfruttare le correnti ascendenti, eccezionalmente può bloccarsi in “spirito santo” ma è soprattutto famoso per la sua velocità, che in picchiata può raggiungere e superare i 300 chilometri orari.
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