IL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE (DUP) DEL COMUNE DI ALBANO. ANCORA UN’OCCASIONE PERSA
Alla fine di luglio 2018 la Giunta comunale di Albano ha approvato il Documento Unico di Programmazione (DUP) per il triennio 2019-2021. E’ il quarto anno che viene elaborato questo documento, previsto dalla legge, che ha come fine quello di consentire ai cittadini di comprendere il senso e le prospettive della programmazione dell’amministrazione comunale insieme ai risultati conseguiti.
Secondo la legge, il DUP si compone di due sezioni: la Sezione Strategica che ha un orizzonte temporale di riferimento che coincide con quello del mandato amministrativo (e cioè il programma del sindaco), sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato, la missione, la “visione” e indirizzi strategici dell’ente, in coerenza con la programmazione di Governo e con quella regionale. Tale processo è supportato da un’analisi strategica delle condizioni interne ed esterne all’ente, sia in termini attuali che prospettici, così che l’analisi degli scenari possa rilevarsi utile all’amministrazione nel compiere le scelte più urgenti e appropriate; la Sezione Operativa ha carattere generale, costituisce lo strumento di supporto al processo di previsione di indirizzi e obiettivi previsti nella Sezione Strategica, e contiene la programmazione operativa dell’ente avendo a riferimento un arco temporale triennale. Essa comprende, tra l’altro, la programmazione in materia di lavori pubblici, personale e patrimonio.
La legge è una cosa, la sua applicazione un’altra. Nel DUP 2019-2021 del Comune di Albano, come nei tre precedenti, la Sezione strategica è assente: non si parla delle linee programmatiche, degli indirizzi strategici del Comune e men che meno di come questi si inseriscano nella programmazione nazionale e regionale. Il documento è un coacervo di tabelle, di testi striminziti che non dicono nulla su cosa l’amministrazione ha promesso di fare nel periodo quinquennale di mandato, su cosa ha fatto, e cosa intende fare nel futuro, con quali risorse finanziarie; e non fornisce elementi per la verifica da parte dei cittadini dell’azione amministrativa. C’è da chiedersi il motivo di tutto questo. Si può azzardare una duplice disposta. Da un lato ad Albano non vi è una programmazione esplicita, documentata e condivisa con i cittadini, che guidi l’amministrazione nella sua azione (d’altra parte costruire il futuro in un Comune dove mancano gli assessori alla Cultura ed ai Servizi sociali è un po’ difficile); dall’altro vi è una carenza culturale ed operativa della struttura burocratica del Comune. L’esempio di Comuni “virtuosi” mostra che elaborare un DUP come prescritto dalle legge, un documento che dia corpo alla vera partecipazione democratica, si può, se soltanto si volesse.
L’articolo dell’economista Giorgio Sirilli mette il dto nella piaga di una classe dirigente che non è preparata nella gestione della res pubblica così come sarebbe necessario. Io non voglio offendere le collaboratrici domestiche ma molti bilanci delle amministrazioni comunali sarebero fatti meglio con la loro collaborazione. Siamo di fronte ad un decadimento dei politici e di questo la società ne risente. Ma si può chiedere a costoro nozioni e pratiche di tattica e di strategia, di programmazione economica e di progetti se non si conosce nemmeno l’abc domestica? L’A. dell’articolo non dà giudizi di merito, e fa bene, ma si nota in esso uno sconforto che io condivido pienamente.