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IL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE DEL COMUNE DI ALBANO LAZIALE E LA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA

IL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE DEL COMUNE DI ALBANO LAZIALE E LA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
Aprile 04
19:28 2023

 

E’ ormai il sesto anno che la giunta del Comune di Albano Laziale predispone il Documento Unico di Programmazione (il DUP 2023-2025). Più volte ne è stata evidenziata l’inadeguatezza e sono state avanzate proposte di miglioramento, ma vox clamans in deserto. Per quanto è dato sapere, negli altri Comuni dei Castelli Romani la situazione non è tanto diversa. Eppure, laddove si voglia e si abbia la capacità di predisporre un documento che assolva i compiti istituzionalmente prescritti, si possono ottenere risultati di tutto rispetto: basta leggere gli eccellenti DUP dei Comuni di Prato e di Siena. Lì il cittadino comprende con chiarezza, dati alla mano, qual è la programmazione del Comune.

Il DUP 2013-2025 di Albano è un coacervo di tabelle, di testi striminziti, di schemi dettagliati disomogenei tra loro e difficilmente interpretabili; è un voluminoso documento di 353 pagine, senz’anima, di mediocre fattura, che non dice nulla su cosa l’amministrazione ha promesso di fare, su cosa ha fatto, e cosa intende fare nel futuro, con quali risorse finanziarie. Manca la vera programmazione della città nel contesto sociale ed economico a livello regionale, nazionale, europeo, come sono completamente assenti proposte concrete e specifiche su come si affronterà la grave situazione finanziaria che costringe l’amministrazione a tagliare alcuni servizi. Il documento peraltro non fornisce elementi per la verifica da parte dei cittadini dell’azione amministrativa – il concetto di accountability, e cioè la rendicontabilità nei confronti dei cittadini di ciò che l’amministrazione fa, è totalmente assente.

Quest’anno vi è una novità che balza agli occhi: si prevede di realizzare 18 progetti di lavori pubblici per 20 milioni di euro in tre anni da finanziare con il PNRR, roba da libro dei sogni. Nella normalità il Comune riesce a spendere due milioni all’anno, pensare che la sua capacità di spesa possa quadruplicarsi è puro sogno. In questi giorni è stato definitivamente accertato che i Comuni italiani avranno enormi difficoltà a spendere i soldi del PNNR. Figuriamoci la struttura amministrativa di Albano, formata da pochi funzionari, che dovrà progettare, eseguire e rendicontare con gli stringenti criteri europei – umanamente impossibile.

Appare evidente che se ad Albano il DUP fallisce gli obiettivi imposti dalla legge, è per una precisa scelta politica, per una carenza culturale ed operativa della struttura burocratica del Comune, per una gestione del tirare a campare, per una strutturale incapacità programmatoria.

Sorgono alcune domande: gli assessori che hanno approvato il DUP, lo hanno letto? E i consiglieri che lo discuteranno nella seduta del consiglio comunale del 6 aprile, dopo aver attentamente letto le 353 pagine, lo approveranno? E cosa diranno i consiglieri di minoranza di fronte ad un DUP proposto per la sesta volta senza un minimo miglioramento?

Il DUP è uno strumento di partecipazione e controllo dei cittadini: ciò avviene in Comuni come Prato e Siena, perché ad Albano Laziale no? Gli arbanesi dove sono? Non risulta che nei sei anni passati siano andati a Palazzo Savelli armati di forconi rivendicando il loro diritto. Per sei anni è andata bene così e quindi non c’è ragione di cambiare … e la democrazia va a ramengo.

 

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