Il deserto
Pugni di secche spine, staccati dalle arse piante,
spinti dal simun, vi rotolano.
Nascon dal suolo rovente bassi turbini di sabbia,
che, come folletti danzanti,
li accompagnano.
Le dune, sferzate dal vento,
mutan di forma.
E si spostano.
Miliardi di granelli di sabbia in perpetuo movimento.
All’orizzonte un panorama immutato.
Tutt’intorno un giallo universo,
magico e spietato.
Né gioia né gloria vi trovano i padroni del mondo
che l’anima han perduto nel tragitto.
Uomini prediletti.
Per 40 giorni ci han vissuto.
Purificandosi.
Pregando.
Disidratandosi.
Meditando.
Depurando il corpo.
E poi….
Come di crisalide il miracolo.
L’anima che si trasforma e si rafforza di nuova Divina essenza.
Nell’ora di punta, nel giallo abbagliante,
i confini si attenuano, tra la terra e il cielo,
tra la vita e la morte.
Poi scende la sera e quando il simun si acquieta,
un silenzio assoluto ti circonda
e con gli ultimi raggi prestati dal sole,
la luna illumina il cielo.
Milioni di stelle e pianeti
E ora che sai di essere solo un misero granello di sabbia
in questo universo, se vuoi,
puoi risvegliare l’amore dalla tua anima,
quello che non si tocca e non si vede,
quello che dona senza chiedere niente,
quello vero,
quello che viene dal cuore.
Dio prima creò la terra con i laghi e i fiumi,
perché l’uomo potesse viverci confortevolmente,
poi creò il deserto,
perché l’uomo ci ritrovasse la propria anima.
di F.A.
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