Il decoro urbano
Il “Parco Madonna della Neve” è costato ai contribuenti due milioni di Euro per la proprietà, oltre 170.000,00 euro (lavori del 20/05/2009) per realizzare parte del muro e cancelli, una nuova spesa (del 14/09/2009) di 329.500,00 euro “per la valorizzazione” di che? Prima delle elezioni Regionali del 2010 abbiamo tempo per altre “valorizzazioni” e quindi una grande inaugurazione. Grazie assessori. Per contrastare questa supremazia, circa due anni fa la vecchia amministrazione sottraeva un centinaio di metri quadrati al già misero “Parco Dandini”, scopo realizzare un ‘punto d’incontro’ nel mezzo di un incrocio, naturalmente condito da muri di guardia. Quest’opera, attribuita sempre alla Regione Lazio (tasse dei cittadini), investe 61.766,00 euro. Sono finanziamenti e soldi da spendere, se riteniamo che sia iniqua ne modificheremo lo stato e l’utilizzo, tanto paga “Pantalone”. Rientra in una normale gestione che un paese per natura e tipologia turistica curi parchi ed aspetto urbanistico. Una lotta al decoro urbano (vedasi scempio manifesto, manifestini e cartelli fai da te presenti in tutti i pali del territorio), all’ambiente accettabile, è senza dubbio l’obiettivo di uno sviluppo turistico. Cosa meglio di un mega schermo pubblicitario, stile Los Angeles, all’ingresso del paese, che come biglietto da visita, può attrarre turismo? Certo, abbiamo provato con i discendenti pluviali a palazzo Savelli (fortezza medioevale), abbiamo istallato antenne per telefonini (sempre a palazzo Savelli), infine abbiamo giocato il jolly: “Scenografie nel torrione” con finte merlature che nascondono antenne per telefonini (neanche a dirlo, ancora a palazzo Savelli). Mi chiedo, perché no un “bad and breakfast” a palazzo Savelli? Coordinare le necessità con il decoro urbano dovrebbe essere un progetto amministrativo. Non sarà certo l’innalzamento di un muro a bloccare l’ipotesi di uno sviluppo turistico e sociale nel nostro paese. Il problema è l’abbattimento del muro dello stagnante pensiero politico, troppo spesso nel disinteresse o coinvolto in interessi privati, molto legato alle famiglie (vecchie e nuove) con intenti feudali che controllano lo sviluppo del nostro paese.
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