Il Cristo di Wilde e Pasolini
Un nuovo saggio di Aldo Onorati
L’editore Paolo Loffredo di Napoli ha pubblicato, in questi giorni, nella collana “Mosaic” diretta da un gruppo di docenti universitari italiani, un breve ma intensissimo saggio di Aldo Onorati, dantista e scrittore. Egli stesso dichiara, ad apertura: “Da tempo mi si elabora nella mente, dico da molto tempo, di scrivere alcune considerazioni non su Gesù, perché sarebbe presunzione in quanto non sono né teologo né sacerdote…, ma su due tra gli infiniti suoi “interpreti” affascinati dal Maestro di Galilea in modo del tutto particolare: Wilde e Pasolini”.
Dal contesto emerge una conoscenza profonda e documentata di Onorati non solo delle opere dei due autori (per Wilde soprattutto il “De profundis” scritto in carcere e per Pasolini principalmente il film “Vangelo secondo Matteo”, con didascalica attenzione alle scelte raffinatissime dei commenti musicali di Pasolini per il suo capolavoro assoluto sulla vita di Gesù. Ora, il breve testo si divide in due parti, secondo gli “interpreti” esaminati; ma queste parti si legano attraverso una serrata analisi dei punti di contatto e di contrasto fra lo scrittore irlandese e quello italiano, vissuti in tempi diversi, in zone diametralmente opposte in fatto di visione sociale e morale. La biografia di entrambi è solo un cenno, che dà il via a considerazioni sempre inerenti al problema Gesù, visto da Wilde come un eroe romantico e da Pasolini come un uomo “divino” per la sua coerenza, l’alto insegnamento, il sacrificio, la grandezza spirituale. La prima parte è un esame dettagliato del settore centrale del “De profundis”, con lacerti di commenti e spiegazioni di Onorati (e riferimenti ad altri autori quali Hegel, ad esempio, per quanto riguarda i commenti ai Vangeli); la seconda parla non solo del cinema di Pier Paolo, ma anche delle opere in cui è presente la figura di Cristo.
Onorati aveva ventuno anni quando ha intervistato Pasolini per la prima volta (questa preziosa intervista è alla fine del testo) e fra loro è nata un’amicizia intellettuale durata diversi anni: ci sono pagine in cui Aldo racconta degli incontri con Pier Paolo, Moravia, e soprattutto Carlo Levi: testimonianze inedite, documenti di prima mano che arricchiscono il libro attraverso la pittura d’un’epoca. Esce fuori un Pasolini profondamente religioso, che Onorati non teme di definire un “mistico sui generis”. Insomma, in poche pagine, l’autore condensa tante intuizioni, riflessioni, citazioni rare. E tutto con una partecipazione unisona nell’ammirazione per il Cristo. Però – e questo è importante e distintivo – Onorati non fa sconti a nessuno: porge con la maggiore oggettività possibile le cose e quando interviene con giudizi personali lo fa sempre nell’ambito “del possibile”, vale a dire col dubbio fecondo di chi non sta in cattedra, ma cammina accanto ai suoi personaggi, cercando di capire, insieme a loro, quale forza trainante (nel nostro caso l’ammirazione per Cristo) fa di Gesù (come dice il Mahatma Gandhi) “la più grande fonte di energia spirituale della storia”.
(Fonte, Leggere:tutti)
Aldo Onorati
“Il Cristo di Wilde e Pasolini”
Paolo Loffredo, Napoli, marzo 2020
pag. 60, Euro 6,50
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