IL CONTR’UNO REMIX O DELLA SERVITÙ VOLONTARIA
Nella splendida cornice della Sala ToniUcci di Castel Gandolfo, c’è stata la presentazione del libro di Fabrizio Odetto. Il Contr’uno Remix è la versione restaurata dell’opera di Ètienne de La Boétie del 1549. Questo giovanissimo autore francese, scrisse un testo sul libero arbitrio per attuare una sorta di rivoluzione culturale. La disobbedienza civile è un concetto praticamente embrionale per l’epoca, pertanto, la sua narrazione in difesa dei diritti dell’uomo contro la tirannia, è uno dei testi più innovativi sull’argomento. Fabrizio Odetto è stato impegnato in un lavoro di decodificazione linguistica durato mesi, durante i quali è passato in rassegna della traduzione desueta del 1864 fino alle ristampe del 900. Il suo minuzioso lavoro è ben fatto, di precisione, in quanto preserva la poesia originaria e l’efficacia dei concetti fondanti. Il libro dimostra la necessità di ripensare la servitù volontaria anche nel contesto contemporaneo. Chissà se è proprio vero che, il diritto interazionale e le moderne democrazie, sono garantiste di ogni forma di tirannia. Il despota si rinvigorisce ogniqualvolta prevale la mancanza di coraggio del popolo. Opporsi con forza, anche solo verbale, in difesa del diritto alla vita di qualsiasi uomo, accende la libertà e scongiura dal pericolo di perdere oltre alla libertà anche la propria umanità. La storia ha cristallizzato svariati esempi della risultanza del silenzio/assenso del popolo; esso così facendo sostiene il potere del tiranno, il quale polarizzando il male sociale sul nemico comune manipola le folle. L’ antidoto contro le nuove forme di schiavitù, secondo l’intenzione dell’autore sono: la cultura e i libri. Questi strumenti abilitano l’uomo a riconoscere sé stesso e i diritti fondamentali da preservare. La libertà bisogna volerla, desiderarla, prima di poterla ottenere. Una rivoluzione inaspettata sottesa in queste semplici parole: non occorre che il tiranno lo scacciate con la forza, non serve buttarlo giù dal trono: basta smettere di sostenerlo, simile a un gran colosso a cui si tagliasse via la base, eccovelo a terra, cadere sotto il proprio peso, e andare in mille pezzi!
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