Il consumismo del neopaganesimo? Riflessione a posteriori sul 31 ottobre
(Riflessione a posteriori, anche se sappiamo che in ogni regione italiana per le notti fra il 31 ottobre e il 1 novembre e quella successiva tra il 1 e il 2 novembre, esiste una ricca tradizione rituale – dall’acqua per i defunti al ‘ben dei morti’, al pasto accanto al caro defunto – da far… impallidire Halloween – n.d.r.)
Il consumismo del neopaganesimo, anche quest’anno, sfila allegro e disinvolto per le strade. Madri solerti impiastricciano il volto delle loro creature fino a renderlo cadaverico e, nel vuoto di senso collettivo, anche la mise è altrettanto mostruosa: grembiuli insanguinati, teste trafitte da coltelli, teschi, cappelli da strega, corna ecc. Davvero non dorme mai l’impegno nel promuovere l’orrido! Il regno delle tenebre scorre laborioso e nelle chat delle famiglie 2.0 imperversano appuntamenti, foto e video.
Vanno rianimandosi le stradine, quasi disabitate, dei vecchi borghi della provincia che diventano il set dello spettacolo diffuso. Le nonnine, anche per vincere la lunga monotonia della solitudine, attendono dietro le porte l’avvento dei mostriciattoli. Le loro mani consumate dal tempo non sgranano il rosario, ma ricolme di dolciumi nutrono di sperperi bambini qualche volta ‘abbondanti’.
Questa trovata angloamericana che, come il Babbo Natale della Coca-Cola, occhieggia alla società interetnica è oramai radicata, ben al di là del calendario civile e religioso, tant’è che alcune attività sono sospese e altre subiscono rallentamenti. Soppresse per legge le tradizionali festività (San Giuseppe, Ascensione, Santissimo Sacramento, Santi Patroni e Unità nazionale) attecchiscono quelle false che s’inchinano a mammona. La Chiesa con il solito ritardo culturale, già denunciato da Morra, ha lanciato il suo monito parlando di ricorrenza blasfema. L’appello non ha riscosso consensi inanellandosi in una più ampia serie di ‘sconfitte’ (fede come fatto privato, processioni ridotte, cattedrali chiuse ecc…)
Tra gli insospettabili servi di Halloween c’è anche la pubblica istruzione. La scuola delle tre i (internet, inglese, impresa) custode infedele di conoscenze e valori, totalmente incapace di fornire un’argomentazione critica, non vuole i crocefissi e preferisce scheletri, zucche vuote, ragni, zombi ecc. Addirittura, come da anni accade in una realtà di confine, gli insegnanti danno vita ad un gruppo di lavoro che, su base volontaria, rende spettrale tutto l’istituto. Viviamo in mondo feroce, spesso irrispettoso della persona umana con, all’ordine del giorno, violenze e omicidi, è davvero necessario abbrutire, anche istituzionalmente, la vita dei più piccoli? L’educazione dovrebbe centrarsi sulla verità, la bontà e la bellezza. Finalità da non dimenticare mai, proprio perché l’intelligenza superiore, la coscienza di sé e le altre prerogative umane vanno promosse e sorrette nel percorso di crescita. Nel solco scavato dalla relazione educativa, il corretto apporto degli adulti evita di aggiungere ombre e tende a liberare i bambini dalla confusione egocentrica.
Evidentemente, la propensione all’acquisto della futilità (maschere, trucchi, sangue finto, dolcetti ecc.) non ha nemici. La sera del 31 ottobre vuole mostrare il suo volto trasfigurato, per poi tornare all’effimera quotidianità che scende dai crossover cellulare alla mano, sfoggia abiti griffati, porta a spasso il cane di razza ecc.
Nell’Italia, dove da poco, ha fatto il pieno di voti il partito Dio, patria e famiglia sembrerebbe che non ci sia traccia, nella coscienza delle persone, del pensiero conservatore. Il consumismo degli eterni scontenti, come lo chiama Veneziani, ha forse scelto, per poi gettarlo, l’ennesimo prodotto politico elettorale?
Nell’immagine web: ‘ossa dei morti’, dolcetti tipici delle feste d’autunno e ricorrenze d’Ognissanti e dei Defunti, prodotti nelle più svariate varianti e ricette in molte regioni italiane (n.d.r.)
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