Il Consiglio Onu dei Diritti Umani giudica l’Italia
E’ iniziato ieri l’Esame periodico sull’Italia del Consiglio Onu dei diritti umani. I documenti, le prove e le testimonianze presentate dal Gruppo EveryOne e da altre organizzazioni inchiodano il nostro Paese alle sue gravi responsabilità
Ginevra, 10 febbraio 2010. Ieri, 9 febbraio, è iniziato il cosiddetto “Esame periodico sull’Italia del Consiglio Onu dei diritti umani”. Il Consiglio sottoporrà il nostro Paese a un giudizio a 360°, riguardo al rispetto dei Diritti Umani, dopo aver accolto integralmente le denunce e i dossier (corredati da prove e testimonianze) presentate dal Gruppo EveryOne, in particolar modo quelle riguardanti:
– l’illegittimità delle norme contenute nella Legge 94/2009 sulla sicurezza;
– la persecuzione istituzionale dei Rom e dei Sinti, che si svolge attraverso con la realizzazione metodica e capillare di un programma di apartheid, pulizia etnica ed espulsione di massa;
– le innumerevoli violazioni dei diritti dei popoli, della persona e dell’infanzia che si verificano durante gli sgomberi di insediamenti di fortuna, senza alternative alloggiative;
– le condizioni di vita inaccettabili, i trattamenti inumani e degradanti, i pestaggi, le torture, l’induzione al suicidio che avvengono nelle carceri e nei Cie;
– il mancato rispetto, a volte addirittura criminale (come nel caso dei respingimenti), dei diritti dei migranti, dei profughi e dei richiedenti asilo;
– le deportazioni (anche per motivi di ipotetica “sicurezza”) di migranti o persone extracomunitarie in Paesi dove rischiano trattamenti inumani e degradanti, tortura e anche morte;
– la propaganda xenofoba e razzista condotta da personalità politiche nei comizi a attraverso i media
– le politiche intimidatorie nei confronti degli attivisti.
Il Gruppo EveryOne attende da parte del Consiglio una posizione ferma e obiettiva e decisioni basate sulle prove, i documenti, le testimonianze, le rassegne stampa, i dati (forniti loro non solo dal nostro gruppo, ma anche da altre organizzazioni serie e da vittime degli abusi istituzionali). Qualsiasi posizione ambigua o diplomatica consentirebbe il prosieguo di azioni razziste, xenofobe e repressive che cagionerebbero la perdita di migliaia di vite umane, la tragedia umanitaria di molte famiglie e l’affermarsi di una cultura dell’odio e dell’intolleranza che ci ricondurrebbe a epoche in cui i Diritti Umani erano solo una chimera.
Contatti:
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