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Il colosso d’argilla

Settembre 27
08:22 2010

Il sistema politico italiano è tra i meno stabili in occidente. Il Governo che ha ottenuto il mandato popolare si trova in affanno per problematiche interne. La rivendicazione di portare a termine la legislatura è pertinente, anche se divisioni di partito non garantiscono un ipotetico numero legale di maggioranza. Il Governo ed il Parlamento debbono proporre e promulgare leggi e normative di interesse nazionale per i cittadini. Una libera coscienza di voto dovrebbe indirizzare, al di là delle appartenenze partitiche, gli indirizzi sociali, eludendo gli interessi di casta ed individuali. È chiaro che in questo caso non stiamo parlando dell’Italia. La dialettica d’agosto ha riempito telegiornali e rotocalchi. Il ritorno dalle ferie riporta la realtà. La politica italiana è in mano a teatranti.

La Lega ha solo interesse nella difesa di una ricchezza acquisita, restando indifferente alla fuga di capitali nordisti, di giri di fatture false, di truffe alla sanità. Non usa mezzi termini, incita alla violenza, alla secessione (di cosa, considerato che non esistono neanche come regno se non sotto l’Austria), di marciare su Roma con un milione di persone (a Benito ne bastarono ventimila).

Un Governo succube di Gheddafi, dalla sceneggiata in Italia dove ha dimostrato di essere regista di una farsa grottesca, circondato da politici e ministri dello Stato, alla ridicola richiesta all’Europa di cinque milioni di euro per fermare la migrazione (così può colonizzare il deserto con tutti i disperati perseguitati in Africa). Caro show-man, con 5 milioni stipendiamo tutti gli emigranti nelle proprie nazioni, evitando migrazioni e dandogli una dignità di sviluppo. Sull’episodio del peschereccio il Ministro degli Esteri ha detto: sapevano di essere in Libia; ed aggiunge Maroni: i libici hanno chiesto scusa. Dichiarazioni nette e coerenti. Oramai i libici considerano tutto casa loro, le acque internazionali, l’Italia, gli africani. Dopotutto, sotto la supervisione dei nostri finanzieri, hanno dimostrato come si affronta un ipotetico respingimento di emigranti, siciliani o africani quali fossero.

Con l’inizio del campionato di calcio si mettono a frutto gli ultimi acquisti, veri e propri colpi di mercato. Il Presidente del Milan è attivo, un deputato dal Palermo, un senatore dal Napoli. Questa è coerenza signor Presidente: rispetteremo il mandato degli elettori senza imbrogli o inciuci di palazzo, non ci servono arbitri che ci regalino la partita. Il teatrino continua, Fini ha aperto un’immobiliare. Da due mesi l’Italia è bloccata dalla casa di Montecarlo, lo scontro politico è cruento, il destino dell’Italia passa per un’agenzia immobiliare. Tutti, parlamentari e ministri vogliono sapere della casa. A nessuno interessa degli indagati in parlamento, della crisi economica, di una ripresa a stento, della perdita dei posti di lavoro, una casa privata di un ex partito – A.N. – è fondamentale per il prosieguo della politica italiana.

Cosentino: “La vittoria del garantismo sul giustizialismo“, in fin dei conti si indaga solo su attività criminali delle famiglie camorristiche, mica di case. L’imputato dichiara: “Finalmente la possibilità di difendermi nel processo. Solo là potrò dimostrare la mia totale estraneità ai fatti e l’infondatezza delle accuse contro di me“. Chiaramente le accuse non possono essere utilizzate, cosi come avviene con tutti i cittadini italiani.

L’Italia teatrale non è solo politica, gli industriali si sono accorti che qualcosa non è reale. La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia dichiara: “Quando si dice che siamo andati meglio di altri Paesi non è vero, siamo stati fortemente colpiti dalla crisi“. Prosegue: “Vogliamo che la politica si concentri su crescita e occupazione. I problemi dell’occupazione non attendono i passaggi di parlamentari da una parte all’altra, pretendono risposte serie e immediate“. La Presidentessa si è accorta che in questa Italia, fuori dalla crisi, l’occupazione diminuisce; Alitalia (altra bufala elettorale) in crisi parla di riduzione di personale; Fincantieri pensa di chiudere Castellammare di Stabia, 680 impiegati ed un migliaio nell’indotto; il cantiere navale di Trapani si appresta a tagliare tra i 250 e i 300 posti di lavoro.

Molto sarebbe da aggiungere a questa farsa teatrale, dove i cittadini italiani interpretano un ruolo di figuranti alla ricerca di un posto in prima fila. È purtroppo con i primi attori e registi, che non troviamo un copione che ci permetta di vincere un premio di ripresa sociale.

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