Il Centro sportivo Divino Amore deve tornare ai cittadini
Roma, 18 luglio – “Il Centro sportivo Divino Amore deve tornare ai cittadini e la società sportiva Virtus Divino Amore non deve chiudere. CasaPound Italia è al fianco dei ragazzi, delle famiglie e dei lavoratori ed è disposta anche ad occupare la struttura se non saranno date risposte certe sul futuro di questo centro d’aggregazione e di cultura sportiva punto di riferimento non solo per il quartiere, ma per tutta la città, che per colpa di loschi affari anche a livello di Vicariato, rischia di essere strappato alla sua comunità”. Così Mauro Antonini, responsabile del Lazio per CasaPound Italia, sulla situazione del centro sportivo, che presenta irregolarità contrattuali e fiscali.
Commissariato nel 2014 insieme al Santuario del Divino Amore per i forti debiti accumulati, fu tenuto in vita anche grazie ai 18mila euro di utenze pagate dalla società sportiva, intenzionata a proseguire le attività nel centro. Quando la società in questione ha rilevato le attività in accordo con la parrocchia, la situazione era compromessa: il bar era senza licenza, gli impianti sportivi senza agibilità, i fogli catastali non corrispondevano alla reale divisione della struttura, non c’era un sistema di scarico sanitario a norma e quindi mancava l’agibilità edilizia. Il bar rimase chiuso per cinque mesi, la società sportiva regolarizzò la parte catastale, della licenza e di agibilità, tranne quella edilizia che non poteva essere fatta vista la mancanza del sistema sanitario fognario. Ciononostante, a gennaio 2016 il Santuario venne ricommissariato ancora una volta, il Santuario fece causa alla società sportiva dicendo che, oltre a pagare tutti i debiti accumulati, non ci sarebbero stati sconti sull’affitto e che tutti i lavori sarebbero stati a carico della società. Dopo mesi e mesi di mediazioni, ad aprile 2016 il Santuario chiese alla società sportiva di pagare utenze per circa centomila euro.
A luglio 2017 dopo varie trattative di mediazione, la società sportiva riuscì ad ottenere i lavori del sistema fognario, ma ancora oggi manca l’agibilità edilizia. Con 70mila euro fu chiesto alla società sportiva di chiudere la causa, in cambio la parrocchia avrebbe fatto i lavori in questione. Ma a luglio 2017 fu rimosso il parroco e saltarono gli accordi. A tutt’oggi, dopo aver pagati altri centomila euro di utenze e spese varie, la società sportiva rischia di rimanere a bocca asciutta, perché il Vicariato ha deciso di affidare la struttura al CSI, ente sportivo della Chiesa. Nell’operazione figuravano l’avvocato Lucia Marini, suo promotore, legale per 30 anni di monsignor Andreatta, a sua volta consigliere ecclesiastico del CSI, ultimo commissario straordinario della struttura, rimosso quando erano ancora in corso le trattative. La società sportiva ha reagito con una raccolta firme per una petizione inviata alle autorità ecclesiastiche in cui si chiede di riottenere la gestione del centro sportivo, per il bene dei cittadini. Ma dopo mesi non ha ottenuto risposta.
“Siamo stati i primi ad essere contattati – spiega Antonini – e, a differenza di altre formazioni politiche, abbiamo dato il totale sostegno alla società sportiva e alla comunità, e puntiamo a sensibilizzare l’opinione pubblica con iniziative che mettano il Vicariato di fronte alle responsabilità acclamate nella vicenda”. “Dopo anni di grandi sacrifici, non solo economici, il 31 luglio la Virtus Divino Amore rischia di chiudere per sempre, CasaPound si impegna a fare di tutto per evitare che questo accada”, conclude Antonini.
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