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IL CENTENARIO DEL CNR. UNA RIFLESSIONE SULLA BELLEZZA DELLA SCIENZA

IL CENTENARIO DEL CNR. UNA RIFLESSIONE SULLA BELLEZZA DELLA SCIENZA
Novembre 23
21:51 2023

Il 18 novembre si è chiuso ufficialmente il Centenario del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), istituito nella stessa data del 1923.

La cerimonia conclusiva, a cui ha presenziato il presidente Mattarella, è giunta al culmine di una serie di appuntamenti, manifestazioni, mostre, seminari e convegni che hanno visto il coinvolgimento della comunità scientifica del CNR, un ecosistema di circa 10 mila persone attivo su tutto il territorio nazionale e nelle zone di frontiera della ricerca quali Artico e Antartico.

Il CNR, il più grande ente di ricerca italiano, affronta le sfide del nostro tempo in molteplici settori: salute dell’uomo e del pianeta, ambiente ed energia, alimentazione e agricoltura sostenibile, trasporti e sistemi di produzione, tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, nuovi materiali, sensori e aerospazio. Ma anche scienze umane e tutela del patrimonio culturale, scienze sociali, bioetica, scienze e tecnologie quantistiche, intelligenza artificiale, tecnologie abilitanti.

Il centesimo anniversario dalla fondazione del più grande ente di ricerca italiano è stato l’occasione per fare una riflessione a tutto tondo sul ruolo della scienza nella società e per proporre un programma di iniziative per riflettere sulla collocazione di questa importante istituzione all’interno del panorama culturale nazionale e internazionale, e sul suo contributo al progresso scientifico e civile.

La ricerca è un’attività umana dalle mille dimensioni: estetiche, etiche, artistiche che, come richiamato nella scritta che campeggia nell’aula magna del CNR “La luce della scienza cerco e ‘l beneficio”, (frase attribuita a Leonardo da Vinci), è finalizzata alla conoscenza del mondo e all’utilizzo dei risultati per la risoluzione dei problemi dell’uomo. La ricerca è il cuore pulsante del processo della conoscenza, volta ad aprire nuovi orizzonti per capire come funziona il nostro universo. Come ricordato da Luisa Torsi, la ricerca nei settori delle scienze fisiche e naturali e in quello delle scienze umane e sociali si sviluppa in modo inestricabile con la dimensione artistica: insieme consentono lo sviluppo umano, spirituale, sociale, economico di cui abbiamo bisogno per affrontare le incognite del futuro.

Guardando alla storia dei primi 100 anni del CNR, il premio Nobel Giorgio Parisi ha affermato: “Il CNR ha una storia di successi straordinari, ma nonostante questi successi l’ente, come tutto il comparto della ricerca, è sottofinanziato. Viene naturale la domanda, se abbiamo ottenuto tutto questo con finanziamenti scarsi per la ricerca, quali meraviglie saremmo stati in grado di ottenere con finanziamenti adeguati? I finanziamenti diretti dello Stato coprono gli stipendi o poco più e la quasi totalità delle ricerche viene finanziata con i fondi ottenuti mediante finanziamenti a progetto, italiani o europei, contratti con amministrazioni pubbliche e anche con privati. L’assoluta scarsezza di fondi da destinare autonomamente a imprese scientifiche impedisce al CNR di essere in grado di fare scelte strategiche sulla direzione nella quale sviluppare la ricerca”. Con un efficace esempio, lo scienziato ha detto che “Il futuro dei paesi avanzati e quindi dell’Italia si gioca su scienza e ricerca. Non finanziare adeguatamente la ricerca è come mangiarsi le sementi invece di seminarle”.

Attualmente il CNR sta ricevendo i fondi straordinari del PNRR ma, al termine del Piano nel 2026, si creerà un “buco” di bilancio che andrà necessariamente colmato con gli stanziamenti ordinari. Parisi ha proposto una soluzione: una revisione del Patto di stabilità con lo scorporo degli investimenti per ricerca scientifica che permetterebbe un deciso cambiamento di rotta al livello europeo, di raggiungere gli obiettivi fissati a Lisbona nel 2000, di arrivare in tutti gli Stati a un’economia fondata sulla conoscenza.

Al termine della cerimonia ha preso la parola il presidente Mattarella. Nel suo intervento, non previsto dal programma, il presidente, facendo riferimento allo slogan scelto per la celebrazione del centenario “La ricerca venuta dal futuro”, ha citato il verso del poeta Rilke “Il futuro che entra in noi” per affermare che il futuro entra in noi attraverso la ricerca. Nel ringraziare i ricercatori del CNR per il prezioso lavoro che svolgono per il bene del Paese, ha sottolineato con forza che la ricerca, con il suo reticolo di collaborazioni, unisce i popoli e quindi è un potente strumento di pace, particolarmente prezioso in questo difficile momento storico di tensioni internazionali.

 

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