Il Castello Farnese
Comune in provincia di Viterbo, a 42 metri d’altezza, Montalto di Castro sorge lungo la via Aurelia, e si colloca in quella più popolare e accreditata della Maremma Viterbese, di cui Montalto è uno dei centri più attivi, ai confini occidentali tra il Lazio e la Toscana. La cittadina si alza vicino al mar Tirreno, dove si è realizzato dagli anni Sessanta del Novecento il centro di Marina di Montalto.
Del Castello medioevale la prima mansione risale all’853. Subì una prima distruzione nel 1195. Ricostruito, nei secoli successivi fu teatro dei continui dissidi tra la Chiesa di Roma e i signori che si succedettero nella proprietà feudale, che furono i Prefetti di Vico, gli Orsini, i Colonna, i d’Estouteville e i Farnese. Sotto questi ultimi il feudo di Montalto fece parte del ducato di Castro, e, come Castro, finì per essere rasa al suolo nel 1649 e successivamente ricostruita.
Il Castello Farnese è in pratica l’unico elemento edilizio che si salvò dalla distruzione, mantenendo almeno la struttura merlata originaria datagli dai Farnese; tuttavia la grande mole rivestita in mattoni è stata ristrutturata nel corso dei secoli. Sulla torre è incastonata una lapide del Duecento che ricorda la ricostruzione operata dagli Orsini dopo la distruzione del Castello da parte del Papa Pasquale II nel 1109.
L’assetto urbanistico del centro storico accenna a vaghi ricordi medioevali con piazzette, viuzze, voltoni, pezzi di mura di cinta tra cui si nota subito la Parrocchiale settecentesca, ricostruita certamente su una chiesa preesistente. Su tutti domina il Castello che, ampiamente rifatto, conserva parte dell’antica cinta medioevale.
Nello splendido ambiente che caratterizza il complesso di Montalto, non poteva mancare un fantasma. Il Castello a pianta trapezoidale, le cui mura scendono a strapiombo sul fiume Fiora, ospiterebbe lo spettro di un non meglio identificato cavaliere che nelle notti di luna percorrerebbe le mura e le ardite strutture del ponte medioevale. Secondo altre fonti il fantasma apparterrebbe ad un monaco cistercense ucciso da una banda di “Mori”.
Bibliografia: (Istituto Italiano Castelli-Lazio – C. Rendina-M.Centini-Bonechi)
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