Il Castello Baronale a Montenero Sabino
Comune in provincia di Rieti, a 450 metri d’altezza, su una cresta di roccia, fra i torrenti Riella e Vetrari, in posizione dominante sulla strada verso l’Abbazia di Farfa, Montenero Sabino è ritenuto un esempio di struttura urbanistica a due dominanti affrontate: chiesa e castello, potere religioso e civile, all’estremo limite di un unico asse viario rettilineo ai lati del quale sorgono le abitazioni. L’originario nucleo fortificato occupava nell’XI secolo l’altura nella quale si situa il Castello; si notano, infatti, ancor oggi le tracce di un più vasto recinto fortificato attorno al rilievo che sorregge la mole castellana, nel quale c’è un’antica porta aperta sull’attuale via Ducale. Sorto come Castello, fu trasformato in palazzo baronale nel Quattrocento, del Castello di Montenero rimane il grande mastio pentagonale, mozzo nella parte più alta, all’interno del recinto murario. I resti della muratura del recinto preesistente, sono stati utilizzati nel XV secolo per la costruzione del Palazzo Baronale, giunto fino a noi con un’interessante facciata e due torrioni circolari posti ai lati del portone d’accesso, al quale si sopraggiunge attraverso una doppia scalinata.
Si nota da subito che il Castello rappresenta il motivo dominante della struttura urbana di Montenero, non soltanto perché lo sovrasta in modo severo, ma anche perché ne riassume la storia. Chiusa da solide mura in mattoni, con quattro enormi bastioni ora scomparsi, la massiccia Rocca medioevale assume notevole rilievo a difesa di un sito inaccessibile ed isolato.
Il feudo di Montenero fu posseduto a lungo dall’Abbazia di Farfa, della quale è stato un presidio difensivo, se ne conosce l’esistenza dal 1023. La sua importanza è dimostrata quando il fortilizio (insieme a Catino e Civita Castellana) venne risparmiato dalla distruzione allorché, nel 1503, Alessandro VI ordinò con propria bolla la demolizione di tutte le Rocche distanti meno di quaranta miglia da Roma.
Nel XIII-XIV secolo appare in Roma una famiglia Montenigro, che non è improbabile prendesse il nome da questo Castello.
Il papa lo concesse in feudo a varie famiglie baronali, come i Lavi, gli Orsini, i Savelli e nel secolo XVII, per poco tempo, ai Mareri, i quali, nel 1623, insieme ai Conti, lo rivendettero agli Orsini. Passato ai Mattei, nel 1671 fu eretto a ducato. Nel 1755 fu venduto ai Vicentini di Rieti.
Bibliografia: (cacciotti-marco@libero.it Istituto Italiano Castelli Lazio – C.Rendina – Bonecchi – volontari valorizzazione castelli e chiese del Lazio)
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