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Il caso Montecarlo: intrigo Internazionale!?

Ottobre 18
14:38 2010

La storia che raccontiamo inizia con un duello politico tra i due cofondatori del Pdl: la terza carica dello Stato Gianfranco Fini e la quarta carica Silvio Berlusconi. Sullo sfondo una situazione sociale allarmante: aziende che chiudono o che stanno per chiudere e moltissimi lavoratori senza più occupazione, mentre Confindustria e Governo, nella noncuranza assoluta che la crisi sta disperdendo competenze lavorative importanti, si preoccupano soltanto di portare avanti politiche che puntano a scardinare i diritti dei lavoratori sin qui acquisiti. Questo panorama sociale da mesi è stato messo in ombra sui media per dare risalto al duello politico tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi su una vicenda relativa alla reale proprietà di una casa a Montecarlo, fino a che la storia ha finito per assumere i contorni di un vero e proprio intrigo internazionale. Un intrigo che per qualcuno ha messo in serio pericolo la democrazia e per qualcun altro lo stesso presidente del Consiglio. Ma andiamo con ordine. A fine 2009 nasce il Pdl dall’unione di Alleanza nazionale e Forza Italia. Il 22 aprile 2010 i due cofondatori del partito litigano in diretta tv durante un congresso a Roma di dirigenti del Pdl: Fini reclama il diritto a dissentire dalle decisioni del presidente Berlusconi e questi lo invita a lasciare la presidenza di Montecitorio per fare più liberamente politica. A fine luglio Berlusconi mette fuori dal partito Fini. Segue la nascita alla Camera e al Senato dei gruppi autonomi di Futuro e Libertà, fedeli a Fini. Inizia e prosegue per tutta l’estate una campagna di stampa contro Gianfranco Fini, da parte de “Il Giornale” e di “Libero”, perché avrebbe favorito la sua famiglia nell’acquisto di una casa a Montecarlo, che faceva parte del patrimonio dell’ex An in quanto lasciato in eredità dalla contessa Colleoni, casa che ora è abitata dal cognato di Fini, Giancarlo Tulliani.
Il parente di Fini si è sempre dichiarato non proprietario, ma solo affittuario. Il 15 agosto si viene a sapere che, dopo il ricorso di due esponenti de “La Destra” di Francesco Storace, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di truffa aggravata in merito alla vicenda della casa di Montecarlo. Poiché l’ex An l’11 luglio 2008 aveva venduto per 300mila euro la suddetta casa, di mq 55 in condizioni fatiscenti, alla società off-shore Printemps Ldt con sede nella piccola isola caraibica Santa Lucia, la Procura di Roma vuole verificare che l’appartamento non sia stato svenduto arrecando un danno economico alle casse dell’ex An: quindi di un partito e non dei contribuenti italiani! La stampa italiana legata a Berlusconi pubblica che la società Printemps aveva poi venduto la medesima casa di Montecarlo ad un’altra società, con sede sempre a Santa Lucia, la Timara Ldt. Alla fine la casa era stata affittata a Giancarlo Tulliani, vero proprietario delle due società. Il cognato di Fini ha sempre negato di esserci lui dietro le due società acquirenti, ma non ha mai voluto dire chi fosse il soggetto fisico con cui ha trattato l’affitto. A questo punto il gruppo di finiani del Fli fa intravvedere estenuanti trattative su Lodo Alfano costituzionale, nuovo legittimo impedimento in caso di bocciatura da parte della Corte Costituzionale e processo breve. Berlusconi, che si sente perseguitato dai suoi problemi con la giustizia, è visibilmente provato e mette fuori dal Pdl Fini. Il 5 settembre alla festa di Mirabello Fini sancisce la morte del Pdl. Dal suo discorso fa emergere che la materia del contendere con Berlusconi è soprattutto la legalità. Fini dice che “il presidente del Consiglio non ha diritto all’impunità ma ha diritto a governare. Nessuno può pretendere l’impunità… e quella del processo breve non può essere considerata una scorciatoia percorribile visto che Fli non si sentirà tenuta a votarla”. Il 17 settembre Vittorio Feltri titola su “Il Giornale” della famiglia Berlusconi: “I Servizi segreti seguono la pista che porta ai Caraibi”. Questo per “togliere il dubbio sulla società off-shore che comprò l’immobile di An”. Il parlamentare di Futuro e Libertà Carmelo Briguglio risponde che prende atto che si parla esplicitamente di Servizi segreti, come lui stesso va denunciando da tempo. Ma gli stessi Servizi smentiscono categoricamente il loro coinvolgimento. Il 20 settembre da Santo Domingo, seconda patria di Gaucci (ex compagno di Elisabetta Tulliani moglie di Fini) parte un siluro per Fini ed i Tulliani. Il sito internet Listin Diario annuncia che un documento ufficiale dell’amministrazione della Repubblica di Santa Lucia sta a dimostrare che Giancarlo Tulliani, cognato di Fini, è il titolare delle due società Printemps e Timara. Si tratta di una lettera del ministro della Giustizia dell’isola Rudolph Francis indirizzata al premier Stephenson King, che tra l’altro è in ottimi rapporti con Silvio Berlusconi. Il 21 settembre il documento da Santo Domingo viene rilanciato in Italia dal sito Dagospia di Roberto D’Agostino. Il 22 settembre i giornali della famiglia Berlusconi pubblicano la lettera. In serata, nella trasmissione di Michele Santoro Annozero il finiano Italo Bocchino trascina nel giallo di Montecarlo Valter Lavitola, editore e direttore dell’Avanti, ex testata socialista oggi vicina a Berlusconi. Dice Bocchino: «C’è Lavitola dietro i documenti fasulli dei Caraibi». Per Bocchino c’è stato un dossieraggio contro Fini che ha coinvolto i Servizi segreti deviati e che sta mettendo in pericolo la democrazia italiana. Bocchino indica pure il siciliano Vittorugo Mangiavillani del “Velino”, come persona coinvolta nella vicenda. Il Velino è un’agenzia di stampa parlamentare finanziata dall’imprenditore Antonio Saladino, punto di riferimento della Compagnia delle opere al Sud e principale imputato nell’inchiesta Why Not, dell’ex magistrato Luigi De Magistris oggi parlamentare europeo dopo essere stato estromesso da tale inchiesta, poi archiviata. (Lavitola e Mangiavillani, però, smentiscono qualunque parte attiva nella vicenda). Tornando ad Annozero è da riportare che nel corso della trasmissione un uomo ha chiamato la Rai dicendo di voler mantenere l’anonimato e di far parte dell’entourage del ministro degli Esteri Bousquet di Santa Lucia. La persona ha affermato che il documento è falso e che dietro ci sarebbe una storia oscura di minacce e Servizi segreti. Ha detto pure di essere a Ginevra e che Santa Lucia è piena di uomini dell’Intelligence di Libia, Russia e Italia. Egli ha affermato infine di aver saputo che una grande società italiana ha chiesto di fare qualcosa al Governo di Santa Lucia, con riferimento alla casa di Montecarlo. Il 23 settembre il quotidiano “La Repubblica” scrive che il sito Dagospia è sostenuto dal finanziamento di ENI ed ENEL (si può vedere la pubblicità nel sito) ed è governato nelle informazioni da Luigi Bisignani, già iscritto alla loggia segreta P2, l’uomo delle nomine delicate, oggi consigliere del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Solo il giorno prima “La Repubblica” aveva citato Bisignani come dominus dell’operazione che aveva scalzato Alessandro Profumo dalla presidenza di Unicredit. Anche un altro finiano Enzo Raisi parla di Dagospia come di un sito che avrebbe rapporti sia con i Servizi segreti che con Luigi Bisignani, quest’ultimo punto di convergenza tra “cricche” e vecchie e nuove logge segrete P2 e P3. A far presente su “Il Fatto” come i nomi ritornano, dall’inchiesta Why Not a quella sulla P3, sino alla casa di Montecarlo è l’ex poliziotto Gioacchino Genchi, colui che incrociava i tabulati telefonici per conto delle procure e che ha scritto sull’argomento un libro Il caso Genchi. “Ritornano – dice – i nomi di Bisignani e Mangiavillani, insieme ad altri. Esiste un network eversivo frequentato dal presidente del Consiglio Berlusconi… Un’operazione internazionale per mettere sotto scacco la terza carica dello Stato. Un network che mischia verità e menzogne. Il presidente del Consiglio dovrebbe stare attento, si è affidato ad una compagnia che può essere utile nel breve periodo, ma è così pericolosa e incontrollabile che potrebbe finire per danneggiare anche lui”. Ma torniamo al giallo della casa di Montecarlo. Il 24 settembre il ministro Rudolph Francis, intervistato da Marco Lillo de “Il Fatto Quotidiano”, conferma di essere l’autore della lettera in cui si afferma che Giancarlo Tulliani è il proprietario della società a cui è intestato l’appartamento di Montecarlo. Il ministro precisa, comunque, che le indagini sono ancora a livello preliminare e che l’esito dell’inchiesta è provvisorio. L’intrigo internazionale continua e si arricchisce sempre più di colpi di scena!

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