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Il Cardinale Enrico Stuart Duca di York – 1

Dicembre 07
17:15 2009

Scendendo a piedi da Rocca di Papa attraverso i boschi, in direzione di Frascati e del Tuscolo, si raggiunge la valle della Molara, compresa fra i comuni di Grottaferrata, Rocca Priora e Monte Compatri. La valle è a ridosso del bordo settentrionale del Vulcano Laziale ed è attraversata dalla via Anagnina (l’antica via Latina), che da qui risale verso il passo dell’Algido per poi uscire dal grande anfiteatro vulcanico e raggiungere l’ampia valle del Sacco. è sempre stata un territorio di passaggio, scarsamente abitato, dal clima piuttosto rigido.

Qui intorno al 370 un allievo di S. Basilio il Grande, Giovanni di Cappadocia, fondò un monastero dedicato a S. Agata. Il cenobio basiliano crebbe nei secoli fino ad ospitare gli ultimi anni di vita di S. Nilo da Rossano, che proprio a S. Agata si spense nel 1004. Il suo corpo fu però tumulato nella nuova abbazia che il santo aveva appena fatto in tempo a fondare su un terreno più a valle, chiamato Cryptaferrata per la presenza dei ruderi di una villa romana, che gli era stato donato dal conte Gregorio di Tuscolo: dall’eremo della Molara nacque così l’Abbazia di Grottaferrata.
Dopo la partenza dei monaci basiliani e la distruzione di Tusculum nel 1191, sui resti del monastero di S. Agata fu costruito un castello dagli Annibaldi, eredi e successori dei conti di Tuscolo, che ospitò fra gli altri Carlo d’Angiò, papa Innocenzo IV e S. Tommaso d’Aquino, di cui un illustre esponente della famiglia, Annibaldo Annibaldi, fu compagno di studi e successore nella cattedra all’università della Sorbona. Con la decadenza della potente famiglia, il consolidarsi del potere pontificio e la perdita del suo valore strategico, il castello della Molara cadde in rovina. Nell’area ricoperta dai ruderi si insediò, nel XVIII secolo, una piccola comunità di braccianti occasionali, spinti dalla fame di lavoro a lasciare le loro case, spesso in paesi lontani, per venire a vivere in condizioni piuttosto precarie, con tanto di famiglie al seguito. I nuovi arrivati erano visti con diffidenza dalla popolazione e dalle istituzioni (erano una sorta di extracomunitari ante litteram) e anche i sacerdoti evitavano di mettere piede nelle loro case, ribattezzate con disprezzo le “Capanne”. Come apprese la situazione, il cardinale Enrico volle rompere questo stato di odioso isolamento e discriminazione e lo fece in maniera clamorosa. Senza alcun preavviso, si presentò alle Capanne in pompa magna, portando in processione il Santissimo: per quel piccolo popolo di diseredati l’apparizione di Gesù Sacramentato in una nuvola d’oro e di porpora dovette assumere i connotati di un miracolo o di un’allucinazione. Ma era tutto vero: il Cardinale celebrò solennemente l’Adorazione e si intrattenne con loro, soccorrendoli finanziariamente e dando disposizioni perché venissero regolarmente visitati da un sacerdote; inoltre si assunse l’impegno di dare un’istruzione ai loro bambini. Segno tangibile di questa amicizia fra il principe-vescovo e gli “ultimi” del suo popolo fu la costruzione della chiesetta di S. Maria della Molara e la sua costituzione in parrocchia il 20 settembre 1765. Quando, molti anni più tardi, fu distrutta dal passaggio delle truppe francesi nel 1799, il Cardinale Duca ne curò l’immediata ricostruzione.

 

Una dedica all’Assunta
A parte la sua attività “missionaria” alla Molara, non risulta che il Cardinale duca di York abbia intrattenuto rapporti particolarmente intensi con la comunità di Monte Compatri. D’altra parte il paese era feudo indiscusso dei Borghese e i quarant’anni del suo episcopato coincisero quasi per intero con il principato di Marcantonio Borghese, che fu oculato quanto austero amministratore; inoltre buona parte dei lavori e dei servizi pubblici erano affidati alla Comunità, cioè ad una rappresentanza dei cittadini, democraticamente eletta, che ricevette riconoscimento ufficiale in tutti i territori pontifici ad opera di Sisto V (nel 1588) e di Clemente VIII (1592). Il riconoscimento giungeva opportuno perché in molte occasioni, a fronte delle inefficienze dei feudatari o dei loro numerosi conflitti, le Comunità avevano svolto un ruolo supplente nel soddisfare i bisogni della popolazione. A Monte Compatri, grazie anche ai buoni rapporti che seppe intrattenere con i Borghese e con la Camera Apostolica, la Comunità svolse sempre un ruolo rilevante1. L’unica traccia del vescovo Enrico a Monte Compatri è un’iscrizione nel Duomo dell’Assunta, che ricorda la riconsacrazione della chiesa, sollecitata nel 1773 dal principe Marcantonio Borghese, con conseguente spostamento del giorno della festa (e relativa indulgenza)2:

D · O · M ·
TEMPLUM · QUOD · DEIPARAE · IN COELUM · ASSUMPTAE · DICATUM
SCIPIO · CARD. · BURGHESIUS
A · FUNDAMENTIS · EXCITAVIT · ANNO · MDCXXXIII
MARCO · ANTONIO · BURGHESIO
SULMONIS · PRINCIPE · PATRONO · POSTULANTE
HENRICUS · EPISC. · TUSC.
S.R.E. · VICE · CANCELLARIUS
CARD. · DUX. · EBORACEN.
SOLEMNITUR · CONSECRAVIT
VII · IDUS · NOVEMBRIS · ANNO · DNI · MDCCLXXIII
TRANSLATAQUE · ANNIVERSARIA · EJUSDEM · MEMORIA
AD · DOMINICAM · TERTIAM · NOVEMBRIS
IPSUM · EA · DIE · VISITANTIBUS
INDULGENTIAM · CONCESSIT
CLEMENTE · XIV · PONT. · MAX.

 

————–
1 Per il ruolo della Comunità e, più in generale, per un esauriente panorama sulla storia di Monte Compatri v. Ciaffei, Monte Compatri: profilo storico, Frascati, 1974 (nella ristampa curata dal Centro Studi Storici del Lazio, 2004) nonché il bel volume di Devoti, Mons Confratuum – Mons cum Patruum – Castrum Montis Compatris – Montecompatro – Montecompatri, edito nel 2007 con il patrocinio del Comune di Monte Compatri.
2 A Dio Ottimo Massimo questo tempio, che il cardinale Scipione Borghese eresse alla Madre di Dio Assunta in Cielo nel 1633, su richiesta del committente Marcantonio Borghese principe di Sulmona, Enrico Vescovo Tuscolano Vice Cancelliere di Santa Romana Chiesa Cardinale Duca di York consacrò solennemente il 7 novembre 1773 e, trasferitane la memoria annuale alla terza domenica di novembre, a quelli che lo visiteranno in quel giorno concesse l’indulgenza, sotto il Pontificato di Clemente XIV. (Continua)

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