Il calendario della Vita – 2/2
Torniamo ora al calcolo lineare e soprattutto alla considerazione sull’ipotetico inizio del nostro calendario cristiano. Ma prima di arrivarci esaminiamo il calendario in vigore durante i primi secoli dell’era cristiana. Roma fu fondata, probabilmente, nell’anno 753 a.C. Il dubbio è d’obbligo poiché, come abbiamo visto nel caso del calendario cinese, anche Roma doveva preesistere per poter far dire ai suoi abitanti che era stata fondata… Insomma nel 753 a.C. quelli che poi saranno i romani decisero che Roma era ufficialmente nata e da qual momento nacque anche il calendario dell’era romana… Sia pur con quell’inizio, anche per i romani il calendario era originariamente un mezzo “circolare” per calcolare gli atti sacrali e mondani che contraddistinguevano la vita sociale. Infatti, esiste un antico calendario romano di cui ci è stata tramandata un’edizione, l’autore della quale sarebbe un tal Dionysus Petavius.
E qui vediamo che già il nome lascia trapelare qualcosa. Dioniso è il remotissimo dio identificabile con Shiva che appartiene alla tradizione ancestrale indoeuropea e petavius (dal sanscrito peta) significa antenato. Perciò è facile dedurre che si tratta di un calendario tramandato da illo tempore e poi codificato ufficialmente con la fondazione di Roma. E ora consideriamo cosa avvenne attorno all’anno mille del calendarioromano. Roma, in seguito all’espansione imperiale e al mescolamento continuo delle culture, aveva perso gran parte delle sue tradizioni ancestrali. Le religioni all’interno dell’impero erano molteplici e spesso in contraddizione e in conflitto tra loro. Il potere romano aveva cercato di unificare politicamente le varie popolazioni d’Europa, d’Africa e d’Asia che facevano parte dei suoi sconfinati domini, attraverso l’imposizione dell’unità amministrativa, politica e militare, lasciando però ampia libertà di culto religioso e di usi e costumi ai vari popoli. Durante il terzo secolo d. C., corrispondente all’anno 1000 di Roma, era andato consolidandosi un culto di origine ebraica, derivato dalla setta degli Esseni, che a differenza della tradizione giudea accettava i convertiti al suo interno, senza che questi dovessero necessariamente essere di origine ebraica, favorendo così grandemente lo sviluppo della nascente nuova religione nell’Impero. Con l’impoverimento progressivo delle popolazioni e la disgregazione del potere temporale, l’unico legante che univa il mondo romano fu la condivisione del nuovo credo religioso, da quel momento definito Cristianesimo, che prese ad avere la diffusione più virulenta attorno all’anno mille di Roma. Inoltre all’epoca del Concilio di Nicea (nel 325 d.C. anno di Roma 1078) ancora non si sapeva o poteva indicare una data certa sull’ipotetica nascita di Gesù. L’inizio ufficiale del nuovo calendario cristiano avvenne non prima del V o VI secolo d. C. allorché si stabilì una data convenzionale per la nascita del Cristo, fissandola appunto al 753° anno dalla fondazione di Roma. Successivamente, essendo crollata la potenza temporale di Roma, rimase il suo primato religioso. Tra l’altro il calendario cristiano servì enormemente all’espansione e all’affermazione del Cristianesimo, ponendosi come legante comunitario riconosciuto anche presso le nuove popolazioni barbariche, le quali pian piano occupavano i confini dell’Impero, o presso i nuovi stati che sorgevano oltre quei confini, ad oriente. Insomma il calendario cristiano era ed è tuttora un elemento di coesione. Infatti, il calendario cristiano viene oggi utilizzato per consuetudine in tutto il mondo, anche nei paesi non cristiani che sono per altro la maggioranza. Ma i calendari sono cambiati nelle civiltà antiche e cambieranno ancora, non c’è dubbio. Quale sarà il nuovo calendario per l’umanità dei millenni avvenire? Forse l’identità con l’esistenza stessa della vita sulla terra riporterà l’umanità alla considerazione del tempo circolare e magari per i calendari futuri non sarà più necessario che vadano avanti coi numeri “a partire da” per finire non si sa quando. Potranno cambiare – ad esempio come avviene in India – con l’avvento di ogni yuga. (fine)
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