Il calcio è marcio
Uno scandalo travolge il gioco più seguito. Sembra la rappresentazione del nostro Paese. Quel che dovrebbe dispiacere non è la scoperta di aver guardato uno spettacolo farlocco, aver dilapidato passione e ansia per una trama combinata. Ciò che deprime sono gli attori, l’impossibilità dell’educazione al ruolo. Purtroppo resta sul piatto solo la triste e semplice avidità. La stessa di chi potrebbe pagarsi le vacanze e se le fa regalare, acquistarsi la casa con i propri soldi e se la fa comprare “a sua insaputa”. L’autobiografia della nazione (e quindi, della nazionale) è una lunga tragicommedia in cui ogni capitolo ripete intrecci del precedente, personaggi diversi si comportano in maniera simile. Ci sono nomi e situazioni “rivelate” ieri di cui si sapeva da tempo.
Ci sono calciatori la cui presenza ai casinò è più assidua di quella dei croupier. Ci sono squadre di serie A e B di cui si può predire la classifica finale a settembre. Ci sono delle certezze, almeno qui … I fatti di questi giorni testimoniano che il gioco nazionale non è più, se lo è mai stato, un gioco pulito e teso solo al divertimento dei tifosi. Qualcosa non va nella nostra società se si è arrivati a questo punto: se il calcio è marcio, forse anche una comunità che permette ciò è da considerarsi marcia. I giovani hanno smarrito la voglia di darsi da fare, vogliono tutto e subito. Mancano gli esempi positivi degli adulti e, se qualcuno vuole comportarsi in modo onesto, viene deriso dai cosiddetti “più furbi”, che imbrogliando e, ammucchiando denaro, diventano i modelli di riferimento da emulare. Cambiare questo modo di vedere è il vero problema del gioco del calcio e dell’intera Nazione. Noi abbiamo la possibilità di contrastare e ribaltare la situazione e di tornare a credere in valori che vanno oltre la superficialità del denaro, confidando nella lealtà, nella trasparenza e nella fratellanza.
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