Il buono, il brutto, il cattivo…
(Serena Grizi) Come già nei films di Sergio Leone, che sconfessavano puntualmente i titoli mostrando come non fosse così chiaro ‘chi fosse che cosa’: belli cattivi, brutti buoni, e soprattutto bontà e cattiveria giudicate secondo personalissimi punti di vista, anche delle cronache correnti ognuno si fa una sua idea secondo una morale che sembra perdere costantemente punti di riferimento. I salvataggi in mare non valgono più come buone azioni perché bisogna vedere chi si salva: se rifugiato, se profugo, se migrante economico, navigante ricco estivo o invernale con capo firmato, pesce o tartaruga che ha ingoiato microplastica o sacchetto intero…. Bisogna prima capire se il salvato può dimostrarsi ‘solvibile’, come si diceva una volta, in tempi bui di mucchi di cambiali e assegni post datati che gli italiani ‘vecchi’ di qualche decennio ricordano benissimo (tempi passati da pochissimo per altro…) o, eventualmente, se può dimostrarsi appartenente al regno animale.
Non si sa se è buono un giornalista scrittore che s’appella al buon senso e alla giustapposizione di certi fatti. Uno che fa a suo modo la ‘cronaca’ della deriva d’un ministro, piuttosto che d’un altro, appartenenti a compagini politiche che da sempre fanno leva sulle paure ataviche, alimentate qualche secolo fa dall’arrivo via mare dei pirati saraceni, dal sentirsi sotto assedio, o addirittura derubati del poco o tanto che si ha, percepito come una zattera sgangherata mentre magari è ancora una comoda imbarcazione da diporto.
Non si capisce nemmeno se è buono un cardinale di cui è diffusa l’immagine virale, mentre parte in vespa salutato da Papa Francesco. Una specie di novello super eroe, che s’avvia a ‘salvare’ qualcuno: nello specifico delle ultime cronache è andato a riallacciare la corrente ad un condominio di centinaia di persone senza corrente elettrica da giorni; si è calato, semplicemente, con l’ausilio d’un tecnico, nel tombino dove erano stati messi i sigilli e, la tuta e i poteri da super eroe sostituiti da una mise nera d’ordinanza e volto di uomo in pace, ha ripristinato la corrente. Corrente che per quanto vada pagata, in circostanze così drammatiche torna a farci interrogare sui beni comuni o primari, (come l’acqua), che sono la sopravvivenza soprattutto vivendo in una città, quelli sui quali dicono la loro da anni persone come padre Zanotelli, don Ciotti, l’indimenticato don Gallo, per citare alcuni ‘buoni’ indiscutibili fino all’altro ieri, (oggi chissà?), i quali ripetono che le risorse appartengono a tutti e, in ultima analisi, nessuno ne va privato senza prefigurarsi un atto di inumanità inaudito che lede la dignità delle persone. Come persone a tutti potrebbe capitare di trovarsi in difficoltà…
La conclusione dell’andazzo corrente, dichiarare guerra a chi ha un problema, è che dovremmo escludere troppe ‘categorie’ di persone dal nostro orizzonte futuro (deboli, povere, di altri continenti, con culture diverse) e in nome di che cosa poi? A questo fine dovremmo riscrivere anche la Costituzione. Dovrebbe essere un lavoro referendario, come le schede del censimento nazionale: riscrivere una morale che ci ha portato fin qua risalendo alle origini di ciascuno per almeno sei o sette generazioni senza nascondere nulla. Tutta la fase di questa riscrittura sarebbe, credo, assai interessante per tutti. Alla fine, vincente una nuova morale, bisognerebbe ‘solo’ riscrivere tutta la cultura che ci ha condotti dove siamo: le leggi, certo, ma anche i finali moraleggianti delle favole, i vangeli, le canzoni: in molte di queste opere si parla di aiuto, di bene che vince sul male, di salvazione. Ma questo è buonismo e ne scriviamo un’altra volta. (Nella foto web: il Cardinale Krajewski in vespa salutato da Papa Francesco)
articolo che indica e dimostra quale sia il modo migliore di fare buon giornalismo