Il bisogno di verità
Domenica 19 settembre 2010, Papa Benedetto XVI, in occasione del suo recente viaggio nel Regno Unito, nel Cofton Park di Rednal gremito di fedeli, ha proclamato beato John Henry Newman, uno dei più grandi pensatori cristiani dell’epoca moderna, che seppe intuire le sfide di oggi proponendo risposte attualissime. Nato a Londra il 21 febbraio 1801, J. H. Newman, figlio di un banchiere e di una casalinga, crebbe senza maturare convinzioni religiose ben precise, nonostante i genitori fossero di confessione anglicana. Avviatosi ormai all’incredulità, nel 1816 rimase profondamente colpito dalla lettura del libro La forza della verità del fervido calvinista Thomas Scott: da questo momento, egli cercherà sempre di amare Dio sopra ogni cosa, seguendo la luce della verità. Dopo gli studi universitari al Trinity College di Oxford, Newman fu eletto professore dell’Oriel College e divenne ministro anglicano (fu vicario di Saint Mary’s, la chiesa dell’Università di Oxford). Nell’Oriel College cominciò ad occuparsi dei padri della Chiesa, rimanendo profondamente impressionato dalla vivacità e dalla freschezza della Chiesa antica, doti che poco riscontrava nel suo contesto ecclesiastico. Così, nel 1838, volle fondare, assieme ad alcuni suoi amici, il cosiddetto Movimento di Oxford, attraverso cui ci si voleva riagganciare al cristianesimo antico attraverso un’ampia e solida riforma, prettamente dogmatica, capace di arginare il “liberalismo” presente nella Comunione anglicana. Biasimato perché ritenuto troppo vicino alle posizioni dei cattolici, dopo un intenso periodo di studio e di preghiera, nel 1845, entrò in piena comunione con la Chiesa cattolica (due anni più tardi, a Roma, fu ordinato sacerdote) e avviò la fondazione dei primi oratori di San Filippo Neri in Gran Bratagna. Morì ad Edgbaston l’11 agosto 1890, dopo essere stato creato cardinale da Leone XIII circa dieci anni prima. La vita e il pensiero di Newman hanno sempre suscitato interesse e dibattiti: ad esempio, molti anglicani nutrono per la sua figura una sincera venerazione (è il caso dell’attuale arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams) mentre parte della Comunione anglicana considera il porporato alla stregua di un traditore (anche se nell’High Church Newman è già inserito nel calendario dei santi). Al di là di tutto, Newman è sempre rimasto un uomo semplice, puro e sincero, alla perenne ricerca della verità e della perfezione. Ecco cosa scrisse James Anthony Froude, studente ad Oxford mentre Newman era parroco anglicano della locale chiesa universitaria:
Ho frequentato la sua chiesa e l’ho sentito predicare domenica dopo domenica; si dice che fosse insidioso, che conducesse astutamente i suoi discepoli alle conclusioni a cui si era prefisso di portarli, mentre i suoi veri scopi restavano accuratamente occultati. E invece, egli era il più trasparente degli uomini. Ci diceva quella che per lui era la verità. Non sapeva dove l’avrebbe portato.
Il nuovo beato cercò incessantemente, nella sua coscienza, la bussola della propria vita: la perfetta rivelazione, la verità che mai muta. Proprio per questo criticò duramente il “liberalismo” nella religione, ossia il relativismo: se non esiste un’assoluta verità su Dio e l’uomo, ogni riferimento viene a cadere; in questo modo, la morale si trasforma in soggettivismo e la politica in semplice sete di potere. Newman, uomo profondamente moderno e fautore di un pensiero attualissimo, a oltre cento anni dalla morte, continua ad interrogare ciascuno di noi…
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