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IED Roma Design Awards 2024: un premio alle idee più innovative delle nuove generazioni

IED Roma Design Awards 2024: un premio alle idee più innovative delle nuove generazioni
Novembre 06
17:40 2024

Il Museo delle Civiltà di Roma ha accolto l’Istituto Europeo di Design per premiare i tre progetti migliori dell’anno accademico

 Premiate le idee per nuovi spazi dedicati alla cultura, una riflessione animata sulla solitudine, un’indagine visionaria che usa il design a supporto di comunità extraterrestri

 Ventidue i lavori finalisti, in mostra tra le sale del Museo fino a mercoledì 6 novembre

 Roma, 6 novembre 2024 – Una biblioteca comunale che offre nuovi spazi alle giovani generazioni, una drammatica introspezione animata che affronta il tema dell’inerzia emotiva, un viaggio visionario che porta il design sulla Luna a supporto di comunità umane stabili sulle sue dune. Sono i tre progetti vincitori della sesta edizione di IED Roma Design Awards, appuntamento annuale dedicato a premiare i lavori più innovativi realizzati da studentesse e studenti dell’Istituto Europeo di Design di Roma.

Quest’anno, l’evento è stato ospitato dal Museo delle Civiltà di Roma che ha accolto nel Salone d’Onore i ventidue progetti finalisti, realizzati da settanta designer della sede romana IED. Tre, invece, i premi assegnati, ai lavori che più di tutti si sono distinti per coraggio e innovazione: il premio “Miglior progetto”, il premio “Design for commons”, destinato a chi è riuscito a intercettare con il suo lavoro i temi della rigenerazione e della condivisione dei beni comuni e, infine, il premio della stampa.

 Il miglior progetto è un corto animato sull’aridità emotiva. Neilquand une personne n’est personne, animazione realizzata dalla studentessa Michelle Montinaro, vince il premio “Miglior progetto”. Il cortometraggio è un viaggio introspettivo che attraverso la pittura animata affronta il vuoto di chi non prova amore, di chi non vede nulla di speciale in sé o negli altri, destinato a un deserto sentimentale che tutti, prima o poi, possiamo soffrire.

Un award alla progettazione di nuovi spazi culturali dedicati ai giovani. Interconnessi, progetto sviluppato in partnership con Biblioteche di Roma da studentesse e studenti di Interior Design, vince il premio “Design for commons”. Il lavoro propone soluzioni progettuali innovative per le nuove Biblioteche di Roma, pensate come luogo di studio, incontro e di scambio dove ospitare attività culturali ad ampio spettro, situate in quartieri non ancora raggiunti dal servizio e in particolar modo dedicati alle giovani generazioni. Le designer autrici del progetto vincitore sono Ambra Melmeluzzi e Anna Silvestri.

Il premio della stampa va al design sulla luna. Moon Haven, lavoro interdisciplinare che ha coinvolto studentesse e studenti di Interior Design, Graphic Design, Fashion Design e Product Design, si aggiudica infine il premio della stampa. “Vivi da lunauta, riscopriti terrestre” è il claim che accompagna il progetto, nato per indagare come il design possa supportare l’essere umano nella creazione di comunità stabili su spazi extraterrestri, a cominciare dalla Luna. Sono state quindi progettate trae differenti capsule abitabili, un manuale d’uso per i viaggi spaziali e una collezione moda che propone soluzioni indossabili per un party lunare datato 2050. Nove i designer che hanno curato il progetto: Matteo Berloco, Teresa Colonna, Flavia Colonnelli, Marco De Michele, Chiara Di Palma, Claudia Dottarelli, Alessandro Leonori, Ilaria Possati, Gioacchino Salierno.

Urban Secrets, progetto dedicato al rapporto pervasivo tra essere umano e tecnologia, si aggiudica la menzione speciale. In un mondo sempre più permeato dal digitale, l’installazione Urban Secrets affronta temi come la privacy e il “voyeurismo digitale” e mette in luce l’influenza reciproca tra osservatori e osservati: sebbene gli spettatori siano gli osservatori, potrebbero non rendersi conto di essere essi stessi soggetti all’osservazione. Il progetto è realizzato dai nove studenti di Media Design, Graphic Design e Sound Design: Giammarco Benetti, Emanuele Danna, Alice Ecossi, Lorenzo Ferrara, Lorenzo Gardenal, Giorgia Guidi, Elisa Luzi, Giulia Sabatino, Roberta Squitieri, in collaborazione con il Bright Festival, manifestazione culturale che promuove la creatività digitale a livello internazionale.

I tre progetti premiati, insieme a tutti i finalisti, sono esposti nelle sale del Museo delle Civiltà di Roma fino a mercoledì 6 novembre alle 14.

I progetti esposti offrono un intreccio multiforme di sguardi in cui è volutamente impossibile non perdersi”, commenta Laura Negrini, direttrice IED Roma. “Ma ci sono quattro isole che orientano. Quattro toni dominanti che accomunano le ventidue melodie e connotano la ricerca che si svolge ogni giorno all’interno della nostra sede: l’affermazione del design come pratica trasformativa rivolta alla realizzazione del bene comune, la diffusione di un atteggiamento progettuale rivolto alla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale del nostro paese, l’intrattenimento come occasione contemporanea di trasferimento di conoscenza, e l’inclusione di minoranze e diversità come principio primo di affermazione della nostra idea di società”.

A selezionare il miglior progetto e il progetto vincitore della categoria “Design for Commons” sono stati: Daniel Bedusa, video producer e director, Alfredo Casadei Piferi, direttore creativo di PIFERI e Footwear designer, Stefano Falcone, copywriter in MCCann, Lorenzo Perna, cofondatore e designer di ZASH e Studio Mistaker, di Martina Tariciotti e Riccardo Casinelli, specializzati in visual design, infografica e motion graphics. Il premio della stampa è stato invece assegnato da Elena Dallorso, Diletta Parlangeli, Giulia Mangano, Manuela Perrone e Gianmaria Tammaro. IED Roma Design Awards 2024 è patrocinato da ADI (Associazione per il Disegno Industriale).

 L’accesso alla mostra è gratuito.

   

IED ROMA DESIGN AWARDS 2024: I PROGETTI VINCITORI E LE MOTIVAZIONI

 

Premio Miglior Progetto

 NEIL – quand une personne n’est personne

Di Michelle Montinaro

 Neil -quand une personne n’est personne- è un cortometraggio che sfrutta la tecnica della pittura animata per raccontare la storia di un uomo che vive una vita senza scopo, vuota e arida, definita dalla studentessa una ‘non vita’. L’intento è mostrare il dramma esistenziale di un protagonista senza risposte, a tratti folle e a tratti comprensibile a tutti, dalle scelte discutibili ma non prive di logica. Il vuoto di chi non prova amore, di chi non vede nulla di speciale in sé o negli altri, destinato a un deserto sentimentale che tutti, prima o poi, possiamo soffrire. Neil assiste a un’aggressione e non muove un dito, Neil fa l’amore con una donna che potrebbe essere altre mille donne, Neil vaga in una città che sente brulicante di nulla, Neil è sempre in movimento ma senza una ragione, come le sabbie del deserto. La vita di Neil attraversa le strade di un tessuto urbano fatto di tocchi di pennello e di momenti di sospensione che rievocano le atmosfere registiche di Wong Kar Wai e lo stile visivo di Gianluigi Toccafondo, reinterpretato in chiave intimista e sentimentale.

Motivazione: “Il progetto riesce a mettere in scena un racconto intimo e profondo, uno spaccato emotivamente disarmante dell’alienazione umana, che potrebbe dire la sua anche in qualche festival di settore. Un progetto artistico, nel senso più puro e libero del termine. All’interno di questi quattro minuti e mezzo è impossibile non intuire il duro lavoro che l’ha portato al suo compimento: lo stile dell’illustrazione, il lavoro magistrale dell’animazione e l’azzeccatissima scelta del sound design ne fanno un progetto maturo e consapevole in cui la tecnica di realizzazione si sposa perfettamente con il messaggio”.

 Premio Design for commons

 

Interconnessi

Di Ambra Melmeluzzi e Anna Silvestri

Il lavoro propone soluzioni progettuali innovative per le nuove Biblioteche di Roma, pensate come luogo di studio, incontro e scambio dove ospitare attività culturali ad ampio spettro, situate in quartieri non ancora raggiunti dal servizio e in particolar modo dedicati alle giovani generazioni. Con il progetto Interconnessi, le studentesse del corso di Interior Design hanno approfondito una nuova configurazione degli spazi e di servizi per la biblioteca Goffredo Mameli, che si trova nel quartiere Pigneto di Roma. L’intento del progetto è quello di mantenere l’involucro e l’identità della biblioteca e di modificarne la disposizione interna e la distribuzione degli spazi, per connettere maggiormente interno ed esterno. Il progetto presenta una sala conferenze e un nuovo spazio dedicato ai bambini e prevede di dividere gli spazi in quattro zone, identificate da colori specifici: il rosso per la zona d’ingresso con il desk e la nuova sala conferenze, il giallo per la zona bambini che si espande nel giardino, il blu per la zona studio e co-working, il verde per identificare una zona di lettura più privata. Le pavimentazioni sono in resina colorata e anche i tendaggi indoor riprendono il colore specifico. Insieme ai colori, anche gli arredi concorrono a definire i diversi spazi.

Motivazione: “Interconnessi risponde alle richieste del brief e le soddisfa brillantemente. Parte da un punto A e arriva al punto Z, lineare, senza deviare per pericolose strade secondarie, centrando l’obiettivo. In questo lavoro la connessione va al massimo, è evidente dal concept, dal metodo di lavoro e si riflette nel risultato finale in cui appare determinante la coesione tra la componente territoriale, l’aspetto sociale e l’armonia progettuale”.

Premio Stampa

Moon Haven

Di Matteo Berloco, Teresa Colonna, Flavia Colonnelli, Marco De Michele, Chiara Di Palma, Claudia Dottarelli, Alessandro Leonori, Ilaria Possati, Gioacchino Salierno.

 IED Roma ha attivato un gruppo di lavoro per indagare come il design possa supportare l’essere umano nella creazione di comunità stabili su spazi extraterrestri. Se l’esplorazione dello spazio consentirà la permanenza umana nello spazio, i diversi campi del design potranno essere cruciali nella definizione di un ambiente confortevole dove prosperare. Le condizioni lunari, tra cui la gravità ridotta e l’assenza di atmosfera, determinano un campo di ricerca di inedite soluzioni di design in cui la sicurezza, la riduzione dei rischi e il comfort rispondono a regole del tutto innovative. Sono state quindi progettate soluzioni di interior, food, object e service design, accessori e abiti. Il lavoro è stato arricchito da un manuale d’uso. Studenti di Interior Design e Product Design hanno ideato tre differenti capsule, la cui geometria progettuale richiama quella dei frattali, ciascuna finalizzata a offrire un’attività specifica. È parte del progetto anche una collezione moda che immagina un’insolita evoluzione dei viaggi spaziali e propone soluzioni indossabili per un party lunare datato 2050. Lucentezza e tipologia di materiali ricordano le atmosfere lunari, in un mix di richiami al mondo del clubbing.

Motivazione: Moon Haven è un progetto con l’occhio puntato al futuro. Un futuro che forse vivremo, o forse no, ma che è bene pensare. È un lavoro che è riuscito a restituire la più grande lezione che lo studio dello Spazio ha sempre insegnato: il dialogo tra Paesi – in questo caso le differenti discipline – scevro da preconcetti politici e ideologici. Si è imposto all’attenzione della giuria grazie alle inedite soluzioni di design che abbracciano il concetto di vivibilità degli spazi a 360° con un’introduzione al mondo lunare incalzante e ironica e prova, dall’inizio alla fine, a tenere insieme due anime: quella di chi crede nel progresso e di chi, invece, è consapevole dei cambiamenti che lo aspettano. Sia come individuo sia, poi, come società. Con originalità, visione, perizia tecnica e attenzione al dettaglio, le allieve e gli allievi IED hanno dosato e intrecciato con sapienza le loro competenze avvicinando come non mai il sogno lunare, nel solco della migliore tradizione creativa italiana”.

 

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