Idi di marzo
(…) adesso capiva che il malcontento serpeggiava ovunque, si rendeva conto che la difesa delle libertà civiche non poteva essere subordinata al desiderio, pur legittimo e comprensibile, di pace e tranquillità che la maggior arte dei cittadini auspicava (…). Valerio Massimo Manfredi per Mondatori, 2010 VII ristampa, in 240 pagine 14×21 costruisce, e con cura, un coinvolgente romanzo storico attorno a Giulio Cesare, i suoi ultimi giorni di vita prima di essere colpito a morte il 15.3.44a.C. da 23 pugnalate sotto lo sguardo di un ambiguo Senato, di una morente e ancor più ambigua Repubblica, sfibrata da decenni di guerre civili, frutto di palesi gravi squilibri sociali. Ritmi o scene ora incalzanti, quasi da film “il gladiatore”, ora degni del miglior giallo o spionaggio. Un mix saporito e fluido anche se letto a bocconi. Giulio Cesare rimane, nonostante la sua natura di “antico” e anteriore a quello che è stato dopo di lui, un individuo straordinario. Una vita straordinaria. Spia è il solo e semplice fatto che fa ancora “notizia”, determina ancora discussioni politiche, tecniche (giuridiche) e infine artistiche (teatro e letteratura) tra gli interlocutori. Un “processo” e alla sua logica (“imperiale”) che dura da oltre 2000 anni. Manfredi con il romanzo e attraverso le licenze sue poetiche, rappresenta un ennesimo capitolo di questa millenaria questione che forse non troverà mai pace, nemmeno nel mondo della creatività artistica. Non siamo qui per discutere di Cesare e della sua morte, ma per seppellirlo…cosa però impossibile: il cadavere fu cremato e le particelle forse, ancora le assimiliamo per via aerea.
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