ICA Milano presenta: SIMONE FORTI Vicino al Cuore
ICA Milano presenta
SIMONE FORTI
Vicino al Cuore
A cura di Alberto Salvadori e Chiara Nuzzi
Da venerdì 29 novembre 2019 a domenica 2 febbraio 2020
Opening: giovedì 28 novembre 2019, 18 – 21
ICA MILANO | Istituto Contemporaneo per le Arti
Via Orobia 26, Milano
Ingresso libero
ICA Milano – Istituto Contemporaneo per le Arti presenta Vicino al Cuore, la prima mostra personale in un’istituzione italiana dedicata a Simone Forti (Firenze, 1935), coreografa, danzatrice e artista visiva italoamericana. La mostra porterà l’attenzione della critica e del pubblico sulla poetica di Simone Forti, figura chiave nello sviluppo della performance dalla fine degli anni Cinquanta a oggi.
L’esposizione è curata da Chiara Nuzzi e Alberto Salvadori e sarà aperta gratuitamente al pubblico da venerdì 29 novembre 2019 a domenica 2 febbraio 2020.
Nel percorso espositivo sono contestualizzate le fasi più significative della ricerca artistica di Simone Forti dagli anni Sessanta a oggi, raccogliendo una selezione di opere storiche e inedite – tra cui disegni, acquerelli, installazioni, video di documentazione e performance – strettamente legati alla biografia dell’artista.
L’instancabile ricerca artistica di Simone Forti oltrepassa i confini della performance stessa grazie a una pratica in continuo dialogo tra improvvisazione e sperimentazione che ben rappresenta la riflessione etica, filosofica e intellettuale proposta da ICA Milano legata al tema del vivente, fil rouge che accompagna l’intera programmazione dell’Istituzione sotto la direzione artistica di Alberto Salvadori.
Scrivono i curatori: “Per Simone Forti, interessata a conoscere la realtà attraverso il corpo, l’esperienza diretta rappresenta l’elemento principale per la comprensione del mondo circostante. Durante la sua carriera, infatti, ricerca artistica ed esperienze personali si fondono e si influenzano le une con le altre, caratterizzando il suo lavoro con una libertà senza paralleli che rende la sua pratica priva di demarcazioni legate a specifici generi o discipline”.
Simone Forti nasce a Firenze nel 1935 cresce a Los Angeles, dove nel 1938 si trasferisce con la famiglia, di origini ebree, a causa delle leggi razziali fasciste. A metà degli anni Cinquanta, Forti si forma a San Francisco seguendo la coreografa Anna Halprin e sviluppando una ricerca improntata all’improvvisazione e all’unione di movimento corporeo, luce, suono e linguaggio.
Nel 1959 il suo trasferimento a New York per studiare con Merce Cunningham, pioniere della modern dance americana e internazionale, e con il coreografo e musicista Robert Dunn, grazie al quale si avvicina agli studi sul “suono puro” di John Cage.
È in questo periodo che Forti inizia a comporre e sviluppare le sue prime coreografie sia individualmente che in collaborazione con alcuni degli artisti della scena newyorkese underground. Tra questi alcuni di loro erano legati all’ambito della performance e della danza come Yvonne Rainer, Trisha Brown e Steve Paxton e i musicisti La Monte Young e Charlemagne Palestine.
Nel 1961 l’artista presenta la serie di performance Five Dance Constructions & Some Other Things, all’interno di una serata curata da La Monte Young nello studio newyorkese di Yoko Ono. Percepite allora come opere radicalmente nuove, queste performance sono oggi incluse nella collezione permanente del MoMA di New York.
Due di queste performance, Huddle e Censor, saranno presentate negli spazi della Fondazione ICA nel periodo di apertura della mostra, in date e orari prestabiliti.
Huddle consiste nel gesto collettivo di un gruppo di performers che, avvinghiati gli uni agli altri, formano un’unica entità strutturale, una scultura vivente e dinamica. Ciascun danzatore si stacca dalla massa di corpi e si arrampica sopra le schiene degli altri compagni, per poi rientrare a far parte del gruppo. La performance diventa così una metafora delle dinamiche sociali che si creano all’interno di gruppi di persone, esplicitando il conflitto tra individualità e collettività.
In Censor, un performer scuote energicamente una scatola contenente dei chiodi mentre un altro cerca di sovrastare il rumore prodotto intonando ad alta voce una canzone. Il tentativo della voce di emergere dal forte rumore fa riferimento al clima di protesta nei confronti della crescente restrizione sociale, vissuto dalla stessa Forti a inizio anni Sessanta.
Conosciuta soprattutto per le performance radicali e dirompenti sviluppate negli anni Sessanta, la produzione artistica di Simone Forti comprende anche disegni e acquerelli realizzati tra il 1961 e il 1966, quando l’artista studia pittura presso l’Hunter College di New York.
A testimonianza di questo periodo, Vicino al Cuore presenta alcuni acquerelli inediti eseguiti nel 1966, in particolare le serie Baby, composte da alcuni acquerelli realizzati con colori primari che si riferiscono a due momenti cruciali della vita dell’artista, e Adventures of Red Hat, dedicati a momenti di vita quotidiana trascorsi con l’artista e compagno Robert Withman, ma anche a scene di viaggio e di campeggio.
Dopo un decennio di ricerca a New York, nel 1968 l’artista ritorna in Italia e trascorre un anno a Roma, dove si concentra sullo studio dei comportamenti istintivi degli animali dello zoo ritraendone i gesti, i movimenti e le pose per utilizzarli nella propria ricerca.
Tali disegni, le cui linee vivaci comunicano un profondo senso di energia, mostrano il tentativo di trascrivere l’interezza dei corpi animali e di catturare la fluidità delle loro reazioni e dei loro gesti, interpretandoli come una vera e propria danza.
A testimonianza di questo periodo di ricerca, sono esposte a ICA le serie Animal Study – Oxen, Turkey, Ostrich (1968 – 2005) e Animal Study – Gorilla (ca. 1990), nelle quali pone in relazione la gestualità e i movimenti degli animali, inseriti in un contesto di cattività, con i loro sistemi di comunicazione, per uno studio sulla relazione tra danza e parola.
In contrapposizione allo stato di cattività degli animali negli spazi dello zoo, l’osservazione dei gatti randagi nelle strade di Roma è il punto di partenza per l’installazione Largo Argentina (aka Rome Cats) (1969 – 2012), dove alcune fotografie di gatti sono proiettate in loop su un lenzuolo bianco sospeso nello spazio, accompagnate dal suono di alcuni acchiappasogni mossi da un ventilatore.
A Roma Simone Forti incontra Fabio Sargentini, fondatore della storica galleria L’Attico, che la introduce al contesto artistico italiano e le permette di utilizzare gli spazi della galleria sia come studio sia come luogo per presentare il suo lavoro.
Presso L’Attico, Forti realizza alcune performance di Dance Constructions e Sleep Walkers/Zoo Mantras, riproposte al primo piano negli spazi di ICA con una documentazione video dedicata.
In particolare, Sleep Walkers (1968/2017), è un’opera fondante per la ricerca dell’artista e rappresenta una riflessione sul comportamento animale sviluppato in cattività. Ne risulta un lavoro meditativo che riflette il complesso equilibrio tra la condizione di restrizione e libertà.
Il percorso espositivo presenta alcune performance seminali di danza che hanno fatto conoscere il linguaggio di Forti al pubblico internazionale. Tra queste Cloth (1967), in cui dei performer nascosti dietro tre quinte lanciano a ripetizione stoffe colorate mentre cantano sulla base di canzoni registrate da alcuni amici di Forti. Tra le opere degli anni Ottanta, la mostra documenta le performance News Animation: Mad Brook Farm (1986), in cui Forti reinterpreta le cronache dell’epoca attraverso il movimento e la lettura concitata di materiale proveniente dalla stampa locale e internazionale raccolto da lei stessa, e Touch (1989), svoltasi al giardino botanico Wave Hill Estate di New York, durante la quale l’artista esplora le connessioni tra la storia archeologica del sito e la condizione umana presente.
Contestualmente alla mostra di Simone Forti, nella project room di ICA Milano sarà presentato, in collaborazione con Fondazione Il Lazzaretto, When The Towel Drops Vol 1 | Italy, videoinstallazione del collettivo Radha May, composto da Elisa Giardina Papa, Nupur Mathur e Bathsheba Okwenje. L’installazione, a cura di Claudia D’Alonzo, costituisce una riflessione sui temi della censura e della femminilità nel cinema italiano del dopoguerra e riporta alla luce centinaia di documenti d’archivio e di scene tagliate da film italiani e stranieri degli anni Cinquanta e Sessanta.
Per la mostra Simone Forti. Vicino al Cuore si ringraziano The Box, Los Angeles, e Galleria Raffaella Cortese, Milano, per la preziosa collaborazione.
INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO
SIMONE FORTI. Vicino al Cuore
A cura di Alberto Salvadori e Chiara Nuzzi
Da venerdì 29 novembre 2019 a domenica 2 febbraio 2020
Opening: giovedì 28 novembre 2019, 18 – 21
CALENDARIO PERFORMANCE
Novembre 2019
Giovedì 29 novembre 2019 ore 18.00-21.00 (Opening)
Sabato 30 novembre 2019 ore 12.00, 14.30, 17.30
Dicembre 2019
Domenica 1 dicembre 2019 ore 12.00, 14.30, 17.30
Domenica 15 dicembre 2019 ore 12.00, 14.30, 17.30
Gennaio 2020
Domenica 18 gennaio 2019 ore 12.00, 14.30, 17.30
Febbraio 2020
Domenica 2 febbraio 2019 ore 18.00-21.00 (Closing)
In concomitanza con la mostra di Simone Forti
ICA Milano presenta
RADHA MAY
(Elisa Giardina Papa, Nupur Mathur, Bathsheba Okwenje)
When the Towel Drops, Vol 1 | Italy
A cura di Claudia D’Alonzo
Opening: giovedì 28 novembre 2019, 18 – 21
Da venerdì 29 novembre 2019 a domenica 2 febbraio 2020, in concomitanza con la mostra monografica dedicata all’artista, coreografa e danzatrice italoamericana Simone Forti, ICA Milano, in collaborazione con Fondazione Il Lazzaretto, presenta all’interno della project room When The Towel Drops Vol 1 | Italy, videoinstallazione del collettivo Radha May, composto da Elisa Giardina Papa, Nupur Mathur e Bathsheba Okwenje. L’installazione, a cura di Claudia D’Alonzo, costituisce una riflessione sui temi della censura e della femminilità nel cinema italiano del dopoguerra e riporta alla luce centinaia di documenti d’archivio e di scene tagliate da film italiani e stranieri degli anni Cinquanta e Sessanta.
Con immagini rimosse da film quali La notte e Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni, Alle soglie della vita di Ingmar Bergman o La notte brava di Mauro Bolognini, When The Towel Drops si interroga sui meccanismi istituzionali e politici messi in atto per definire i confini di accettabilità e devianza nell’Italia del dopoguerra. Le scene censurate raccolte in questo video di montaggio parlano di piacere femminile e queer, di atti di provocazione e sfida verso le istituzioni, raccontando come il corpo femminile sia stato regolato e irreggimentato nel corso della storia.
Quello che emerge è che una “donna accettabile” per i canoni dell’Italia del dopoguerra non debba esprimere piacere sessuale, non possa ballare in modo provocante, non sfidi mai le autorità e non si mostri mai nuda e di fatto, non partorisca neppure.
Spiega Radha May: “Cosa vuol dire reintrodurre nella memoria collettiva ciò che è stato rimosso? In che modo la conoscenza di una storia celata per decenni può modificare la percezione contemporanea delle questioni di genere e della sessualità? When The Towel Drops ci chiede di considerare tutto questo e di interrogarci su quanto siano veramente cambiate le idee riguardo ai comportamenti femminili ritenuti accettabili”.
La mostra a ICA Milano rappresenta la terza tappa del capitolo milanese di When the Towel Drops, progetto promosso da Fondazione Il Lazzaretto di Milano in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo e CODICI, e i media partner cheFare e Digicult. Nel mese di maggio un workshop ha coinvolto un gruppo di quindici partecipanti a lavorare insieme a Radha May sulle scene e sui documenti del comitato di censura. Questo percorso partecipativo ha prodotto una nuova versione della performance di When the Towel Drops, che sarà presentata a novembre all’interno del Festival della Peste! che si terrà negli spazi de Il Lazzaretto.
When the Towel Drops è un progetto artistico di ricerca, che esplora la rappresentazione delle femminilità e della sessualità nel cinema internazionale e su Internet. La prima tappa Vol 1 | Italy (2016) si concentra sulla censura del cinema italiano dal dopoguerra fino agli anni Sessanta ed include una videoinstallazione e una performance. Le tappe successive – in progress – esplorano la censura nel cinema contemporaneo di Bollywood (India) e nel Sud Africa durante il periodo dell’apartheid. When the Towel Drops è stato reso possibile attraverso il generoso supporto di: MiBACT – Direzione Generale per il Cinema, Italia; Fondazione Cineteca di Bologna, Italia; Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Italia; Italia Taglia, Italia; Creative Arts Council, Brown University; Italian Studies Department, Brown University; Granoff Center for the Arts, Brown University, Department of Modern Culture and Media, Brown University, Digital + Media, Rhode Island School of Design, Pembroke Center for Teaching and Research on Women, Brown University. When The Towel Drops Vol 1 | Italy è stato presentata presso: Verge Center for the Arts, Sacramento, USA (upcoming); Spring/Break Art Show, New York, USA (2018); Union Docs, New York, USA (2017); 250 Varet, New York, USA (2016); Granoff Center for the Creative Arts, Rhode Island, USA (2016).
INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO
Radha May (Elisa Giardina Papa, Nupur Mathur, Bathsheba Okwenje)
When The Towel Drops, Vol 1 | Italy
A cura di Claudia D’Alonzo
Promosso da Fondazione Il Lazzaretto
Da venerdì 29 novembre 2019 a domenica 2 febbraio 2020
Opening: giovedì 28 novembre 2019, 18 – 21
ICA MILANO | Istituto Contemporaneo per le Arti
Via Orobia 26, 20139 Milano
office@icamilano.it | www.icamilano.it
Orari giovedì – domenica, 11 – 19 Ingresso libero
ICA MILANO
ICA Milano – Istituto Contemporaneo per le Arti è una fondazione privata non profit dedicata alle arti e alla cultura contemporanea, alla ricerca e alla sperimentazione, nella quale convergono diverse forze e tipologie di protagonisti del mondo dell’arte: artisti, collezionisti, professionisti del settore, appassionati.
Diretto da Alberto Salvadori, ICA è il primo Istituto Contemporaneo per le Arti che sorge al di fuori del mondo anglosassone, situato nell’ex area industriale di via Orobia a Milano.
L’attività dell’Istituto si sostanzia in un’offerta alla città e al pubblico, dove condivisione e partecipazione sono le parole chiave per comprenderne l’attitudine. Mostre, editoria d’arte, ceramica, cinema, performance, musica, letteratura, attività seminariali di divulgazione, formazione, educazione e molto altro ancora costruiranno un percorso improntato su interdisciplinarità e transmedialità.
Espressione di una precisa identità ‘milanese’ che storicamente mette in relazione l’iniziativa privata con la dimensione istituzionale, ICA trova ispirazione nella cultura del give back, ossia restituire per condividere.
ICA Milano ha aperto le sue porte al pubblico a gennaio 2019, con la mostra collettiva Apologia della Storia – The Historian’s Craft (25 gennaio – 15 marzo 2019), curata da Alberto Salvadori e Luigi Fassi, alla cui inaugurazione hanno partecipato più di mille persone. Successivamente, ICA ha presentato: Hans Josephsohn, a cura di Alberto Salvadori; Galleria dell’Ariete. Una storia documentaria (24 marzo – 2 giugno 2019), a cura di Caterina Toschi, prima edizione di Gallery Focus, il progetto che esplora la storia delle gallerie italiane dagli anni Cinquanta a oggi; Equivalenze (Equivalence) – new work by Julian Stair e Verso Nuovi Canoni (Towards New Canons) – ceramics and contemporary art in Great Britain (21 giugno – 15 settembre 2019) a cura di Tommaso Corvi-Mora, inserite nel percorso Ceramics con cui ICA intende indagare l’utilizzo della ceramica come medium artistico; Books and Others (27-29 settembre 2019), prima edizione della manifestazione dedicata al libro d’arte e cultura visiva che diventerà un appuntamento annuale.
Dal 12 ottobre al 10 novembre 2019 ICA presenta MASBEDO perché le frontiere cambiano, a cura di Alberto Salvadori.
PCM Studio di Paola C. Manfredi
Via Carlo Farini, 70 – 20159 Milano
Tel. +39 02 36769480
press@paolamanfredi.com | www.paolamanfredi.com
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