I verdetti del popolo delle primarie
Quella del 25 ottobre è stata una grande giornata di democrazia, la rappresentazione della voglia di cambiare di milioni di italiani. Cambiare nonostante tutto. Nonostante il 26 % alle europee, nonostante lo choc della triste vicenda di Marrazzo. E la voglia di cambiare la nostra gente l’ ha affidata a Bersani: il più credibile, il più pacato, il più attrezzato, il più unitario dei tre candidati. Il popolo delle primarie qui da noi in provincia di Roma e nei Castelli, ha detto altre cose inequivocabili. Franceschini e Morassut erano sostenuti da un formidabile apparato. Nei Castelli Romani le loro liste regionali e nazionali erano piene di sindaci e capeggiate da consiglieri e assessori regionali, che si sentono padroni di un partito che non si è mai voluto costruire. Noi che abbiamo sostenuto Bersani e Mazzoli, abbiamo messo nelle nostre liste soprattutto tanti giovani, che hanno ottenuto splendidi risultati, sostenendo l’idea di un Pd diverso, capace di rinnovarsi e promuovere una nuova classe dirigente. Questa scelta è stata vincente e ha travolto il tentativo di condizionare il voto con gli strumenti della vecchia politica. Le liste di Bersani e Mazzoli hanno vinto in Provincia di Roma, nel collegio Velletri – Pomezia, in comuni importanti come Frascati, Colleferro, Grottaferrata, Segni e Monteporzio, hanno ottenuto una straordinaria affermazione – in controtendenza con i congressi di circolo – anche nei comuni di Ciampino, Marino, Valmontone, Rocca Priora; S.Cesareo e Artena. Dovunque si è affermata la volontà di cambiare, di far ripartire il Pd che si era fermato su un binario morto, di costruire un partito al servizio dei cittadini e non strumentale agli interessi di chi lo ha avuto in gestione.
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