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I veli della discordia: burqa e niqab

I veli della discordia: burqa e niqab
Dicembre 16
15:41 2013

Kashmir-1948La conoscenza facilita l’accettazione.

Quando si parla del burqa e del niqab ci si riferisce a due emblemi del credo religioso islamico.

Essi rappresentano il tratto distintivo di un’appartenenza culturale e religiosa.
Questi due indumenti coprono integralmente il corpo della donna presentando una sola differenza: mentre, l’uno, il burqa, tende a celare anche gli occhi attraverso una retina, l’altro, il niqab, li lascia scoperti.

Questa fattispecie di veli che potremmo definire “integrale” appartiene a due diverse realtà geo – culturali la prima afghana e la seconda della penisola arabica.
Le motivazioni che si pongono alla base di un differente utilizzo del velo sono da rintracciarsi principalmente nella questione dell’identità pluralista che tende a caratterizzare l’Islam.
La valenza religiosa del burqa, nello specifico, non è infatti ascrivibile ad una norma coranica tanto che da molti esso viene definito insieme al niqab come un “costum[e] impost[o] da correnti culturali radicali, estremiste e maschiliste che tentano di imporlo come pratica per una corretta professione di fede islamica”.
Per altri il burqa rappresenterebbe un indumento “[d]ella tradizione rurale antica legata particolarmente a culture divinatorie e a riti di magia”.
Mentre, per i seguaci della corrente salafita, che predica il ritorno alla tradizione del I secolo dell’Islam, il velo sarebbe non solo, “un obbligo religioso e un dovere preciso ed inderogabile”, ma anche, “un mezzo attraverso il quale la donna mussulmana esprime, in forma tacita, la sua identità islamica”.
Intorno a questo indumento si sono sollevate negli ultimi anni una serie di questioni legate essenzialmente alla tutela della dignità umana e alla non – discriminazione della donna a cui si sono sommati problemi relativi alla sicurezza e all’ordine pubblico che hanno indotto gli Stati ad intervenire attraverso una serie di differenti normative.
Sarà pertanto opportuno, nel corso dei prossimi articoli, tracciare l’evoluzione che tali problematiche hanno avuto nell’ambito della giurisprudenza dei Paesi occidentali.
L’occultazione del volto in spazi pubblici è soventemente vietata dalle normative statali. Si pongono pertanto tutta una serie di questioni legate alla garanzia dell’ordine pubblico.
L’incompatibilità fra la tradizione del velo o meglio del burqa e i principi propri degli ordinamenti europei ha reso indispensabile la creazione di una normativa specifica al riguardo.
Naturalmente si tratta di un argomento piuttosto complesso e delicato giacché, da un lato, vi sono problemi legati a questioni di dignità, uguaglianza, sicurezza ed ordine pubblico, mentre, dall’altro, vi è l’espressione di un’identità culturale che, qualora, non fosse imposta, dovrebbe essere rispettata in virtù di un principio di non – discriminazione.
Non è agevole trarre delle conclusioni al riguardo e probabilmente ancora più improprio sarebbe emettere qualunque tipo di giudizio, per questo motivo, il modo in cui si ritiene più opportuno procedere è quello di analizzare più da vicino il problema a cominciare proprio dagli interventi legislativi sviluppati dagli Stati in materia.
I primi Paesi che verranno analizzati nel prossimo contributo saranno Francia e Belgio entrambi dotatisi di una normativa ad hoc in materia di velo integrale.

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