I seminole sono diventati tutti ricchi! – 2/2
All’inizio del 1900, gli Stati Uniti d’America firmarono un trattato di pace con la Nazione seminole riconoscendone la sovranità sulle terre che avevano difeso e sulle riserve nelle quali erano stati deportati. Mae Tiger ha la stessa determinazione dei suo antenati materni. In pochi anni completa le scuole superiori, e diventa infermiera, torna dal suo popolo e inizia a curare le persone. Si sposa con un uomo dal quale prende il cognome Tiger, ma lui è un reduce della seconda guerra mondiale che non riesce a reinserirsi. Gli incubi lo distruggono. Per vivere lotta con i coccodrilli per i pochi turisti che visitano la riserva. Un giorno è troppo ubriaco per esibirsi e Mae lo sostituisce. Lei è del clan del serpente e sa come addormentarli. Mae ha un figlio e lavora per la rinascita del popolo seminole. Collabora a creare un governo, ed è determinante nel riunire più di 20 tribù in un’unica Unione delle Tribù del Sud e dell’Est (USET). Nel 1957 è membro del neonato governo. Quando si insedia, nelle casse dello stato ci sono 35 dollari. Il governo si riunisce sotto un albero quando c’è il sole, in un camper quando piove. Nel 1967 viene eletta capo della sua nazione.
Quando nel 1971 lascia la politica perché ammalata, la nazione Seminole ha scuole, servizi sanitari, una vita sociale, un’agricoltura efficiente.
Alla guida della nazione seminole le succede James E. Billie, un reduce della guerra del Vietnam. Anche lui come Mae è un meticcio, figlio di un padre irlandese sparito nel nulla: l’odio verso i bianchi aveva fatto dimenticare i costumi dell’ospitalità sessuale e uno sciamano aveva consigliato alla madre di uccidere il piccolo James. Fu proprio Mae Tiger a salvarlo.
James Billie cresce in modo selvatico in mezzo alle paludi. Butta le scarpe in un canale per non andare a scuola. Ma Mae gliene compera un altro paio e lo convince a studiare. Poi James Billie finisce in Vietnam, dove viene utilizzato in missioni dietro le linee nemiche per la sua dimestichezza con le paludi. È uno tosto che uccide a mani nude. Quando torna a casa non riesce più a sopportare la miseria del suo popolo. Un giorno incontra una tigre e la uccide con un colpo di fucile, poi la mangia con gli amici. Prende questo evento come un segno, è convinto che la sua vita cambierà. Viene processato da un tribunale di bianchi perché il felino è una specie protetta ma lui vince il processo dimostrando che uccidere la tigre fa parte della sua religione. James Billie inizia a fare politica fino a diventare capo della nazione Seminole, appunto, nel 1971. Indirizza tutti i propri sforzi per trovare il modo di far rinascere l’economia, inizialmente, in particolare, attraverso lo sviluppo del turismo e l’artigianato: anche a lui capita di lottare con un coccodrillo per il divertimento dei turisti.
Poi un bel mattino prende in mano il vecchio trattato con il quale gli Usa riconoscono la nazione seminole e scopre che i bianchi, nella loro infinita presunzione, hanno fatto un errore madornale. Non hanno mai pensato che quegli indiani avrebbero potuto evolversi. E hanno riconosciuto ai Seminole lo status di nazione. Billie capisce che questo vuol dire che i territori Seminole, 6 riserve, non devono sottostare alle leggi statunitensi. Quindi fa due cose: apre una sala bingo e forma una polizia tribale armata fino ai denti. E attacca gli spacciatori di droga che atterrano nei territori indiani con aerei ed elicotteri e vendono cocaina ai giovani. La polizia seminole, composta da un gruppo di reduci, sequestra ai trafficanti un aereo e un elicottero. Così la nazione Seminole ha anche l’aviazione. Lo stato della Florida tenta di chiudere il bingo e di sciogliere la polizia tribale. Ma le tigri delle paludi vincono la causa legale. Nel giro di pochi anni aprono 6 bingo, e investono i guadagni in case, scuole, strade.
Oggi i Seminole controllano uno dei più grandi gruppi americani di gioco d’azzardo. Un bel pezzo di Las Vegas è loro. Ogni nuovo nato ha un sussidio mensile che gli garantisce di potersi laureare. Hanno intenzione di comprare la Coca Cola.
Oggi Mae è una donna felice. E ne ha buoni motivi, oltre alla gioia che le danno i nipotini. Il suo popolo ha un grande futuro. Lei dirige il Seminole Times e scrive le storie della tradizione del suo popolo. Fonte: Cacao della Domenica
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