I santi Sebastiano e Rocco tra storia fede e folclore – 3
1856: il secondo centenario.
Il secondo centenario dell’apparizione (avvenuta nel 1656) delle immagini affrescate dei SS. Sebastiano e Rocco nella già cattedrale di S. Maria in Vivario, avvenne in forma ancor più grandiosa rispetto a cento anni prima. Infatti già la sera del 29 maggio 1856, l’arciprete della cattedrale [don Gaetano Ambrogioni], ‘dopo cantato il vespero’ propose ai ‘Signori Canonici se credevano opportuno che si facesse invito ai RR.PP. Teatini e Scolopi pregandoli di intervenire alla Solenne Processione’ per le feste centenarie, che si sarebbero dovute tenere certamente con una maggiore solennità, in quanto sarebbero state trasferiti processionalmente ‘i sacri Simulacri dei Nostri SS. Comprotettori Sebastiano e Rocco nella Chiesa Cattedrale’.1 A proposito di questi ‘simulacri’ dei comprotettori è qui necessario aprire una parentesi prima di procedere con la cronaca del secondo centenario, che, tra l’altro è ampliamente narrata anche da don Razza, nel suo volume S. Maria in Vivario del 1975. Quegli affreschi sul muro della cappella in S. Maria in Vivario, nella prima metà dell’Ottocento erano stati staccati dalla parete perché andavano deteriorandosi, per cui il cardinale Ludovico Micara, vescovo tuscolano, frate cappuccino di profonda umiltà ma anche uomo energico e deciso e di vasta cultura, nel 1842 li aveva fatti ‘tagliare’ e staccare dalla parete del muro facendoli collocare separatamente – da un gruppo di esperti agli ordini del capo mastro Giuseppe Ceppari – in due teche di legno solido, protette da un vetro frontale e così sistemate le fece poi risistemare sull’altare della cappella.2 In tal modo, tredici anni dopo, avvicinandosi il secondo centenario, si pensò che i ‘simulacri’ potessero anche esser portati in processione.
Fu così che il 15 giugno iniziarono regolarmente queste feste centenarie. Prima della Solenne Processione’, convennero in S. Maria in Vivario le Congregazioni religiose dei PP. ‘Riformati’ [frati minori], i Cappuccini, i Teatini, i padri delle Scuole Pie, le confraternite e la ‘pia Unione dei XXIV Cittadini addetti alla custodia della cappella dei SS. Comprotettori’.
Alla presenza quindi della ‘Magistratura (Consiglio comunale), dei cardinali Amat e Cagiano, il Notaio e l’avvocato Vincenzo del Grande Gonfaloniere di Frascati’, e dopo che il notaio e cancelliere vescovile Michele Giammarioli, su proposta del Gonfaloniere, aveva stilato il rogito pubblico sull’identità delle Sacre immagini ‘apponendo su ambedue i quadri quattro sigilli’, ‘incominciò il difilamento della Processione’ che veniva scortata dalla ‘Truppa di Lione’ e dai ‘Dragoni Pontifici’ nonché dal nostro Concerto Municipale e quello del reggimento dei Dragoni fatto venire da Roma’.
L’itinerario della processione ci riporta d’attualità una viva immagine della piccola antica Frascati, che forse tante volte magari abbiamo guardato forse superficialmente in vecchie stampe o incisioni dell’epoca. Dalla Chiesa di S. Maria in Vivario, la processione, attraverso la porta S. Rocco [abbattuta qualche anno dopo], si diresse verso Capocroce, poi per la ‘strada che da Roma conduce alla nostra Città[la tuscolana] entrò magnificamente a Porta S. Pietro’ [abbattuta anch’essa nel 1870, si trovava all’inizio dell’odierna via Cesare Battisti in Piazza Roma] che era stata abbellita con una sorta di arco di trionfo ‘sormontato da un gruppo di tre statue rappresentanti il Redentore Gesù Cristo e i SS. Sebastiano e Rocco ch’erano genuflessi innanzi al redentore in atto supplicante’.3
Dalla cronaca negli Atti Capitolari della Cattedrale sembra fosse ‘inesprimibile la commozione universale dei Fedeli che non cessarono di gridare ad alta voce se non quando i Sacri Simulacri furono nella Chiesa Cattedrale’, riccamente abbellita e decorata. In serata, ‘fu incendiato il fuoco artificiale e la città si vidde in ogni parte vagamente illuminata’.
Il 16 giugno, in Cattedrale il ‘Rev.mo Capitolo cantò Messa’ celebrata dall’Arciprete, mentre il 17 ‘a un’ora pomeridiana ebbe luogo il divertimento pubblico della corsa dei cavalli barbari’; a sera poi, alla presenza del cardinale Luigi Amati vescovo di Palestrina, i vespri cantati ‘con musica strumentata del celebre maestro Capocci’, che eseguì ‘la medesima musica’ nel giorno seguente, ‘anniversario della gloriosa Apparizione durante la Messa Pontificale celebrata dal sullodato Em.o Amati’. La sera poi ‘una generale luminaria brillava per la Città, ed un Fuoco di artifizio lavorato dall’Artista Cristofaro Amici vi fu incendiato’.4
Nei giorni 19, 20 e 21 giugno ‘messa parata in musica cantata dai canonici’, cui fanno seguito le solite corse dei cavalli e fuochi artificiali.
A chiusura dei festeggiamenti, ‘il Cardinale Ludovico Altieri pontificò solenne Messa con Musica istrumentale del celebre Maestro Mililotti’ e poi ancora corse di cavalli berberi, estrazione di una lotteria e la ‘Tornata Solenne dell’Accademia Tuscolana nella Chiesa di S. Maria in Vivario’.5
I festeggiamenti continuarono anche nei giorni seguenti, con la cornice dei fuochi artificiali, finché si arriva all’apoteosi finale quando già ‘l’alba del 24 giugno fu salutata col suono delle campane di tutte le chiese della Città,6 ‘comprese quelle dell’orologio della nostra Cattedrale che furono suonate a martello’, quindi Messa solenne con la celebrazione del Vescovo Cagiano, solite corse dei cavalli e a sera ‘solenne vespero in musica’ e raduno del ‘Corpo Governativo e municipale’, dei padri Teatini, Scolopi, Religiosi Riformati, Cappuccini, e delle ‘quattro Confraternite’ per la processione che ricondusse ‘ le SS. Immagini nella loro Chiesa col medesimo ordine con cui furono trasferite nella Cattedrale’, ma prevedendo un percorso ridotto, ‘mentre era nel desiderio del popolo devoto di vedere portato in trionfo per le vie della città’, le immagini, sicché il Vescovo ‘ordinò che la processione partendo dalla Chiesa Cattedrale si avviasse verso il corso, passando quindi innanzi al Monastero [di S. Domitilla delle suore Agostiniane], tornasse per la via degli Archi e, traversando la Piazza del Gesù si avviasse per la via di porta Granara per la strada dei merli e ritornasse sulla piazza traversando la via delle Monachelle [Chiesa di S. Lucia, oggi piazza Monte Grappa] ed uscendo fuori di porta S. Pietro, scendesse per la strada sotto i merli [oggi via A. Diaz] per quindi rientrare a porta S. Rocco’, riportando le immagini nella loro Chiesa ove dimorano ancora.
L’estensore del resoconto, si rammarica un po’ sul ‘descritto giro’, ‘che sarebbe stato meglio se era più prolungato perché si sarebbe evitato l’incontro della Confraternita col Rev.mo Capitolo che partiva allora dalla Chiesa’ [Cattedrale]. L’ecclesiastico ‘cronista’ comunque si compiace del fatto che ‘il numeroso popolo accorso dai vicini Paesi e dalla Capitale [ovviamente dello Stato Pontificio] era stipato per tutte le vie’.
Tutto dunque per il meglio eccetto che per ‘l’incendio di un grandioso Fuoco d’artificio che avendolo impedito la pioggia, fu trasferito nella Domenica seguente 29 giugno Festa dei Gloriosi Apostoli S. Pietro e Paolo’.
E non tralascia nemmeno, il nostro canonico segretario, di lanciare una sorta di invito ai posteri, infatti; ‘tale fu l’ordine tenuto nel celebrare la seconda Festa centenaria dei nostri Comprotettori, che potrà servire di norma ai futuri Tusculani che animiamo ad impegnarsi sempre più nel promuovere il culto e la devozione verso i nostri SS. Sebastiano e Rocco’.7
Ma vedremo tuttavia che, 50 anni dopo, pur ricollegandosi a tale ‘norma’, qualche bel problema per questa festa i ’24 Cittadini della Pia Unione’ lo ebbero, soprattutto con l’amministrazione comunale di cui era sindaco Domenico Valenzani che pure dei ’24’ faceva parte! Ma intanto per questo secolo XIX, Frascati si compiaceva ancora della riuscita festa che precedeva di dieci giorni quella in gran pompa per l’inaugurazione della prima strada ferrata dello Stato Pontificio che si terrà alla stazione di Campitelli il 7 luglio del 1856.8 Così, per il secondo centenario dello scoprimento il comune di Frascati, ‘riconoscente esultante’, coniò pure una medaglia ricordo ‘a Cristo Salvatore e ai trionfatori della peste’ mentre un inno fu composto dal canonico don Luigi Ceci.9
Una decina d’anni dopo, e a ringraziamento di vari altri pericoli ed epidemie cui scampò la cittadinanza e che non stiamo qui a descrivere, il pittore Pietro Gagliardi decorò con nuovi affreschi la cappella dei Santi nella Chiesa del Vivario, narrando per immagini l’antico ‘miracolo’ del 1656. (continua)
1 Atti capitolari della Cattedrale tuscolana 8 ottobre 1853-15 giugno 1876, anno 1856. Nel frattempo il canonico Lorenzo Sebastiani (lo stesso che compose l’inno per l’inaugurazione della ferrovia Roma-Frascati che avverrà poche settimane dopo), rese nota agli altri canonici che lo stesso Arciprete della Cattedrale aveva donato ‘trentatre doppie d’oro’ per ‘adornare e pitturare la Cappella di Maria SS. Addolorata’. Tale cappella , affrescata dal Dies, era stata ricavata sfondando il muro a sinistra dell’ambone dell’altare maggiore in Cattedrale e sopaelevendovi anche quelle stanze che attualmente sono adibite ad attività catechistiche e in precedenza anche ad archivio. Questo progetto iniziato nel 1839 e portato a termine nel 1844, fu dovuto al cardinale Ludovico Micara che si preoccupava di far riunire il capitolo dei canonici della Cattedrale in un luogo più riparato rispetto a quello del ‘coro’ ligneo esistente intorno all’altar maggiore e troppo esposto al freddo. La notizia è in: L. Razza, Il cardinale Ludovico Micara unico cardinale vescovo tuscolano nato a Frascati [inedito].
2 Il lavoro fu eseguito nel 1843.
3 Di quest’arco esisteva una fotografia nel manoscritto di Pietro Santovetti, (Ms Z.D. CXXVII). Cfr. L. Razza S. Maria in Vivario’cit. p. 62. La foto è stata successivamente riprodotta in varie pubblicazioni locali.
4 Atti Capitolari 1853-1876..cit.
5 L’Accademia Tuscolana fu fondata nel 1842 con la presidenza del cardinale Micara. Ai fondatori, e cioè Micara, il conte Francesco Senni e don Lorenzo Sebastiani, si aggiunsero altri dodici soci tra laici e ecclesiastici, e un’altra decina tra soci ‘corrispondenti e ‘onorari’. Durò pochi anni e questa ‘tornata’ del 1856 fu una ripresa e praticamente l’ultima iniziativa. Sarà poi, per breve tempo (1879) ‘riattivata’ dal grande card. Pitra vescovo tuscolano. Ricostituita nel 1925 da Domenico Seghetti, Filippo Zacchi e Filippo Passamonti cadde di nuovo nell’oblio durante il Fascismo, riemergendo nel 1950 (prendendo come motto ‘succisa virescit’), fino al 1963/64 con la presidenza del Vescovo Ausiliare Budelacci e segretario il dott. Nello Nobiloni, allora presidente del gruppo dei Laureati Cattolici.
6 Le parrocchie allora erano due: S. Maria in Vivario (ripristinata dal 1832) e S. Pietro, poi c’erano le chiese non parrocchiali, di Capocroce (retta dai Teatini), dei frati minori (S. Bonaventura), quella della Madonna delle Scuole Pie, di S. Lucia, quindi la Chiesa del Gesù, S. Gregorio.
7 Atti capitolari 1853-1876…cit.
8 Cfr. V. Marcon, Pio IX e la Civitas tusculana. Nel 150° della inaugurazione della linea ferroviaria Roma-Frascati, ed. Centro Studi e Documentazioni Storiche, Frascati 2006.
9 Per i più curiosi possiamo ricordare che vi fu anche una tombola ‘assicurata in scudi 200′, così ripartiti: ’10 scudi al terno, 15 alla quaterna, 25 per la cinquina e 150 per la tombola’. Nel 1772 va ricordato che venne fusa anche una nuova campana “ detta la ‘campanella’ “ per la Cattedrale di S. Pietro opera di Francesco Blasi di Roma, ‘in honore sanctorum Rocci et Sebastiani’.
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