I riconoscimenti della guida Osterie d’Italia 2019 in Lazio
Chiocciole, Formaggi e Bottiglie
ecco tutti i riconoscimenti della guida Osterie d’Italia 2019 in Lazio
Sono 93 su 1617 i locali laziali segnalati nella guida alle Osterie d’Italia 2019 appena pubblicata per i tipi di Slow Food Editore, tra questi 10 Chiocciole (i locali particolarmente in sintonia con la filosofia Slow Food), 12 Formaggi, 17 Bottiglie e, novità di quest’anno, 4 esercizi segnalati per la particolare attenzione all’olio extravergine d’oliva, sia in cucina che in sala.
Giunto alla 29esima edizione, il sussidiario del mangiarbere all’italiana è il solo a raccontare un lavoro troppo spesso sottovalutato, quello delle cuoche e degli osti italiani con la diversità, l’originalità e la capacità di interpretare la cucina secondo la loro personalità: «Le osterie italiane sono sempre di più sulla bocca di tutti, perché gli osti sono diventati nuovamente il fulcro del discorso gastronomico italiano degli ultimi tempi. E proprio per questo una definizione, per quanto dai confini morbidi, ci vuole. Per questo abbiamo pensato a un decalogo, dieci idee sulle quali ci confronteremo a partire da oggi per trovare parole comuni che ci permettano di sintetizzare le 1617 storie della guida e raccontare al meglio a chi la legge cos’è un’osteria secondo Slow Food» sottolineano i due curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni.
«Secondo noi l’osteria è accogliente e conviviale, ha un buon rapporto qualità/prezzo, conosce a fondo la materia prima che usa, lavora prodotti di prossimità, sa proporre il vino, anche se è solo quello della casa, non ha il menù degustazione, non scimmiotta il ristorante importante, è moderna ma non rinnega il passato, non insegue le mode, anzi spesso le anticipa e, last but not least, ha un bravo oste (o anche più di uno)» continuano i curatori.
L’altra novità sono i sei premi speciali che per la prima volta la guida attribuisce, uno dei quali conferito a un’osteria del Lazio:
Premio Migliore Carta dei Vini, Da Cesare – Roma
La carta dei vini di Da Cesare è un esempio di come dovrebbe essere al giorno d’oggi una selezione di etichette. Quella di Leonardo è una proposta identitaria, personale, attenta al territorio e alle produzioni sostenibili, ma senza essere ideologica.
Anche la Bottiglia è stata ripensata in questa edizione: «Questo simbolo è stato utilizzato per la prima volta negli anni ’90, quando il mondo del vino era diverso, adesso che è nata la guida Slow Wine ci siamo fatti aiutare dai curatori – Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni e tutta la redazione – per ridefinire le caratteristiche che deve avere il riconoscimento dato alla qualità della carta dei vini» sottolinea Signoroni.
Tra i principi che hanno guidato l’attribuzione l’abbinamento con i vini del proprio territorio; la personalizzazione della carta dei vini secondo il proprio gusto e un lavoro di ricerca personale; meglio poche referenze ben scelte piuttosto che centinaia poco curate e banali; il rapporto qualità prezzo che si deve ritrovare anche per le etichette e così come l’attenzione all’ambiente.
Tra i temi che emergono da una lettura trasversale della guida c’è il protagonismo della montagna, luogo più difficile e scomodo ma amato soprattutto dai giovani osti che qui possono trovare prodotti e artigiani veri, territori incontaminati da cui rifornire le proprie dispense o coltivare direttamente le proprie materie prime. Sono luoghi ricchissimi di storie, tradizioni, prodotti, erbe spesso poco note e che trovano nell’osteria, nella sua cucina e nel suo pubblico un naturale punto di approdo. E poi ci sono proprio loro, i giovani che si mettono alla guida dell’osteria di famiglia o che, magari senza avere alle spalle storie di ristorazione, ci mettono studio e passione. Spesso sono osterie che guardano alla tradizione e al proprio territorio con occhi nuovi, che riescono a usare un obiettivo inedito per fotografare il luogo in cui sono e rileggerlo attraverso piatti che saranno la tradizione tra 100 anni. Infine, sono sempre più numerosi i locali, al Sud come al Nord, che propongono i prodotti del mare, con l’accortezza di scegliere la piccola pesca tradizionale e le specie di pesce meno note.
Curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni
Collana Guide Slow
Pagine 896 – Prezzo 22 euro
Disponibile anche on line
1617 locali segnalati
133 nuove segnalazioni
279 chiocciole, locali che meglio incarnano il modello di osteria
213 osterie da visitare per la notevole selezione di formaggi
361 osterie consigliate per la in più
484 locali con un orto di proprietà
370 osterie che propongono un menù vegetariano carta dei vini attenta al territorio 321 osterie con alloggio
Tutte le Chiocciole del Lazio
La Polledrara Paliano Fr
Lo Stuzzichino Campodimele Lt
A Casa di Assunta Isola di Ponza Lt
L’Oste della Bon’Ora Grottaferrata Rm
Taverna Mari Grottaferrata Rm
Da Cesare Roma
Grappolo d’Oro Roma
Pro Loco D.O.L. Roma
Trattoria del Cimino Caprarola Vt
Il Casaletto Viterbo
I Formaggi
Il Castagno BassianoLt
Lo Stuzzichino Campodimele Lt
L’Osteria di Ianus Antrodoco Ri
Le Tre Porte Rieti
L’Oste della Bon’Ora Grottaferrata Rm
Taverna Mari Grottaferrata Rm
La Rocca del Gusto Monterotondo Rm
Pro Loco D.O.L. Roma
La Piazzetta del Sole Farnese Vt
Il Casaletto Viterbo
Al Vecchio Orologio Viterbo
Tredici Gradi Viterbo
Le Bottiglie
La Polledrara Paliano Fr
Lo Stuzzichino Campodimele Lt
Il Gatto & la Volpe Formia Lt
Il Bistrot del Granchio Terracina Lt
Vineria Cesare 1963 Terracina Lt
Boccondivino Labro Ri
Iotto Campagnano di Roma Rm
Zarazà Frascati Rm
L’Oste della Bon’Ora Grottaferrata Rm
Taverna Mari Grottaferrata Rm
Da Cesare Roma
Osteria del Borgo Roma
L’Osteria di Monteverde Roma
Grappolo d’Oro Roma
La Piazzetta del Sole Farnese Vt
Trattoria del Cimino Caprarola Vt
Al Vecchio Orologio Viterbo
Le osterie attente all’olio extravergine d’oliva
Il Gatto & la Volpe Formia Lt
Uva Fragola Latina
Trattoria del Cimino Caprarola Vt
La Piazzetta del Sole Farnese Vt
Ufficio stampa Slow Food Editore
Elisa Virgillito – e.virgillito@slowfood.it –
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