I primi 100 anni di Edith Piaf
Viaggio nella Francia degli anni 30-50 attraverso le canzoni di Edith Piaf.
Domenica 13 alle ore 18,00 al Teatro di Terra
Un ghiotto appuntamento della stagione teatrale al TdiTerra con il Teatro Potlach e la superlativa Nathalie Mentha nelle vesti della adorata cantante. Storie di vite nell’ambiente della malavita francese, storie di donne innamorate, storie di passioni di sogni… ricordi di vite perdute.
Per dare un’idea dell’occasione da non perdere ripercorriamo stralci dell’articolo di Geoff Gehman dalla rivista ICON sullo spettacolo in occasione delle repliche a Bethelhem, Pennsylvania (16-19 settembre 2015).
Una delle emozioni del teatro sta nel guadare un attore che abita completamente un altro artista: esattamente ciò che accade ne I primi 100 anni di Edith Piaf, l’ipnotizzante show di Nathalie Mentha. Ospite del Touchstone Theatre di Bethelhem, l’attrice italiana di nascita svizzera ha assunto completamente lo spirito della Piaf (1915-1963), la cantante franco-italiana il cui funerale fermò il traffico di Parigi.
Per un’ora ha narrato e cantato del proprietario di cabaret Luois Leplee, che diede alla Piaf la sua prima grande occasione, del boxer Marcel Cerdan, un suo grande amore, dell’occupazione di Parigi da parte degli ufficiali nazisti. Diretta dal regista Pino Di Buduo, la Mentha ha drammatizzato diverse canzoni usando uno sgabello, indossando una giacca da motociclista di un altro amante; letto con affanno la lettera che Piaf scrisse a Cerdan prima del suo scontro con Jack La Motta. Ha poi cantato “L’accordeoniste”, canzone composta da un ebreo in fuga da Parigi, al di sopra di un sipario con delle luci colorate, indossando un berretto rosso e muovendo le braccia vorticosamente come un carosello, e facendo assaporare le parole come un buon vino.
Mentha è più alta e bella della Piaf, che era bassa e aveva i capelli crespi, un passerotto matronale. Potrebbe piuttosto essere confusa con la performer inglese Kristin Scott Thomas; entrambe hanno i capelli biondi, le sopracciglia arcuate e una personalità misteriosa. Eppure è riuscita a comunicare i tratti leggendari della Piaf: il canto radioso, i rapidi gesti, il travolgente senso di colpa e la bella storia d’amore. Ha poi arricchito il ruolo inserendo elementi di una ballerina di flamenco, di un’acrobata e di una femme fatal di un film muto, ogni cosa inserita con coerenza nel clima dello show.
Infine Mentha si appoggia al sipario, cantando ad un invisibile Cerdan “Le vie en rose” senza alcun artificio, col cuore sanguinante, per quel 78 giri che ancora scalfisce l’anima.
Seguirà a breve, il 17 p.v. un’iniziativa festaiola: Velletri JAM Teatro SESSION, che finirà con un brindisi finale, e vedrà la partecipazione libera e programmata di artisti ed amanti del teatro, del territorio.
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