I pesticidi sono dappertutto
A causa dei pesticidi circa il 50% degli alveari italiani è scomparso recando un danno incalcolabile alle api, i piccoli insetti produttori di miele e responsabili principali della sessualità nelle piante. Proprio così, volano di fiore in fiore e si impolverano le zampette di grani di polline, fecondando la pianta successiva in modo perpetuo per il mantenimento delle specie. Elevato, è il rischio che l’intero ecosistema corre, con conseguenze catastrofiche anche per l’uomo, calcolando che in media il 75 % di tutta la produzione vegetale avviene con il suddetto sistema. Da circa tre anni è partito l’allarme per le diminuzioni di api, e da noi, le adulte chiamate bottinatrici dedite alla ricerca del polline, dell’acqua e del propoli, non fanno ritorno all’alveare o muoiono dopo la raccolta. Una strage che coinvolge anche la fertilità degli uomini e delle donne che lavorano nelle serre, dove sembra possano perdere il 40% della capacità riproduttiva. In Cina si è arrivati addirittura ad impollinare gli alberi da frutto manualmente con il pennellino! La causa principale di questo scempio è la ricerca d’aumento della produzione di cibo, con i campi che sono diventati un laboratorio chimico e l’antico sapere contadino che è finito in soffitta: soia e mais crescono ogni anno in modo intensivo sullo stesso campo. Al posto della vecchia e intelligente rotazione c’è oggi la monocoltura in successione, che attenta la salute delle piante e la fertilità della terra. All’inizio del 2008 in contemporanea con la semina del mais si è verificata un’elevata moria di api specialmente nel nord Italia, a causa del mais non più naturale ma “conciato”, ovvero impolverato da un antiparassitario che dovrebbe difendere il seme, ma invece entra e permane nella linfa per tutto il suo ciclo vitale, una pellicola mortale che avvelena la pianta e gli insetti che ne vengono a contatto. Nonostante le api siano insetti volanti e non di terra, a causa delle seminatrici automatiche che spargono il micidiale pulviscolo e contaminano i fiori, le piante e le gocce di rugiada il giuoco è fatto: l’ape lo assorbe! Il farmaco attacca l’apparato neurovegetativo dell’insetto, che perde il controllo del sistema nervoso e muore in 120 secondi tra spasmi atroci. Questo non è tutto, secondo il parere dei Servizi Fitosanitari delle Regioni, i prodotti ammazza-insetti non aiutano il granturco, sono superflui nella difesa del mais per la maggioranza dei casi e non eliminano né gli insetti né le erbacce. Fortunatamente il ministro delle politiche agricole, l’apicoltore Luca Zaia, ha accolto con un decreto la richiesta avanzata dalle Regioni, sospendendo lo scorso settembre l’utilizzo dei pesticidi per il mais. La vera battaglia fra api e colossi farmaceutici dell’agrochimica, vedi Bayer, Sygenta e Basf, sarà combattuta a breve di fronte al Tar del Lazio, quando il giudizio valuterà i contenuti della questione…non dimenticando che l’Italia è il secondo Paese europeo per utilizzo di prodotti chimici per l’agricoltura!
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