I parchi giochi per bambini con sindrome Down
Niente più discriminazioni nei parchi giochi italiani. Il 3 novembre il Minitalia Leolandia di Bergamo, lo Zoomarine di Torvaianica e l’Aqualandia di Jesolo hanno condiviso e firmato il “Protocollo C+1 Entertainment” predisposto dal CoorDown, dopo un anno di confronto con i principali parchi italiani, con i costruttori delle attrazioni, le Prefetture e i Vigili del Fuoco, responsabili della sicurezza delle strutture. Grazie a questo protocollo episodi che nel corso degli ultimi anni sono stati segnalati in molti parchi, ad iniziare da Gardaland, scene sgradevoli di persone con sindrome di Down invitate dallo staff ad allontanarsi da una o più attrazioni a priori a loro “vietate” per motivi di sicurezza, non si ripeteranno più.
Oltre alla firma da parte dei tre parchi menzionati, già altre strutture si sono rese disponibili ad attuarlo in forma spontanea. In breve, il protocollo parte da due assunti-base: da un lato non c’è alcuna evidenza che le persone con sindrome di Down abbiano comportamenti o reazioni in misura diversa dalla maggioranza degli altri ospiti dei parchi, dall’altro i rischi connessi all’utilizzo delle strutture anche da parte loro possono trovare copertura assicurativa sul mercato. Via libera quindi alle attrazioni per le persone con sindrome di Down accompagnate da un adulto che sia stato informato sui rischi, ma via libera anche a chi non è accompagnato: se si tratta di persone maggiorenni con sindrome di Down le informazioni e le regole saranno spiegate direttamente a lui, se si tratta di persona minorenne sarà sufficiente consegnare il modello di dichiarazione di responsabilità firmata da un adulto. Sul versante delle assicurazioni per i gestori dei parchi, il protocollo prevede che «qualora esso sia stato applicato, il gestore non è ritenuto responsabile, per il solo fatto di aver consentito l’accesso alle attrazioni alle persone con sindrome di Down, del comportamento o di eventuali incidenti durante l’uso dell’attrazione, o qualora non vengano rispettate le indicazioni fornite dal gestore o dal personale nella gestione delle emergenze ed evacuazione». Un principio che, viene sottolineato, dovrebbe essere formalmente riconosciuto anche a livello legislativo. Il protocollo ha validità fino al 31 dicembre 2011 ed è previsto che venga rivisto alla luce dei risultati ottenuti in questo arco di tempo.
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