I Nobel assegnati agli italiani
Fino a oggi sono state premiate nei vari campi 20 personalità italiane e l’Italia è in settima posizione per numero di riconoscimenti. Per completezza li elenchiamo rapidamente: per la Chimica, Giulio Natta (1963); per l’Economia, Franco Modigliani (1985); per la Pace, Ernesto Moneta (1907); per la Fisica, Guglielmo Marconi (1909), Enrico Fermi (1938), Emilio Segrè (1959), Carlo Rubbia (1984), Riccardo Giacconi (2002); per la Fisiologia e la Medicina, Camillo Golgi (1906), Daniel Bovet (1957), Salvatore Luria (1969), Renato Dulbecco (1975), Rita Levi Montalcini (1986), Mario Capecchi (2007); per la Letteratura, Giosuè Carducci (1906), Grazia Deledda (1926), Luigi Pirandello (1936), Salvatore Quasimodo (1959), Eugenio Montale (1975), Dario Fo (1997).
Balzano subito agli occhi una certa disomogeneità nel livello dei premiati e il ruolo minoritario delle donne. Accanto a scienziati preminenti come Marconi, Fermi e Natta, o di recente Rita Levi Montalcini e Capecchi, altri premiati assumono ‘soltanto’ la veste dell’ottima, ma non eccelsa personalità del suo settore. In particolare il Nobel sembra non aver amato la letteratura italiana contemporanea, anni fa definita la rappresentazione di «un treno fermo in stazione, con i motori accesi e i passeggeri in groppa, che non si decide mai a partire». Sono stati premiati, anche con merito, tre poeti, due drammaturghi e un romanziere, anzi una buona romanziera. Ma sono rimasti fuori dal conto – trascurando i viventi – numerosissimi altri scrittori del peso di D’Annunzio, Croce, Palazzeschi, Bacchelli, Gadda, Buzzati, Landolfi, Pavese, Vittorini, Morante, Primo Levi, Pasolini, Moravia, Calvino… Per non parlare, restando all’interno del Verismo cui appartenne la Deledda, di Giovanni Verga, davvero un grande per temi e stile. Si vede che, come accade nella vita, anche l’Accademia Svedese qualche volta trascura il maestro per seguire il discepolo.
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