“I Musei Archeologici di Priverno: dallo scavo al museo – trame di storie narrate”
Storie di Persone e di Musei
“I Musei Archeologici di Priverno:
dallo scavo al museo – trame di storie narrate”
Conferenza
Sala della Fortuna
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
Giovedì 26 aprile 2018, ore 17.30
Il ciclo Storie di Persone e di Musei prosegue con i Musei Archeologici di Priverno (LT), che si configurano come un vero e proprio Sistema Museale Urbano; li presenta la Direttrice Margherita Cancellieri.
A Priverno, tre musei archeologici fanno da corollario al ricco patrimonio culturale della città. Sono il risultato di un impegnativo programma di sviluppo promosso dall’Amministrazione comunale e sostenuto dalla Regione Lazio, che ha permesso di realizzare, nell’arco di un decennio, diverse strutture museali. All’interno di un itinerario di visita unitario si snodano le tappe di una complessa storia urbana, iniziata con Privernum, antica città dei Volsci, e passata, dall’età romana a quella medievale, attraverso insediamenti che segnano ancora profondamente il paesaggio attuale: Privernum, con le imponenti rovine della città romana e altomedievale e poi con il centro storico di Priverno in cui sopravvive il tessuto urbanistico ed edilizio della Piperno medievale, Fossanova, con la sua splendida Abbazia cistercense, il Parco di San Martino con il palazzo rinascimentale del cardinale Gallio offrono la possibilità di seguire le linee di un divenire storico che si concretizza negli allestimenti dell’Area Archeologica Privernum, del Museo Archeologico a Priverno e del Museo Medievale a Fossanova.
L’Area Archeologica è in località Mezzagosto, 5 km a nord-est di Priverno, in un sito di pianura nel cuore della valle dell’Amaseno.
Abbraccia una superficie di circa 7 ettari e al suo interno ricompone, attraverso una musealizzazione ragionata e articolata su percorsi didattici, imponenti scorci del paesaggio urbano di Privernum romana, una colonia fondata sul finire del II secolo a.C. e di cui si stanno rimettendo in luce le testimonianze monumentali, grazie a campagne di scavo e interventi di restauro e valorizzazione che vedono coinvolte, insieme all’Amministrazione Comunale, la Regione Lazio, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e diverse Università.
Sono in corso di completamento tutte quelle infrastrutture necessarie a una corretta fruizione del sito: il parcheggio, il centro visitatori con punto ristoro e i percorsi di visita.
L’Area Archeologica è anche uno spazio per eventi, incontri, spettacoli e, per i più giovani, offre tante attività didattiche da sperimentare anche in laboratori all’aperto che propongono lo scavo simulato, lo scavo in diretta, l’arte di costruire dei Romani e l’affascinante esperienza di misurare la terra con strumenti e tecniche antiche.
Completamente rinnovato nella sede e nell’allestimento e arricchito nei suoi contenuti, il Museo Archeologico dal 2013 è ospitato nel Palazzo Valeriani-Guarini-Antonelli, una dimora storica di grande prestigio che affaccia sulla bella piazza principale della città, di fronte alla cornice medievale disegnata dal Duomo e dal Palazzo Comunale.
Il Museo è dedicato a Privernum, città che fu volsca e poi romana, e accompagna il visitatore a scoprire le più antiche fasi di vita del territorio, dall’età protostorica al nascere e alla vita della colonia romana. La collezione esposta è ricca e le novità archeologiche sono tante. Oltre mille oggetti, accompagnati da un efficace apparato didattico, sono ‘messi in mostra’ per raccontare frammenti di storia e ricomporre l’immagine di Privernum antica e la sua vita cittadina dal II secolo a.C. a tutta l’età romana.
L’elevato tenore dell’edilizia pubblica si materializza soprattutto nel sontuoso decoro marmoreo del foro e del teatro, con statue, ritratti e iscrizioni della famiglia imperiale – di Claudio, di Livia, di Tiberio, di Germanico, di Agrippina, di Nerone fanciullo, di Domiziano – che si assommano a preziosi elementi architettonici in marmi pregiati.
Raffinati mosaici policromi di stampo ellenistico sono invece gli autorevoli testimoni del lusso delle antiche domus patrizie: fra questi fa spicco una lunga soglia che si snoda per quasi cinque metri a illustrare un paesaggio ambientato in Egitto, lungo il fiume Nilo.
Il Museo Medievale, aperto nel 2001, è stato pensato per un Medioevo che fosse nel Medioevo e così ripropone momenti di vita medievale in un suggestivo contorno del
Duecento offerto dall’antica Foresteria cistercense di Fossanova, un unico, grande ambiente, che si impone aulico e maestoso al pari di tutti gli edifici dell’abbazia.
Il percorso museale inizia con un secondo atto della storia di Privernum e racconta dei Privernati che agli albori del Medioevo cominciarono a riplasmare il luogo e gli spazi che erano stati della città romana per trasformarli via via in un nuovo abitato che finì poi per chiamarsi Piperno.
È una pagina di storia tutta nuova, che ha appena iniziato a riemergere con gli scavi più recenti dell’Area Archeologica ma che già appare ricca di scorci importanti.
Accanto a corredi funerari e ceramiche della vita di tutti i giorni si impone il sontuoso decoro liturgico della chiesa che fa da corona all’affresco con la Vergine Orante e Regina, un prezioso dipinto di XI secolo che ornava la base dell’altare maggiore proponendo la Madonna, in una maestà regale di stampo bizantino, accompagnata da due offerenti e dagli arcangeli Michele e Gabriele.
Il percorso museale da Privernum conduce poi a Fossanova, alle architetture del complesso abbaziale e alle consuetudini di vita dei monaci cistercensi.
Gli edifici monastici sono riproposti in grandi ed eloquenti acquarelli che ‘spaccano’ i muri per mostrare la vita che vi pullulava all’interno e sono accompagnati dall’esposizione di oggetti del vivere quotidiano e di elementi preziosi e carichi di significato dell’originario arredo liturgico della chiesa abbaziale.
Il ciclo Storie di Persone e di Musei
La conferenza rientra nel ciclo di incontri “Storie di Persone e di Musei”, finalizzato al perseguimento dello spirito della Convenzione di Faro (2005) sul valore dell’eredità culturale per la società e, al contempo, ispirato al “decalogo per un Museo che racconti Storie quotidiane” di Orhan Pamuk, per dare spazio e voce alle molteplici realtà culturali locali che popolano il territorio di cui il Museo di Villa Giulia è stato ed è tuttora interprete. Lo scopo è quello di mettere a disposizione degli amministratori locali e dei curatori di raccolte civiche di interesse archeologico presenti nelle regioni del Lazio, dell’Umbria e della Toscana un luogo in cui poter raccontare la loro esperienza di valorizzazione non tanto dalla prospettiva delle “cose” quanto, piuttosto, da quella delle “persone”, intese sia come operatori museali che come fruitori culturali, in modo tale da far convergere l’attenzione anche sulla dimensione immateriale della nostra eredità culturale e sulle persone che, a vario titolo, “desiderano” identificarsi in tali valori.
L’iniziativa rientra nella programmazione dell’Anno europeo del patrimonio culturale (2018) e ha ottenuto il patrocinio dell’International Council of Museum (ICOM) sezione italiana.
La partecipazione all’iniziativa così come l’ingresso al Museo per i partecipanti alle conferenze saranno eccezionalmente gratuiti, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Il prossimo appuntamento del ciclo avrà luogo venerdì 27 aprile e sarà dedicato al Museo Civico Archeologico “Roger Lambrechts” di Artena (RM).ù
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