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“I Martedì delle Scrittrici”: ‘Tra salotti e guerre negli anni del Risorgimento, Clara Maffei e Cristina Trivulzio di Belgiojoso’

“I Martedì delle Scrittrici”: ‘Tra salotti e guerre negli anni del Risorgimento, Clara Maffei e Cristina Trivulzio di Belgiojoso’
Marzo 16
20:53 2024

Nel pomeriggio del 5 marzo si è svolta una nuova conferenza organizzata dall’Associazione Culturale L’Osservatorio di Rocca di Papa. Anche stavolta, come per ogni primo martedì del mese, a regalare bei momenti di cultura agli astanti nella biblioteca della cittadina è stata la scrittrice Maria Pia Santangeli.

Con “I Martedì delle Scrittrici” la relatrice ha entusiasmato il pubblico trattando il tema Tra salotti e guerre negli anni del Risorgimento, approfondendo le figure di due donne, non molto conosciute: Clara Maffei e Cristina Trivulzio di Belgiojoso.

L’introduzione affascinante della storia dei salotti ha portato gli ascoltatori a trovarsi al cospetto di un salotto d’epoca fra quelli ideati e quindi aperti dalle donne, luoghi dove soltanto la gente ricca si riuniva. Gli storici sono propensi a dire che il salotto sia nato in Francia con la Marchesa Catherine de Rambouillet, nel periodo del Re Sole. La marchesa, solita a riunire le sue amiche in quella che veniva chiamata La Chambre Bleue (La Stanza Blu), siede al centro del letto e le altre donne tutte intorno. Si immaginano quindi queste dame intente a parlare di sentimenti, (bisogna pensare che a quei tempi i matrimoni erano di interesse e gli amori fugaci). Anche se il salotto nasce dalle donne, pian piano pure gli uomini cominciano a frequentarli, ovviamente sono tutti uomini aristocratici. Nel ‘700 questi si evolvono e la Regina Cristina di Svezia ha il suo a Roma; ve ne sono diversi, importanti, nel ‘700 dove si parla di poesia e di musica. Nell’800 sono le ricche borghesi di Parigi ad aprire salotti che si chiameranno salonnières. Il salotto italiano dell’800 è soprattutto patriottico e lo troviamo in tutte le più importanti città italiane, poiché era in questi luoghi che si svolgeva la vita sociale e intellettuale.

Santangeli prosegue con la biografia di Clara Maffei che nasce nel 1814 a Bergamo da famiglia nobile e mantiene il titolo di contessa nonostante sposi il non nobile Andrea Maffei. Trascorre l’adolescenza in collegio poiché la madre abbandona la famiglia; avrà un matrimonio poco felice e una bambina che muore dopo otto mesi dalla nascita. Sprofonda così in quella che un tempo veniva chiamata malinconia: il marito per tentare di risollevarla invita a casa personalità importanti tra cui gli scrittori Massimo D’Azeglio e Tommaso Grossi e, quasi inaspettatamente, Clara darà vita al suo salotto di Milano nel 1834, salotto che diventerà il più importante del Risorgimento. Si riscoprirà bravissima salonnière dotata di un dono naturale nell’accogliere gli ospiti sempre con grande garbo; tutti rimangono incantati da questa donna piccola e delicata che non primeggia mai, anzi, fa emergere i suoi invitati. Solitamente le riunioni si svolgono la sera, gli intimi si intrattengono a cena, altri come i musicisti vengono dopo cena. Da questi incontri salottieri nasce una grande amicizia con Giuseppe Verdi, divenuto famoso nel 1842 con l’Opera il Nabucco: la loro amicizia durerà per tutta la vita. In seguito passeranno nel suo salotto anche Listz e De Balzac, che le scriverà molte lettere affettuose. Anche il Carducci frequenta il salotto ma pochissime volte, trascinato dalla amata Carolina Piva. Inoltre, passeranno da lì giovani patrioti come Luciano Manara e i fratelli Dandolo, mentre il pittore Hayez le farà un ritratto. La Maffei è ricordata per il suo impegno sociale e umanitario durante Le Cinque giornate di Milano, quando invita le signore a fare bende con le lenzuola per curare i feriti. Successivamente, per seguire gli amici che fuggono, si reca in Svizzera e qui conosce Mazzini e poi colui che diverrà l’amore della sua vita, lo scrittore giornalista Carlo Tenca. Pur dividendosi dal marito nel 1846, deciderà di non convivere con Tenca. Nel 1859 con la 2° Guerra d’Indipendenza riceve riconoscenze da Napoleone III che le invia un ritratto. Diviene anche molto amica del Manzoni e quando questi muore lei ne rimane molto addolorata. Nel 1861, col Regno d’Italia, Tenca diventa deputato a Torino e successivamente a Roma. Morirà nel 1883, la Maffei solo tre anni dopo, nel 1886.

Mentre il pubblico è ormai catturato dall’attenzione che la Santangeli è riuscita ad attirare, la conferenza prosegue con la narrazione dell’altra personalità, Cristina Trivulzio: la nobildonna perde il padre da piccola e la madre si risposerà. Trivulzio sposerà il Principe di Belgiojoso divenendo principessa e data la sua ricchezza riesce a fare tante cose come viaggiare. Nonostante gli austriaci ad un certo punto della sua vita le blocchino i suoi denari, lei non si arrende e come la Maffei va prima in Svizzera e poi si unisce ai patrioti italiani ed esuli in Francia, nel mentre i suoi beni sono in mano a Radetzky. A Parigi, non avendo denaro, si arrangia vendendo coccarde e merletti. Riceve però, fortunatamente, una cospicua somma di denaro dalla madre e così anche lei può aprire a Parigi un suo salotto, frequentato da molti italiani fra cui Vincenzo Bellini, accolto ed aiutato dalla principessa, ma morirà giovane nel 1835. Pure Liszt è spesso presente nel suo salotto. Si intrattengono spesso durature corrispondenze epistolari come quella che la Trivulzio avrà con Henrich Heine, innamorato di lei e mai corrisposto. Trivulzio ha una bambina, il cui padre non ha mai voluto rivelare e tra il 1847-48 torna in Italia, in campagna a Locate, ritirandosi quindi dalla vita salottiera. Qui fonda tre scuole: un giardino d’infanzia, una scuola elementare mista, distinguendosi come donna avanti coi tempi, e poi una scuola per adulti. Apre un salone riscaldato dove offre generi di conforto ai più bisognosi e fa anche molta beneficenza. Dopodiché si reca a Milano durante Le Cinque giornate, aiutando i feriti e issando la bandiera tricolore su di una barricata. Successivamente va a Roma durante la Repubblica Romana e si occupa ancora dei feriti, in particolar modo delle ambulanze, organizzando un ospedale. Pur di ottenere aiuto, mancando di infermiere, si rivolge alle prostitute, che saranno delle brave accudenti verso i malati. Cade la Repubblica Romana e lei si imbarca con la figlia da Civitavecchia, prima per fare tappa ad Atene, poi a Costantinopoli e giunta in Cappadocia, compra un terreno e costruisce una fattoria, accogliendo di nuovo gli esuli. Successivamente visita a cavallo la Turchia, la Siria e Gerusalemme. Durante questi viaggi visita vari harem, tra cui alcuni molto poveri, molto distanti da quelli presenti nell’immaginario collettivo: le donne sono sporche perché non hanno specchi. Nei suoi articoli scritti in francese e pubblicati nella Revue de Deux Mondes, racconta Gerusalemme, descrivendone luoghi, le mura e la Valle di Giosafat. I luoghi sacri li vive profondamente ed ha un gran rispetto per la religione cristiana. Dopo questo peregrinare, Gerusalemme sarà il suo ultimo viaggio poiché torna in Italia nella sua casa a Locate dove muore nel 1871. Il Regno d’Italia è fatto. Della Trivulzio ne fa un ritratto molto bello la giornalista e scrittrice americana Margaret Fuller, anche lei presente durante la Repubblica Romana. Di questa scrittrice la Santangeli ha parlato recentemente durante uno degli incontri letterari dei “I Martedì delle Scrittrici”.

Non si può non notare quanto Clara Maffei e Cristina Trivulzio di Belgiojoso siano state accomunate da un senso di libertà e da grandi gesti filantropici, personalità restituite in un incontro piacevole e ricco di notizie storico-letterarie.

Il prossimo appuntamento dei “I Martedì delle Scrittrici” è fissato per il 2 aprile alla Biblioteca di Rocca di Papa e avrà per argomento Alba De Cespedes, scrittrice, poetessa e giornalista radiofonica durante il 2° Conflitto Mondiale. L’evento si ripeterà alla Biblioteca di Grottaferrata il 9 aprile prossimo.

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