“I martedì delle scrittrici – II edizione”: maestre di stile, donne figlie del proprio tempo, raccontate da Maria Pia Santangeli
La semplicità è la cosa più difficile da ottenere a questo mondo;
è l’estremo limite dell’esperienza e l’ultimo sforzo del genio. G. Sand – Lettere
Rocca di Papa – La curiosità per Maria Pia Santangeli, scrittrice d’origine toscana di Castagneto Carducci, castellana d’adozione, sembra essere una delle molle della sua scrittura: documentata, sorvegliata, mai pedante. Santangeli manifesta sempre una attenzione speciale, in un termine d’uso contemporaneo, per l’enpowerment femminile, ovvero crescita della consapevolezza di se stesse e delle proprie capacità, inserita nella cultura del proprio tempo, per veder crescere un sapere/una letteratura sempre più a misura di donna in un mondo spesso dominato da presenze e ‘poteri’ maschili, e senza nulla da invidiare a questi.
L’autrice ripropone presso le Biblioteche Comunali di Rocca di Papa e di Grottaferrata, in collaborazione con l’Associazione Culturale l’Osservatorio di Rocca di Papa, I martedì delle scrittrici, un appuntamento che già lo scorso anno ebbe un buon successo, ma basta guardare i titoli delle conferenze alla fine di questo articolo per comprendere lo sguardo complesso e curioso sugli argomenti letterari proposti. Il prossimo appuntamento, dopo quello di oggi 7 marzo, dedicato alla prolifica autrice George Sand, sarà quello del 4 aprile di cui trovate descrizione alla fine di questo articolo.
«Il progetto – ci racconta la scrittrice – ha preso l’avvio da una lettera del poeta Giosuè Carducci a Jessie White Mario per ringraziarla di quanto ha fatto per la Patria. Chi era costei e che cosa aveva mai fatto per la Patria? Per me era solo una perfetta sconosciuta, invece aveva le sue buone ragioni il Carducci per ringraziarla. Infatti, attraverso varie ricerche, ho scoperto che donna straordinaria sia stata Jessie White negli anni del nostro Risorgimento. In estrema sintesi: inglese di nascita, conosce Mazzini in Inghilterra e si innamora della causa italiana. Segue Mazzini in Italia, a Genova, dove conosce il futuro marito, il mazziniano Alberto Mario, viene incarcerata. Liberata segue Garibaldi in tutte le sue campagne, compresa Mentana, sia come corrispondente di guerra per giornali inglesi e americani, sia come infermiera. Dopo l’unità d’Italia scrive le biografie di Mazzini e di Garibaldi, di cui fu intima amica, e di altri patrioti. Le dobbiamo anche inchieste sulle condizioni disumane delle zolfatare siciliane, sull’infanticidio ‘legale’ dei neonati, e la miseria della Napoli del tempo. Libro crudo quest’ultimo, veritiero sulla vita a Napoli dopo l’Unità. Eppure Jessie White non è nominata nei libri di storia, neanche in quelli delle superiori. La conosce solo chi ha approfondito la storia del nostro Risorgimento.
Proprio dal silenzio che ricopre la White è nato il desiderio di far uscire dall’ombra le scrittrici del passato, non solo italiane, che conosciamo poco o non conosciamo affatto oppure che, famose ai loro tempi, siano state dimenticate».
D: Ho visto, però, che nei progetti, sia dell’anno scorso che di quest’anno, hai inserito anche i nomi di scrittrici famose, la Austen e la Sand. Perché?
R: È vero. I quattro incontri annuali mi sono sembrati più “attrattivi” con i loro nomi. Però, della Austen e della Sand ho cercato di mettere in luce gli aspetti meno consueti delle loro opere: della Austen ho proposto il romanzo postumo Persuasione, meno conosciuto degli altri – credo. Della Sand il romanzo campestre La palude del diavolo per collegarla, ma nella differenza, alla scrittrice friulana Caterina Percoto, la contessa contadina che, come la Sand, di cui è coeva, nei suoi Racconti con prefazioni del Tommaseo scrive di ambienti di campagna. Francesco Dall’Ongaro, drammaturgo, poeta e librettista, scrisse la prefazione al libro Storia di una capinera di Verga in forma di lettera a lei. Pur nella sua vita monacale, secondo me, la Percoto è più moderna della Sand.
D: Tu hai detto, in alcune conversazioni, che i libri delle donne vengono dimenticati prima di quelli degli uomini, spiegaci questa affermazione e quale percorso ne è nato per te.
R: Nella Storia delle donne edita da Laterza, volume V, viene riportato uno studio in tal senso. Anche Dacia Maraini lo ha confermato in una trasmissione televisiva. Questo alcuni anni fa, può darsi che la realtà stia cambiando in senso più favorevole alle scrittrici. In ogni modo da parte mia ho notato che nelle antologie letterarie delle scuole superiori, licei compresi, la presenza degli scritti al femminile è molto rara.
D: In questi anni ci hai abituato ad una certa vivacità nel trattare il tuo lavoro di scrittrice: l’iniziativa “Treno più libro” realizzata due volte presso la stazione di Frascati in occasione della Giornata mondiale del libro; la riedizioni di tuoi titoli rivisti alla luce di nuovi documenti; conferenze su scrittrici che ti hanno ispirato; articoli su diverse testate, una presenza televisiva; un premio per aver scritto i migliori stornelli in vernacolo romanesco (da toscana quale sei…). Rigore ma anche una certa quota di divertimento sembra emergere dal tuo operato, sebbene tu faccia parte del mondo letterario da qualche anno, è così?
R: Hai ragione di pormi questa domanda – che nessuno mi ha mai posto: sì, nei miei lavori c’è, a monte, sempre una parte di divertimento. Non riuscirei a comportarmi diversamente, non so scrivere a comando. Il divertimento può in ogni modo avere varie sfaccettature: ci può essere il puro gioco, come dedicarsi agli stornelli o l’inventare fiabe più o meno pazze, ma posso trovarlo anche nell’imparare cose nuove. Spesso mi diverto imparando, nella sfera dei miei interessi, naturalmente. Riguardo le testimonianze più drammatiche, come quelle in Pane insanguinato-Rocca di Papa racconta i suoi anni di guerra attraverso 200 testimonianze, si può parlare di vivo interesse nell’ascoltare tutti gli intervistati perché m’incanto alle storie della gente, storie di vita vera, raccontate con immediatezza e, a volte, fiorite, di parole inventate (molte persone non conoscendo la parola italiana se la creavano, una meraviglia!).
Nei miei libri che io chiamo “di verità”, basati sulle interviste (Rocca di Papa ai tempi delle Crespigna e dei Sugamèle; Boscaioli e carbonai nei Castelli Romani; Streghe, spiriti e folletti. L’immaginario popolare nei Castelli Romani e non solo – n.d.r.) in cui non c’è alcun elemento di fantasia, se non il cosiddetto stile, io ho imparato tanto: non sapevo nulla del lavoro dei boschi, né delle migrazioni stagionali, né conoscevo i racconti del focolare, né le tradizioni di Rocca di Papa. E perciò posso confessare che, pur nella fatica – inevitabile – mi sono anche tanto “divertita”.
D: Abbiamo parlato di letteratura al femminile, quella che ispira queste tue conferenze, ma Italo Calvino, di cui quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita, è un maestro per tutti coloro che intraprendono l’arte della scrittura. Tu come lo hai incontrato letterariamente e cosa ne hai portato con te?
R: Posso confessare che anni fa di Calvino mi sono letteralmente innamorata, tanto che ho letto quasi tutti i suoi libri. Mi affascinava il nitore delle sue pagine. Oggi invece lo guardo con più distacco, sento il bisogno di una scrittura più sanguigna, più terragna. Però le sue Fiabe italiane, che non sono affatto per bambini, come forse si crede, sono per me inimitabili per il ritmo che Calvino è riuscito ad imprimere alle frasi, perfetto. Tra l’altro, nella bellissima prefazione, Calvino considera tra i migliori narratori due donne: la siciliana Agatuzza Messia e la toscana vedova Ginanni (così la chiama). Proprio ad Agatuzza Messia, analfabeta, – le fiabe da lei narrate furono raccolte e trascritte dal Pitrè – accennerò nell’incontro di aprile, quando parlerò della Percoto che si è occupata delle leggende del Friuli.
D: Quali altri progetti per il futuro, oltre queste conferenze risultato dei tuoi approfondimenti letterari?
R: Progetti? Molti ma confusi, L’unico un po’ più definito è quello di raccogliere tutte le mie fiabe, edite e inedite in un unico volume. (Un aspetto della scrittura di Maria Pia Santangeli, che qui abbiamo indagato poco, è proprio il suo interesse per la fiaba, ma non mancherà occasione per scriverne n.d.r.) (Serena Grizi)
Il ciclo di conferenze
I martedì delle scrittrici – Maria Pia Santangeli racconta una scrittrice ogni primo martedì del mese. Letture a cura di Lorena Gatta e Vincenzo Rufini
7 Febbraio 2023, ore 17.00
Sally Morgan, La mia Australia (evento trascorso)
L’autrice, di origine aborigena, racconta attraverso testimonianze dirette, il genocidio culturale del suo popolo.
7 marzo, ore 17.00
George Sand, il romanzo campestre La palude del diavolo (evento trascorso)
I lavoratori della campagna nella pittura francese e italiana del suo tempo (J. Millet e i Macchiaioli toscani)
4 aprile, ore 17.00
Caterina Percoto, la contessa contadina friulana, coeva della Sand I racconti (di campagna)
Agatuzza Messia, la narratrice di fiabe siciliana – analfabeta – nelle parole di Italo Calvino
9 maggio, ore 17.00
Un ritratto: Margherita di Savoia, la prima regina d’Italia, dalle lettere di Giosuè Carducci e non solo
Ingresso libero – Biblioteca Comunale di Rocca di Papa, viale E. Ferri, 67
Biblioteca Comunale di Grottaferrata V.le G. Dusmet, 20
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