I GRUPPI CONSILIARI DI ALBANO E LA COSTRUZIONE DI UN ENNESIMO CENTRO COMMERCIALE
Il 13 dicembre 2021 si riunirà la Conferenza dei capigruppo del Comune di Albano per discutere del progetto di costruzione di un centro commerciale all’estremo lembo del territorio comunale, a Fontana di Papa.
Una prima osservazione di ordine generale che solleva problemi di rappresentatività democratica: su 24 consiglieri ci sono 14 gruppi consiliari, in media due consiglieri per gruppo. Per definizione un gruppo è composto da più persone che collaborano e mettono a disposizione le proprie competenze elaborando idee, progetti, condividendo informazioni, ma in questo caso ben 8 sono composti da una sola persona (dunque niente gruppo). Appare non facilmente comprensibile il motivo per cui è stato formato un numero spropositato di micro gruppi consiliari la cui esistenza risponde, verosimilmente, ad altre logiche.
Da quello che si apprende, la riunione è dedicata all’esame delle controdeduzioni tecniche contrarie al progetto presentate al Comune da 14 associazioni e comitati territoriali. La domanda che ci si pone dunque è: cosa avranno da dire i gruppi consiliari rispetto a specifiche osservazioni tecniche già vagliate dagli uffici comunali? Dovranno dare un indirizzo politico in vista del consiglio comunale che sarà chiamato, entro l’anno, a esprimersi definitivamente sulla variante al piano regolatore che, se approvata, dovrà successivamente essere accettata dalla Regione. Taluni esperti sostengono che vi siano solidi motivi per cui tale modifica verrà rigettata dall’ente sovraordinato; in tal caso il consiglio comunale e l’amministrazione verrebbero di fatto delegittimate e la loro credibilità agli occhi dei cittadini subirebbe un grave vulnus. Dunque la Conferenza dei capigruppo avrà il compito di dare una interpretazione politica al fatto che varie formazioni presenti sul territorio sono contrarie alla modifica del piano regolatore generale.
Giova ricordare per sommi capi quale è la questione. Oltre dieci anni fa partì un progetto per realizzare una rotonda tra via Ginestreto e via Nettunense, progetto che si è esteso fino a prevedere la costruzione di un centro commerciale il cui parcheggio dovrebbe, tra l’altro, essere manutenuto dal Comune di Albano. Vi sono molti motivi che sconsigliano di procedere con la variante del piano regolatore che è in vigore è del 1975 (in quasi mezzo secolo i consigli comunali che si sono succeduti non sono stati in grado di modificarlo): il consumo di suolo in un’area di grande pregio ambientale e paesaggistico (Albano è tra i Comuni dei Castelli Romani con un più elevato indice di consumo di suolo, pari al 27,1% del territorio comunale), il fatto che il valore del terreno che ospita una vigna è lievitato nel corso del tempo, l’impatto sul sistema di distribuzione commerciale, e molti altri ancora.
I membri della Conferenza dei capigruppo dovrebbero esprimersi, da un punto di vista eminentemente politico, sull’opportunità di deviare dai propositi di “consumo di suolo zero” espressi nel programma dell’attuale amministrazione, sull’utilità di avere l’undicesimo centro commerciale su via Nettunense (esperti del settore ritengono che l’investimento è destinato a fallire sotto il profilo della profittabilità), da dove provengono i capitali di siffatta rischiosa impresa, sul cui prodest dell’intera operazione che, magari, dopo che il centro commerciale non sarà decollato, potrebbe essere oggetto di un’altra variazione del piano regolatore intesa a trasformazione l’area commerciale in abitativa, con conseguente incremento della pressione demografica (quella di Albano è di 1.736 abitanti per chilomentro quadrato, la più elevata dei Castelli Romani dopo Ciampino) .
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