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I fratelli Gentili

I fratelli Gentili
Aprile 21
16:03 2015

Basilica di Santo Antônio do EmbaréCome tanti altri italiani, nei primi decenni del ventesimo secolo Pietro e Ulderico Gentili, giovani cittadini di Monte Compatri, emigrano in cerca di buone opportunità, nel tentativo di migliorare una vita che in quegli anni non è certo facile. Pietro, in più ‘anziano’ dei due, lascia il Paese nel 1927, all’età di ventiquattro anni. Non è uno sprovveduto e parte con un bagaglio culturale e di ‘titoli’ tutt’altro che indifferente. A Torino ha frequentato la scuola d’arte ‘Reffo’, annessa all’Istituto Artigianelli, e ha studiato in particolare elementi di architettura.

Giunge in Brasile con la ferma intenzione di affermarsi e di svolgere al meglio il suo lavoro… che consisterà essenzialmente nell’attività di pittore. Nei primi anni si dà da fare soprattutto dipingendo e decorando la chiesa dell’Immacolata Concezione a San Paolo. Passa ore impastando i colori per dar vita alle sue opere e studiando la Bibbia, che consulta spesso in cerca di ispirazione. Nel 1936 è chiamato a realizzare pitture e affreschi sulle pareti, alte 18 metri, della basilica di Santo Antônio do Embaré, edificata a partire dalla fine del 1901, e poco dopo riceve una commissione dal seminario di Sâo José, nello Stato brasiliano del Mariana. Si dedica essenzialmente alle pitture, ma non disdegna talora – come farà per il resto della vita – anche altri lavoretti di minore impegno e di varia natura, come possono essere l’incisione di medaglie, quadri di argomento profano, ritratti, tele realizzate secondo varie tecniche e tematiche, ma sempre in uno stile essenzialmente figurativo.

È il 1937 quando, dopo aver partecipato alla guerra d’Etiopia, a raggiungerlo dall’Italia è il fratello Ulderico, ventiseienne, che dopo un breve periodo di apprendistato intraprende lo stesso lavoro di Pietro. Avviene così che nel 1940 per la prima volta i due iniziano a dipingere assieme nella chiesa Matriz Maria da Fé nello Stato del Minas Gerais.
Da questo momento le commissioni si susseguono senza interruzione, e sempre nell’ambito delle raffigurazioni e decorazioni di chiese e istituti religiosi siti in varie città importanti del Brasile, come Botucatu, San Paolo, Piracicaba, o in centri minori del Minas Gerais e dello Stato di Sâo Roque. Entrambi i fratelli nel frattempo si sposano e hanno dei figli, ma continuano a lavorare assieme suddividendosi talvolta i compiti, con Pietro più portato per la pittura e Ulderico più abile nel preparare i bozzetti o incisioni e statue.
L’ultimo lavoro di grandi proporzioni dei due fratelli è quello per la Basilica Santuario di Sant’Antonio da Padova nella città di Americana, nello Stato di San Paolo, la più grande chiesa in stile neoclassico del Brasile. Nel 1961 i Gentili, coadiuvati talora dal restauratore Alberto Ettore Gobbo, mettono mano a un ciclo di affreschi in quella Basilica, ciclo che non è ancora completato quando, nell’agosto del 1968, Pietro muore, sembra per avvelenamento dalle vernici usate. La decorazione della chiesa viene allora continuata dal solo Ulderico, che terminerà l’opera soltanto nel 1972, per dedicarsi poi ad altri lavori di rilevanza minore. Morirà dodici anni più tardi, nel giugno del 1984.

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