“I forti Latini qui vivono” – il Museo Civico Archeologico Lavinium
Storie di Persone e di Musei
“I forti Latini qui vivono”
il Museo Civico Archeologico Lavinium tra mito, storia, archeologia e comunicazione
Conferenza
Sala della Fortuna
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
Venerdì 16 febbraio 2018, ore 17.30
Il ciclo Storie di Persone e di Musei torna nel Lazio con il Museo Civico Archeologico Lavinium di Pomezia (RM), presentato dalla Direttrice Scientifica Gloria Galante.
Il Museo Civico Archeologico Lavinium, inaugurato nel marzo del 2005, nasce dalla volontà del Comune di Pomezia di creare uno spazio dove collocare i reperti provenienti dallo scavo scientifico del sito di Lavinium.
Il Museo ha un allestimento estremamente innovativo, in cui le tecnologie multimediali convivono con l’esposizione tradizionale, rendendolo adatto ad un pubblico diversificato; gli strumenti tecnologici e le ricostruzioni plastiche riescono a mediare tutti i dati storici non visibili, rendendoli al contrario visibili e quindi comprensibili.
Le cinque sale del museo sono caratterizzate ognuna da un tema particolare, partendo dalla straordinaria statua del V secolo a.C. di Minerva Tritonia, dea che a Lavinium aveva un culto importante, poiché proteggeva anche i fanciulli e le fanciulle, che donavano alla dea statue in terracotta: queste splendide statue votive diventano “parlanti” grazie ad un efficace video. Si prosegue con la sezione sul mondo femminile incentrata sui gioielli, le acconciature e le attività di filatura e tessitura. Lo stretto legame tra la città antica di Lavinium ed Enea, il suo mitico fondatore, è evidenziato nello spazio dedicato ad Enea, in cui le tappe del viaggio dell’eroe attraverso il Mediterraneo sono ricostruite attraverso immagini in computer grafica e la valida ricostruzione in 3D dell’allestimento di una nave dell’età del Bronzo permette di comprendere come si navigava nell’epoca di Enea.
Nella successiva sala “Civitas Religiosa” un’avvincente ricostruzione digitale illustra la storia del Santuario degli Altari, uno dei luoghi sacri più importanti del Lazio in età arcaica, punto di riferimento per il popolo latino. Un sacerdote “virtuale” nell’installazione definita “il teatro ottico” si rivolge direttamente ai visitatori esponendo il senso profondo del culto. Enea è anche venerato come Aeneas Indiges, il capostipite fondatore della città sacra, cui è direttamente legato l’Heroon di Enea, in mostra nell’ultima sezione del Museo.
Qui ancora un documentario in 3D accompagna l’esposizione tradizionale chiarendo quanto gli studi sono riusciti finora a ricostruire della vicenda affascinante legata ad Enea e alla sua misteriosa sparizione dopo l’ultima battaglia. Proprio all’eroe troiano è dedicata l’ultima pagina del Museo in cui, attraverso un video suggestivo e coinvolgente, l’eroe, con i suoi interrogativi e i suoi dubbi, si rivolge con speranza al padre Anchise. I reperti presentati, che coprono un ampio arco cronologico dal X al III-II secolo a.C., e gli apparati illustrativi multimediali tendono a sottolineare soprattutto l’aura di religiosità che circondava l’antico centro laziale di Lavinium: i grandi santuari di Minerva e dei XIII altari, quest’ultimo connesso all’Heroon di Enea, sono i principali temi sviluppati nel Museo seguendo un’operazione di mediazione culturale che si potrebbe definire la “musealizzazione di un mito”. Infine, il recente allestimento di un percorso tattile consente anche ai disabili visivi di poter visitare il Museo.
Il ciclo Storie di Persone e di Musei
La conferenza rientra nel ciclo di incontri “Storie di Persone e di Musei”, finalizzato al perseguimento dello spirito della Convenzione di Faro (2005) sul valore dell’eredità culturale per la società e, al contempo, ispirato al “decalogo per un Museo che racconti Storie quotidiane” di Orhan Pamuk, per dare spazio e voce alle molteplici realtà culturali locali che popolano il territorio di cui il Museo di Villa Giulia è stato ed è tuttora interprete. Lo scopo è quello di mettere a disposizione degli amministratori locali e dei curatori di raccolte civiche di interesse archeologico presenti nelle regioni del Lazio, dell’Umbria e della Toscana un luogo in cui poter raccontare la loro esperienza di valorizzazione non tanto dalla prospettiva delle “cose” quanto, piuttosto, da quella delle “persone”, intese sia come operatori museali che come fruitori culturali, in modo tale da far convergere l’attenzione anche sulla dimensione immateriale della nostra eredità culturale e sulle persone che, a vario titolo, “desiderano” identificarsi in tali valori.
L’iniziativa rientra nella programmazione dell’Anno europeo del patrimonio culturale (2018) e ha ottenuto il patrocinio dell’International Council of Museum (ICOM) sezione italiana.
La partecipazione all’iniziativa così come l’ingresso al Museo per i partecipanti alle conferenze saranno eccezionalmente gratuiti, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Il prossimo appuntamento del ciclo avrà luogo giovedì 22 febbraio e sarà dedicato al Museo Civico di Bracciano (RM).
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