Notizie in Controluce

 Ultime Notizie

I fiori moriranno

Luglio 19
13:43 2013

Soriano nel Cimino.
Il comune più grande del comprensorio dei Monti Cimini.
Uno dei comuni più popolosi della Provincia di Viterbo.
Casa Fanti, affacciata sulla piazza principale del paese, di fronte alla Chiesa di San Nicola di Bari.
Giorgio, politico ad alto livello. E’ in bagno davanti allo specchio con un coltello in mano.

E’ piegato in avanti, e batte la lama contro lo specchio all’altezza di uno dei suoi occhi.

Detesta il suo aspetto: la testa calva, gli occhi diversi uno dall’altro, il naso storto e le labbra contorte, mostrano ciò che vede nella sua immagine riflessa allo specchio.

Esce dal bagno.

Entra in salotto.

Si siede sul divano.

Legge la “Critica della ragion pura” di Kant.

Immanuel Kant, il grande portavoce della razionalità e della ragione, l’uomo che cercava di trovare principi universali in quella complessa realtà che è l’esistenza umana.

“Cosa posso sapere?”, chiedeva Kant.

“Che cosa ho il diritto di sperare? Che cosa devo fare? Cos’è un uomo?”.

La risposta di Giorgio agli interrogativi filosofici di Kant è il nulla, che tutto manca di regola, tutto è senza principi.

Un caos.

Un caos semplice, frammenti di una continuità.

Si alza.

Esce sul balcone.

Intorno a lui, vasi di fiori: verbene colorate, surfinie, gerani.

Lui non ha mai tempo di innaffiarli.

Ci pensa Isabella, quando viene a trovarlo.

Prende una bottiglia di El Dorado 25, il migliore dei rum Demerara.

Una volta versato nel bicchiere, prima di berlo ne ammira il colore granato, quasi rosso.
E’ successo tutto in fretta, pensa Giorgio, degustando il suo rum speziato, soffice. Estremamente delicato.
Più in fretta di quanto cerchi di ricordare.
Solo in qualche occasione gli è sembrato di perdere l’equilibrio.
Solo in rari istanti ha avuto dei dubbi, si é chiesto se la realtà potesse davvero essere come la sta vivendo.
Squilla il cellulare.
E’ la sua lei.
Divorziata, con una figlia di dodici anni, Ginevra.
Isabella è una libera professionista di notevole preparazione culturale.
In pratica, pubblico ufficiale.
Più precisamente donna notaio.
O meglio, notaia.
La sento depresso e le chiede se è ubriaca e risponde di no, le chiede se è fatta e risponde che non lo sa. Forse dice.
“Va tutto bene, vero?”, chiede Giorgio.
“Non so se rimanere”.
“In che senso?”.
“Forse dovrei andarmene lo stesso”.
“Hai superato il concorso per titoli? Riesci così a trasferirti nella tua sede preferita, vero?”.
Sta in silenzio per un po’ e sente che sospira.
“Sì, posso trasferirmi”. Tossisce. “Ho ricevuto la lettera del Ministero della Giustizia ieri. Non ho ancora detto niente a Ginevra”.
“Glielo dirai?”.
“No, perché?”. Sospira di nuovo. “Tanto resto qui”. Sente che fa scattare un accendino. Impreca, e un attimo dopo qualcosa, forse l’accendino, colpisce una parete. “Secondo te cosa dovrei fare?”, mormora.
“Io penso che dovresti andare, se è quello che vuoi. Puoi sempre tornare indietro”.
“Si può? Si può sempre tornare indietro?”
“Sì”.

“Senza che le cose tra noi cambino?”.

Giorgio le dice di non capire cosa intenda esattamente, e lei non risponde.

“Tu vuoi restare?”, chiede alla fine.

“Non lo so”.

“Ti mancherei?”

“Forse. E poi se me ne andassi, i tuoi fiori morirebbero.”

“E ora che fai?”.

“Vengo da te. Sarò davanti al Castello Orsini tra un quarto d’ora”.

Ciò che si percepisce è una tensione sessuale molto forte tra i due.

Giorgio esce di casa.

Attraversa via Santa Maria, fiancheggia la Chiesa di Sant’Antonio di Padova. Arriva al Castello.

Entra nel bar Rocca.

Saluta gli avventori del locale: pesciolino, giggione, serata, berti, parsi, cingolani, ciavaglia, giggi, simoncino, luchetto.

Quando sente la macchina di Isabella fermarsi fuori dal bar il cuore a Giorgio batte talmente forte nel petto che ha paura che gli altri lo sentano.

Si salutano, baciandosi.

E’ domenica.

Domenica 14 ottobre 2012.

Giorgio e Isabella sono circondati da gente.

E’ in pieno svolgimento, infatti, la Sagra delle Castagne.

Accanto alla possibilità di degustare le caldarroste in piazza, i prodotti tipici realizzati con le castagne, come dolci, marmellate e salse, il calendario prevede la rievocazione di fatti storici che ha vissuto la cittadina nel Medioevo e nel Rinascimento.

E’ possibile fermarsi a degustare ricette medievali e rinascimentali presso le taverne allestite per l’occasione nelle quattro contrade del paese, curiosare nel mercatino medievale e nella mostra dell’antiquariato, artigianato, collezionismo e modernariato, visitare il bel castello Orsini che ospita per l’occasione la manifestazione il “castello dei Sapori” con degustazione dei prodotti tipici della Tuscia.

Decidono di andare a mangiare in una delle quattro taverne.

Però hanno difficoltà a scegliere tra gli Gnocchi ”co’i’ ferro al ragù della Taverna delle Acque del Rione Papaqua, il rotolo con marmellata di castagne nella Taverna dell’Orso del Rione Rocca, lo spezzatino di manzo con castagne nella taverna del drago del Rione San Giorgio o Strozzapreti alla trinitina nella Taverna della Vecchietta del Rione Trinità.

Alla fine decidono per la taverna del drago: minestra di ceci e castagne e spezzatino di cinghiale.

E i sogni continuano…

Condividi

Articoli Simili

0 Commenti

Non ci sono commenti

Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?

Scrivi un commento

Scrivi un commento

1995 Ricordiamo la terza “Sagra della ciambella e del vino” a Monte Compatri (video trasmesso da tva40)

MONOLITE e “Frammenti di visioni”

Categorie

Calendario – Articoli pubblicati nel giorno…

Luglio 2024
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
293031  

Presentazione del libro “Noi nel tempo”

Gocce di emozioni. Parole, musica e immagini

Edizioni Controluce

I libri delle “Edizioni Controluce”