I dittatori
Marzo 18
12:07
2013
Resta ancora un odore fra i canneti:
di sangue e corpo una mistura, petalo
penetrante e nauseabondo.
Fra le palme le tombe sono colme
d’ossa disfatte e silenziosi rantoli.
Il raffinato satrapo conversa
con calici, collari e fregi in oro.
Brilla il palazzo come un orologio
e le risate rapide, inguantate
percorrono talvolta i corridoi
e si congiungono alle voci morte,
alle livide bocche seppellite.
Il pianto si nasconde come pianta
il cui seme ricade sulla terra
e fa crescere al buio foglie cieche.
L’odio si è costruito squama a squama,
colpo a colpo, nell’acqua del pantano,
col muso nella melma e nel silenzio.
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