I-Care Network
Varese, 5 Aprile 2016 – Nato da tre mesi dall’unione di diversi gruppi, associazioni e progetti, I-CARE NETWORK ha già raggiunto 2 dei primi 4 grossi obiettivi che si era prefissato e che erano stati stabiliti nella fase di preparazione avvenuta nel 2015.
Oltre a ciò continuano le attività dei singoli aderenti al network, selezionati per le loro qualità professionali e le lodevoli attività pratiche svolte.
Un primo obiettivo, VITTIME DI CRIMINE, voluto dall’Associazione Italiana di Supporto Vittimologico a seguito di un progetto europeo iniziato nel 2012, era il recepimento italiano della direttiva europea che assegnava diritti minimi alle vittime di reati (fino ad ora non presenti nell’ordinamento giuridico italiano).
Tale obiettivo è stato raggiunto con l’emanazione del decreto legislativo 212/2015.
In questo momento l’Associazione Italiana di Supporto Vittimologico si sta coordinando con l’Ambasciata Italiana a Bruxelles per il sostegno alle vittime italiane dei recenti attentati terroristici.
Un secondo obiettivo, SINDROME DI RETT, voluto dal progetto rIcerCARE a seguito delle attività di finanziamento alla ricerca scientifica, era la creazione di una metodologia di studio della Sindrome di Rett che superasse il fallimentare modello animale.
Un recente premio di laurea finanziato da rIcerCARE ha permesso di cambiare metodo di ricerca avviandosi anche in Italia verso l’uso di cellule staminali umane (pluripotenti indotte quindi non embrionali) derivate da fibroblasti di pazienti.
La prossima iniziativa di rIcerCARE sarà la promulgazione di altri assegni di ricerca o premi di laurea per la diffusione in Italia di tecnologie avanzate di ricerca Bio-medica che non facciano uso di animali.
“Nel mondo moderno non è più possibile dividere gli ambiti di intervento in funzione della tipologia di vittima in quanto, ad esempio, una ricerca scientifica obsoleta danneggia i malati, gli animali da laboratorio e i contribuenti che devono sostenere un sistema nazionale non in linea con le più avanzate tecnologie” ha dichiarato il Dr. Tettamanti, uno dei coordinatori del Network, “Così come una alimentazione scorretta, sostenuta da finanziamenti pubblici e cattiva informazione privata, danneggia sia la salute dei cittadini nei paesi industrializzati, sia le risorse naturali dei paesi del terzo mondo, sia ecosistemi locali e globali, sia gli animali da zootecnia”.
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