I CAPOCOTTI A CIAMPINO: LA ‘NDRANGHETA NELLA SALA BONICELLI
Replicata il 23 ottobre nella sala Bonicelli in Viale Kennedy a Ciampino, sotto l’egida della Proloco guidata dalla vulcanica Eleonora Persico, la ‘Ndrangheta, testo teatrale di tre atti scritto da Aldo Coloprisco.
Professore di lettere in pensione e autore di diversi libri e testi di teatro, nonché regista della Compagnia teatrale I Capocotti, ha con loro bissato i successi già registrati a Roma e ai Castelli Romani negli anni precedenti.
Il titolo dell’opera dice tutto: dove è ambientata la storia, i personaggi che ne interpreteranno la trama, l’idioma linguistico che sarà impiegato dalla maggior parte di tutti i personaggi – un calabrese comunque comprensibile – che ironizza e mette a zimbello l’onorata società e le sue regole malavitose. Vario il mondo di umanità protagonista della storia, interpretata da attori non professionisti, ciascuno calato magistralmente nella parte assegnata: dal capobastone Mimì Tagliateste (Ferdinando Albanese) alla coraggiosa Donna Sasa che combatte l’illegalità (Angela Tedesco), da Peppa, buffissima domestica dal carattere indomabile (Lina Furfaro) alla giovane Sara (Giulia Conti) innamorata di Ciccillo (l’abile e naturale Leonardo Pistella), la simpatica e discreta sarta ( Annamaria Carnevali), Mastro Ciccio il postino (Alessio Calvitti), Saretto Mazzetta (il bravissimo Mirko Mariani) figlio dell’esattore ‘ndranghetista Rocco Mazzetta (Mariano Pistella)… e ancora altri personaggi, interpretati da Maria Santoro, Cata moglie del capobastone, Sandro e Luciano Mariani nel doppio ruolo di carabinieri e ‘ndranghetisti – tra essi anche il giovanissimo esordiente, nipotino del regista, Valerio Orazi che ha dimostrato di essere degno erede del nonno.
Nel molteplice ruolo di regista, attore e autore Aldo Coloprisco si è avvalso della bravura di Carmelita Tripodi nella scenografia e di Lorena Munini alle luci e al suono.
Tutti hanno abilmente interpretato l’opera, mettendo in risalto la grande coesione in scena, qualità che deriva oltre che dall’impegno e dalle numerose prove, dalla grande amicizia che lega tra loro gli attori e lo stesso regista.
Volano tra l’ilarità e la riflessione i tre atti della commedia che è conferma di una fede e una fiducia del professore in pensione – il regista stesso – che ha fatto dei suoi ragazzi, adulti con una propria vita e un proprio lavoro, uomini anche grazie all’insegnamento, attraverso il quale ha saputo trasmettere la passione per la recitazione, quale espressiva forma d’arte che veicola messaggi regole, norme e principi.
La ‘Ndrangheta è soltanto l’ultima, riuscitissima conferma che il teatro è maestro di vita, attraverso il quale percorrere una via che porta a essere legati al reale, passando per la fantasia e l’immaginazione, allungando i sogni e acquisendo valori veri.
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