I CALCINACCI DI PALAZZO SAVELLI
Il 30 ottobre 2023 si è staccata parte del cornicione di Palazzo Savelli antistante piazza San Pietro, sul Corso di Albano Laziale, e, per fortuna, i calcinacci sono caduti senza produrre danni alle persone.
Dopo l’evento sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno provveduto a rimuovere le parti del cornicione che potevano costituire pericolo, ed i vigili urbani che hanno transennato l’area.
La notizia su cui riflettere è che, a distanza di una settimana i calcinacci sono ancora lì (vedi foto), il marciapiede è interdetto, ed il Corso è agibile soltanto per metà della carreggiata (si tratta della via Appia) con grave disagio per la circolazione veicolare e per le attività commerciali. Il punto è che non si sa quando i luoghi e la strada verranno restituiti alla normale fruizione.
Gli attori di questa vicenda sono molteplici: i vigili del fuoco, i vigili urbani, la Protezione civile, i tecnici del Comune e, verosimilmente altri ancora. Viene in mente un proverbio albanense: “Tanti galli a cantà ‘n se fa mmai giorno”. Ricorrendo al lessico della teoria del management, siamo di fronte alla teoria dei silos secondo cui ciascun silo, e cioè ciascun pezzo della pubblica amministrazione, va per conto proprio e non comunica a sufficienza con gli altri; ciascuno di occupa di un pezzo, ma tutti perdono il senso del problema che debbono risolvere insieme.
Questo evento, di per sé sostanzialmente marginale, mette in risalto tutti i limiti di un sistema che non funziona a dovere. Sorge una domanda: quando avverranno emergenze ben più gravi, il sistema pubblico di prevenzione e soccorso sarà in grado di affrontarle e risolverle?
Di chi è la responsabilità (la colpa) di questo stato di cose? La risposta, sconsolata, è: di nessuno (e di tutti). Non è possibile identificare il responsabile-colpevole. Si può dare per buono che ciascuno abbia fatto quanto era prescritto dalle regole, ma i calcinacci sono ancora lì, la strada è semi-ostruita e si attende che vengano effettuati gli interventi urgenti.
Le responsabilità vanno ricercate più in profondità. E vanno trovate nell’intreccio delle regole, delle competenze, nella burocrazia – in questo caso i politici non sono da biasimare, sono vittime anch’essi di questo sistema. Siamo diventati una società in cui si è persa la capacità di impegnarsi a risolvere i problemi con intelligenza, capacità, coraggio, e ciascuno si nasconde dietro procedure formali a garanzia di tutti i possibili diritti di una società che vuole tutto (diritti alla sicurezza, all’ambiente, all’energia, all’estetica, e via elencando) – non di rado, manca l’amore per la comunità. Al contempo i cittadini pretendono ma ben poco fanno per migliorare le cose.
I nostri antenati erano più bravi. Ai tempi del sindaco Anacleto Ronca tutto il corso di Albano Laziale, che a causa dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale era diventato un cumulo di macerie, è stato rapidamente sgombrato (vedi foto). Ai tempi attuali ripulire pochi metri quadrati dai calcinacci e ripristinare il normale traffico veicolare è diventata un’impresa titanica.
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