I BRIGANTI A FONTAN TEMPESTA
Metti una domenica di luglio, assolata, calda già dalle prime ore del mattino: un’alba che incoraggia e mette di buonumore, visto che proprio in questo giorno è prevista una bella passeggiata nel bosco.
Appuntamento domenica 7 alla rotonda vicino al quadrivio che dirama verso Roma, Velletri, Rocca di Papa e Ariccia: già numerose le persone del gruppo che sono in attesa con la dott.ssa Cinzia Barbante, geologa e coordinatrice del Settore Guardiaparco del Parco regionale dei Castelli Romani: organizzatrice dell’evento, sarà la nostra guida per questa visita programmata tra le iniziative di Cose Mai Viste.
Già, perché stiamo per entrare nel famigerato Bosco della Faiola, covo dei briganti che per anni hanno seminato il terrore tra viandanti dei secoli scorsi.
Il sole attenua i suoi raggi tra le foglie degli alberi che fanno da sentinella già all’ingresso della selva, sotto i nostri piedi terra battuta che a tratti, dove incontriamo tagli boschivi, si fa “cipria” come viene suggerito da qualcuno nel gruppo, numeroso e interessato.
L’incipit del nostro cammino è un ricordo che abbraccia chi ci ha lasciati in modo tragico e inaspettato quasi un mese fa: il nostro sindaco Emanuele Crestini e il suo delegato Vincenzo Eleuteri. È commozione tra chi li conosceva, partecipazione al dramma del loro destino. Entrambi sensibili e attenti all’ambiente, ricorda la nostra guida, interessati a creare migliorie e benefici per Rocca di Papa.
Si procede: ricorda la nostra guardiaparco che attraverseremo la Via Francigena del Sud, incontreremo una parte di lastricato romano che conduceva al tempio di Giove Laziale… intanto ci inoltriamo in questa selva osservando i vari stati del bosco, proprietà comunale, posto sotto la tutela del Parco dei Castelli Romani: s’illustrano i vari tagli e le diverse utilizzazioni del legname ricavato: si parla di spurgo, quando cioè la ceppaia viene liberata dai polloni; di sfollo che prevede un’ulteriore selezione tagliando piante non perfettamente dritte; di dirado a 9/10 anni che prevede la preparazione del primo taglio; a 18 / 19 anni verranno tagliate le piante del primo turno e infine a 40 anni quelle del doppio turno. A Rocca di Papa i boschi sono una grande ricchezza economica, in prevalenza castagneti e diverse sono le imprese boschive che danno lavoro ai cittadini.
Il cammino ci conduce di nuovo nel fitto bosco: vale la pena ricordare che in questa parte della selva i castagni lasciano spazio alla vegetazione originaria del Q.T.A. dove crescono querce, tigli e aceri e un ricco sottobosco… folta la vegetazione che ci circonda, fiori e arbusti di vario genere spiccano tra il verde; man mano il bosco s’infittisce: il cielo e la luce che filtra tra i rami lasciano posto a un’inquietudine ch’aumenta con l’oscurità della boscaglia e prende corpo nella fantasia dei viandanti – che cauti avanzano attenti a non scivolare sui lapilli e tra le buche scavate dalle intemperie e dalle radici degli alberi -, un pensiero sempre più serpeggiante… qui c’erano i briganti: questo era il loro regno, qui tendevano agguati ai passeggeri della Via Postale Roma Napoli, qui vivevano e amavano in invisibili nascondigli naturali.
E d’improvviso qualcuno dà voce: è una protesta perché s’invade il territorio senza permesso… una bionda brigantessa s’è materializzata dal nulla e subito dopo un vero assalto in piena regola: un rumoroso, folto gruppo di briganti, armati fino ai denti, e dalle intenzioni tutt’altro che amichevoli circondano il nostro gruppo: inutile dirlo, ad alcuni di noi sottraggono qualcosa… e qualcuno di loro che sa leggere, declama versi…
In questa cornice d’un passato che riaffiora ci aspettano altre sorprese, mentre il cammino procede verso Fontan Tempesta, antichissima fonte che fu testimone dell’incontro tra Numa Pompilio e la Ninfa Egeria… il suo fontanile risalente al 1500, pare fosse un ritrovo delle streghe e le sue acque, dicono, hanno la proprietà di annullare la licantropia. Numerosi furono i viaggiatori del passato che là si fermarono a bere l’acqua sorgiva e chissà, qualcuno dice che nei pressi potrebbe trovarsi il tesoro del brigante Gasperone.
Intanto però i suoi moderni emulatori proprio su quella fontana hanno recitato, declamato, cantato accompagnati dal suono delle chitarre, calandosi ciascuno nel proprio ruolo… realistici, fedeli ai ritratti di antichi pittori del passato, vestono abiti che richiamano la loro condizione di fuorilegge e a voce stentorea, con sicurezza declamano il loro diritto a essere briganti. Un epilogo che si conclude, tornando a riveder.. il sole dopo tre ore di cammino, tra la soddisfazione generale e i ringraziamenti per tutti coloro che, oltre al Parco e alla Dott.ssa Barbante, hanno contribuito anche ai testi, ai costumi, ai canti: Vincenzo Rufini, Franco Antonucci, Piero Botti, Danira Sciamplicotti, tutto il gruppo Briganti di Rocca di Papa che dà appuntamento al prossimo 6 ottobre per un altro appassionante incontro nella Faiola.
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