I “Brandeburghesi” di Bach per inaugurare i concerti del sabato della IUC
I “Brandeburghesi” di Bach
nell’esecuzione della Zefiro Baroque Orchestra diretta da Alfredo Bernardini
per inaugurare i concerti del sabato della IUC
La serie dei concerti del sabato della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti viene inaugurata sabato 19 ottobre alle 17.30 nell’Aula Magna della Sapienza (ingresso da Piazzale Aldo Moro 4) dai sei Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach nell’esecuzione della Zefiro Baroque Orchestra diretta da Alfredo Bernardini, tra i più raffinati e coinvolgenti interpreti della musica antica, la cui recente incisione di questi sei capolavori bachiani è stata recensita entusiasticamente dalle più prestigiose riviste discografiche e ha ottenuto vari riconoscimenti dalla critica internazionale, tra cui il Diapason d’or.
I Concerti Brandeburghesi, che costituiscono un vertice dell’arte di Bach, furono composti nel 1721 e inviati in omaggio con un’elegante dedica in francese a Cristiano Ludovico Margravio di Brandeburgo, e da questo deriva il nome con cui sono noti. Come avvenne a tutta la musica di Bach, il loro valore non fu compreso subito e solo dopo oltre cento anni il manoscritto fu riscoperto in una biblioteca: era ancora praticamente intonso, il che fa pensare che non fossero stati mai eseguiti, e la causa può essere attribuita sia all’incomprensione dei contemporanei di Bach sia alla grande difficoltà di esecuzione, che probabilmente andava oltre le possibilità dell’orchestra di corte del Brandeburgo.
Nel 1721 il concerto era un genere musicale giunto solo da pochi anni in Germania dall’Italia e quindi componendo questi sei concerti Bach rendeva un esplicito omaggio allo stile italiano “moderno”, a lui ben noto grazie all’attento studio di Corelli, Albinoni e soprattutto Vivaldi. Ma certamente Bach non “copiò” Vivaldi e nessun altro compositore ed interpretò in chiave genialmente personale lo stile italiano, scrivendo dei concerti assolutamente originali e impareggiabili. Questi concerti sono diversi non solo da quelli degli altri compositori dell’epoca ma anche l’uno dall’altro: sono ora in tre, ora in due, ora in quattro movimenti e ogni volta cambiano anche gli strumenti solisti e le dimensioni dell’orchestra. A differenza di Vivaldi, che nei suoi concerti seguiva un modello costante, Bach con questi sei concerti ha voluto dare una dimostrazione di tutte le diverse possibilità insite in questo genere di musica nato recentemente. E vi aggiunse anche quello che può essere considerato il suo “marchio di fabbrica”, cioè un contrappunto particolarmente ricco ed elaborato, che qui non ha nulla di accademico ma è esuberante e gioioso.
Zefiro è un complesso con organico variabile, fondato nel 1989 – festeggia dunque i quarant’anni di attività – da alcuni musicisti, tra cui l’oboista Alfredo Bernardini, che ne è il direttore. È diventato un punto di riferimento in ambito internazionale per la musica del ‘700 eseguita con strumenti d’epoca ed è presente nei principali festival e sale da concerto europei, tra cui Amsterdam, Aranjuez, Barcellona, Bonn, Ginevra, Graz, Helsinki, Innsbruck, Liegi, Lione, Londra, Malmö, Manchester, Milano, Monaco di Baviera, Palma di Mallorca, Parigi, Potsdam, Praga, Ravenna, Regensburg, Salisburgo, Stoccarda, Utrecht, Vienna, ecc. Inoltre compie regolarmente tournée in America, Asia, Africa e Oceania – Canada, Stati Uniti, Sud America, Giappone, Corea, Nuova Zelanda, Israele ed Egitto – riscuotendo ovunque un grande successo di pubblico e di critica. Ha inciso numerosi cd, che hanno ricevuto diversi riconoscimenti e premi internazionali, tra cui il “Grand Prix du Disque”, il “Premio Nazionale Classic Voice”, l’Editor’s Choice di Gramophone, le “Choc du Monde de la Musique de l’année 2007”, il “Diapason d’Or de l’année 2009”.
*
Mauro Mariani
Ufficio stampa della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento