H2OS, l’eco-villaggio anti-desertificazione in Senegal
Cooperazione: H2OS, l’eco-villaggio anti-desertificazione in Senegal progettato da TAMassociati
H2OS è un progetto di eco-villaggio in Africa. Contro desertificazione, abbandono, emigrazione. Sarà open-source, autonomo e sostenibile. Un esempio di co-sviluppo. TAMassociati: ‘un modello per tutto il continente’.
H2OS è un esperimento di co-sviluppo promosso dal Circolo Sunugal (associazione di migranti senegalesi) di Venezia, sviluppato dalla Onlus Musoco (Venezia) in collaborazione con la Ong USE (Union pur la Solidarité et l’Entraide) di Dakar. È finanziato da CGIL CAAF Nord-Est, 8 per mille Chiesa Valdese, LTA (Livenza Tagliamento Acque) ed è supportato da AUTODESK FOUNDATION (USA). È sostenuto anche da IdRiCo (Idee per Risorse Collettive), finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, e dall’associazione provinciale Arci Trieste. Il progetto architettonico e tecnologico di H2OS è concepito e sviluppato da TAMassociati, da sempre attivi, e noti nel mondo, per la realizzazione di ospedali-modello dalla forte impronta ecologica nel continente africano, nonché portatori di un fortissimo messaggio sociale alla Biennale Architettura 2016 di cui hanno curato il Padiglione Italia.
Il 18 maggio è stata inaugurata la ‘eco-maison’, il primo lotto del progetto H2OS, che prevede la realizzazione di un eco-villaggio in Senegal (a Keur Bakar, 200 km da Dakar) composto da spazi comuni e moduli abitativi autonomi dal punto di vista energetico e idrico in un’area in cui la desertificazione procede inesorabile.
“Desertificazione, abbandono scolastico, emigrazione: H2OS è un progetto che intende ridare speranza a tutte le popolazioni del Sahel Africano – affermano i TAMassociati. È un progetto pilota open-source, replicabile, adattabile e perfezionabile altrove. È il risultato di una collaborazione internazionale, nata dal basso e ispirata da Sunugal – associazione di immigrati senegalesi in Italia -, che via via ha raccolto sempre più adesioni. Ed è destinato a diventare un modello di sostenibilità abitativa per tutto il continente africano, ma adattabile ovunque”.
L’eco-villaggio diventerà simbolo di una eco-modernità dimensionata sulle capacità tecniche, gestionali e di auto sussistenza agricola delle comunità locali, protagoniste anch’esse di questo progetto partecipato. Le eco-abitazioni, organizzate attorno alla tecnologica eco-casa comune, saranno realizzate in mattoni stabilizzati di terra cruda in regime di autocostruzione comunitaria. Gli elementi più complessi delle costruzioni (testate, servizi, impianti) sono a cura di tecnici specializzati che, nel frattempo, formano sul posto la manodopera locale.
La manutenzione in loco fa parte dello scenario più ampio di auto-sufficienza e autosussistenza sotteso al progetto. Una sostenibilità che si riverbera anche nel costo dell’opera, sotto i 200 Euro al metro.
Il villaggio si trova in un’area priva di elettricità, acqua, servizi scolastici e sanitari. La realizzazione della ‘eco-maison’ chiude la prima fase del progetto: “La eco-maison comunitaria, cuore del nuovo villaggio – fanno sapere i TAMassociati – sarà una ‘casa della comunità’ dedicata alla ricerca, alla formazione, all’informazione, ai laboratori di arti e mestieri, alla convivialità. Un luogo pubblico e di condivisione, in cui prenderanno forma i primi capisaldi del progetto ecologico: dal recupero delle acque piovane per l’acqua sanitaria all’impiantistica, dal sistema di filtraggio e ventilazione naturale al ‘passive building’, dalla produzione energetica alla fitodepurazione delle acque nere, al circuito fotovoltaico. Accanto, un pozzo, i lavatoi e un orto biologico comunitario a gestione prevalentemente femminile, irrigato dal sistema di recupero dell’acqua: un vero e proprio ‘giardino comunitario’, in cui le attività di produzione agricola seguiranno i dettami della compatibilità ambientale, alimentare e culturale locale”.
La sfida di progettisti, promotori e partner è chiara: il progetto senegalese, via africana all’ecologia, è una proposta nuova per un nuovo tipo di modernità richiesta dal continente, attenta a coniugare autogestione, tradizioni, paesaggio e tessuto sociale con le opportunità offerte dalla migliore progettazione internazionale. “Una progettazione non invasiva ma partecipata, che sa farsi baluardo e simbolo di diritti – concludono i TAMassociati – quali l’accesso all’acqua, al cibo, alla possibilità di vivere nei luoghi dove si è nati e di allontanarsene per volontà, non necessità”. — H2OS è un esperimento di co-sviluppo promosso – anche attraverso le rimesse – dal Circolo Sunugal (associazione di migranti senegalesi) di Venezia, sviluppato dalla Onlus Musoco (Venezia) in collaborazione con la Ong USE (Union pur la Solidarité et l’Entraide) di Dakar. È finanziato da), CGIL CAAF Nord-Est, 8 per mille Chiesa Valdese, LTA (Livenza Tagliamento Acque) ed è supportato da AUTODESK FOUNDATION (USA). È sostenuto anche da IdRiCo (Idee per Risorse Collettive), finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, e dall’associazione provinciale Arci Trieste. Il progetto architettonico e tecnologico di H2OS è concepito e sviluppato da TAMassociati (Venezia). — H2OS – Open-Source prototype house for ecovillages in Senegal www.h2os-project.org www.tamassociati.org — TAMassociati – Impact Design for people, places and rights. Always, anywhere. — Curato rial team Padiglione Italia – Biennale Architettura di Venezia 2016 Italian architects of the year 2014 Zumtobel Group Award, 2014 Aga Khan Award for Architecture, 2013 G. Ius Gold Medal, 2013 Curry Stone Design Prize, 2013
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